Capitolo 19

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Hermione rimase in quell'angolino per un po', a piangere silenziosamente. Si era tenuta dentro quelle cose che aveva detto a Draco per troppo tempo, provando a non dargli peso. Era stato abbastanza facile, fino a lì, ma dirle ad alta voce era tutta un' altra cosa. Si era accorta di quanto veramente avesse sperato che Draco fosse cambiato, e che ci era rimasta molto male quando si rese conto del contrario.
Cercó di farsi forza, si asciugò le lacrime e si diresse in camera sua. Aveva bisogno di riposare, nonostante non avesse fatto assolutamente niente.

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Draco camminó lentamente verso la Stanza delle Necessità. Quelle parole lo avevano letteralmente distrutto. Non si rendeva conto di ciò che accadeva alla gente attorno a sé. Forse quello che la Granger aveva detto non era sbagliato, anzi, tutto il contrario.
Magari era solo lui che in un momento di debolezza si sentiva cambiato, quando in realtà rimaneva sempre lo stesso stronzo e menefreghista, come aveva detto lei.
Arrivò davanti all' arazzo e vi passò davanti per tre volte, come al solito.
Al posto della solita stanza con tutte le pile di oggetti ammassati, però, c'era una sala grande, fatta di pietra. L'unica luce proveniva da una ciotola, anch' essa di pietra, posta al centro di quella stanza. Dentro il contenitore c'era una sostanza leggermente argentea e liquida. Tutto intorno erano presenti mobiletti e scaffali, pieni di boccette di vetro contenenti una sostanza argentata.
Draco non capiva. Che cosa aveva sbagliato? Era passato tre volte davanti al solito arazzo, aveva pensato che gli serviva un posto dove nascondere gli oggetti e... Oh, aveva capito. Infatti, lui non era riuscito a levarsi Hermione dalla testa nemmeno per un istante, e, mentre camminava per far comparire la stanza, aveva pensato "Vorrei essere importante per Hermione, fare qualcosa che possa farla felice..."
Sì perché Draco, nonostante tutto quello che era successo, ci teneva a lei, e aveva capito che doveva essere stata molto male. Fu quello a farlo accorgere che invece era cambiato. Draco Malfoy che si preoccupava della felicità di una mezzosangue?? Si, esatto, e si sarebbe fatto perdonare, anche se non direttamente. Era pur sempre un orgoglioso Serpeverde.

Comunque, la Stanza delle Necessità doveva aver capito il suo pensiero e di conseguenza gli aveva mostrato quella sala. Ma come poteva una ciotola di pietra aiutarlo a fare pace con Hermione? Sarebbe tornato l' indomani, così, magari, avrebbe capito meglio.

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Il ballo era quella sera. Erano tutti agitati, Harry in particolar modo. Silente gli aveva detto che avrebbe dovuto recuperare il ricordo più oscuro di Lumacorno, ma la cosa non si stava rivelando affatto semplice. Ci aveva provato, ma il professore evitava in ogni modo l' argomento.
Anche Draco era turbato, per due motivi:
- Aveva scoperto che la ciotola nella stanza era un pensatoio, e che i liquidi nelle boccette erano ricordi. Ancora però non aveva capito come quello sarebbe potuto essergli utile.
- Quella sera ci sarebbe stata la festa e, anche se lui non poteva andare, sapeva che Hermione sarebbe stata con quell' idiota di Dean Thomas, e il solo pensiero lo faceva andare in bestia.
Infatti lui ed Hermione, nelle due settimane successive, si erano ignorati, a parte qualche istante passato a fissarsi, tristemente. Draco era sicuro che tra di loro non ci fosse più rabbia, ma solo tristezza, delusione... E cose così.
Chissà se lei ogni tanto gli pensava, si chiedeva Draco, ma poi si dava schiaffi da solo per aver pensato quella cosa.
Invece avrebbe fatto piacere a Draco che Hermione gli pensava in ogni momento. Non era più per niente sicura di voler andare con Dean, anche perché lui aveva iniziato a starle sempre appiccicato, e cercava di baciarla in ogni momento libero, e lei doveva ricorrere a tutta la sua forza di volontà per non scaraventarlo via, con o senza magia.
E poi si sentiva ancora in colpa per quello che aveva detto a Draco due settimane prima. Si era resa conto di averlo veramente ferito, e le dispiaceva.
Ginny, che sapeva tutto, provava a convincerla che Malfoy non la meritava, e che tutto quello era stato solo una finzione, ma non ci riusciva.
Hermione era irremovibile.

Ron era scocciato. Non gli stava bene di essere l'unico del gruppo a non essere stato invitato alla festa. Che cosa aveva di sbagliato?! Almeno il giorno dopo sarebbe partito per le vacanze, e questo lo aiutava un po' ad alleviare la rabbia.

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Hermione e Ginny avevano appena finito di prepararsi per la festa. La rossa, aveva un abito blu con una cintura di brillantini argentati in vita. Aveva uno spacco sulla gamba e indossava delle scarpe argentate con i tacchi a spillo. I capelli rosso fuoco erano raccolti in un' elegante chignon, che lasciava però ricadere sul viso delle ciocche ribelli. Era stupenda.
Non aveva voluto dire ad Hermione chi sarebbe stato il suo accompagnatore, e l'aveva sempre liquidata dicendole che lo avrebbe visto alla festa.
Hermione, indossava il suo abito verde e aveva i capelli sciolti, raccolti da un lato. Se li era lisciati per p' occasione, facendo scomparire tutti quei ricci insopportabili.
Insomma, sembravano due principesse.
Stavano scendendo la scala per arrivare alla Sala Grande , dove si sarebbe tenuta la festa, quando Hermione sentì qualcuno chiamarla
Si girò:- Malfoy...-

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