Mi apre gentilmente la portiera ed entro in macchina. Mentre aspetto che faccia il giro e mi raggiunga, allaccio la cintura di sicurezza.
«Allora? Dove andiamo?» domando impaziente, ricevendo subito un'occhiataccia.
«Non iniziare. Non te lo dirò.» mi avverte togliendo il freno a mano.
«Che odio.» sbuffo roteando gli occhi al cielo e spostando lo sguardo sul finestrino.
Partiamo e, neanche qualche secondo dopo, sento la sua mano posarsi sulla mia coscia.
Sentire la sua mano fredda e ruvida sulla mia pelle calda e liscia è pura goduria. Mi volto e torno a guardare il suo viso, illuminato dalla luce dei lampioni. Sorrido anche se non può vedermi, essendo troppo concentrato sulla strada.
Sospiro e appoggio le testa sul sedile, lasciandomi cullare dalle sue carezze.
Si respira aria pura.
Tranquillità.
Ed è così bello e rilassante assaporare il silenzio.
Assaporare questi piccoli momenti.«A che stai pensando?» la sua voce interrompe i miei pensieri. Prendo un respiro profondo e scuoto la testa. «Assolutamente a niente.»
Lui sembra confuso ma aspetta che io dica altro. «È solo...rilassante ecco.» aggiungo guardandolo, sperando non mi prenda per pazza.
Ci fermiamo ad un semaforo e ne approfitta per spostare la mano dalla mia coscia alla guancia, sfiorandomi le labbra con il pollice. Il suo sguardo è così intenso.
Sembra voglia dire qualcosa ma nulla esce dalla sua bocca.
Scatta il verde e riparte, riportando la mano dove si trovava prima e lo sguardo sulla strada.
Ad interrompere quel momento di pace e tranquillità ci pensa il suo telefono. Lo tira fuori dalla tasca e legge il nome sullo schermo prima di accostare per rispondere.
"Brenda".
Distolgo immediatamente lo sguardo da lui, come se volessi lasciargli la sua privacy mentre parla, e guardo fuori dal finestrino.
Ci siamo fermati nel parcheggio, poco affollato, di un supermercato e riesco ad intuire dal parco dall'altro lato della strada dove, più o meno, ci troviamo.
«Si...si okay, ho capito.» lo sento dire, poi mi guarda per qualche istante. Stringe il volante nella mano libera e scuote la testa più volte. «Va ben...» borbotta ma viene interrotto dall'altra parte del telefono. «Si cazzo, ho capito arrivo.» si trattiene dall'urlare e attacca.
Mi schiarisco la voce, accennando un colpo di tosse. «Tutto bene?» domando cercando di non essere indiscreta.
Inizialmente non mi risponde, mi guarda solo. E io non voglio aggiungere altro.
«Cambio di programma.» afferma ad un certo punto, ingranando la marcia e ripartendo. «In che senso?» domando confusa, sporgendomi leggermente verso di lui. «Johnathan, dove stiamo andando?» aggiungo quando fa inversione.
«Dobbiamo raggiungere i miei amici. C'è...un'emergenza.» dice a denti stretti, come se volesse urlarlo ma sa di non poterlo fare. «Che em...» stavo per dire ma mi interrompe. «Non dire nulla, non aggiungere altro.» mi ordina facendomi subito rimangiare le parole.
Deglutisco e annuisco a malapena, concentrandomi sulla strada.
«Io...mi dispiace.» si scusa in un sussurro. «È solo che...»
«Si, lo so. Tranquillo.» non lo lascio finire e, questa volta, sono io a posare una mano sulla gamba.
Quando mi lancia una rapida occhiata sorrido premurosa. «Faremo subito, promesso.» precisa facendomi sfuggire una lieve risata. «Non ti preoccupare. Non sarà la serata programmata, ma almeno saremo comunque insieme no?» domandò per alleviare la tensione e tranquillizzarlo.
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•Hard Choices•
RomanceÈ difficile avere la mente libera quando ad offuscarla ci sono due ragazzi. Johnathan e Christopher: due caratteri totalmente diversi ma in affari tutto è lecito. Illegalità e amore sconvolgeranno la semplice, ma al contempo faticosa, vita di Abigai...