7. non ti sopporto, ma...

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Andy pov •

Grazie a quella lite, mi ero causato un occhio nero e un dolore atroce al braccio, ma niente di rotto.
Se fino a qualche anno indietro mi sarei presentato a casa in quello stato, sicuramente che mio padre avrebbe iniziato a rompere, ma grazie al cielo ormai entrambi i miei genitori c'erano quasi poco e niente, la maggior parte delle volte erano sempre fuori città per lavoro o roba simile, da quel poco che avevo anche intuito, molto probabile avrebbero anche divorziato, ormai il loro matrimonio era andato a puttane.

Sentivo lamentare Taylor mentre piangeva, non era per paura, forse ero l'unico a saperlo.
Ciò che più gli recava dolore, fù perché era stata umiliata da Gee e i suoi amici, tra cui nel mezzo anche quel James, che non aveva ne detto ne fatto nulla per difenderla.
Il classico stronzo.

Decisi di accompagnarla prima di tornare a casa, per poter parlare con lei, magari riuscire a confortarla un pò, e lei senza obbiettare accettò il mio favore Seguendomi.

Avevamo fatto abbastanza strada, ormai eravamo lontani da dove avevamo lasciato i nostri amici.
Cercavo in qualche modo di parlare, di spiegarle a non cedere agli insulti che le avevano detto, ma la sua mente era altrove, non pensava minimamente a come era stata definita, anzi, il suo pensiero era rivolto a quel James.

Non so quante volte ho cercato di spiegare ciò che in realtà quel tipo avesse in mente, dal primo momento ho avuto la sensazione che, quel James aveva preso Taylor solo come un gioco, divertimento, e nient'altro.
Ma era testarda, non ascoltava i miei consigli, o anche se mi dava ragione, lei ugualmente cedeva a lui.
Mi recava rabbia, davvero era così ottusa?

La mia non era cattiveria, ci tenevo a lei, davvero, ma era evidente che poco le importasse, dovevo darci un taglio a quella discussione.
Anche se avevo fatto tutto per darle conforto, adesso ero anche pentito di essermi fatto avanti per Accompagnarla.

Eravamo messi a camminare, rimanevo con lo sguardo abbassato in modo pensieroso, entrambe le mani infilate dentro le tasche del mio giubbotto di pelle.
E inosservatamente muovevo le dita tra di esse in modo abbastanza nervoso.

Non so il perché tutte le volte che parlavo con lei dei ragazzi con cui si frequentava assumevo questo comportamento, percepivo fastidio quasi simile alla gelosia, o era semplicemente la rabbia del perché lei non mi dava mai ascolto?

Era così presa nel dirmi di quel tipo, da non prestare attenzioni se mi fossi realmente causato qualche osso rotto, ne tanto meno di aver lasciato il suo amico Ben da solo...egoista da parte sua, visto che abitavano l'uno di fronte all'altro.
Ma reggevo tutti quei pensieri, lasciandola parlare, lasciandola sfogare.
E infine una volta arrivati a casa sua, mi guardò col quel suo dolce sorriso che tanto mi piaceva, per poi dirmi

- Grazie Andy...so cosa pensi, che sono insopportabile....ma apprezzo ciò che fai per me-

- eh...no no...non sei insop...-

Ma mi bloccò le parole dicendo

- si che lo sono...-

Ci guardammo per qualche secondo dritto agli occhi.
Anche se le lacrime avevano sbavato la matita nei suoi occhi, il suo sorriso era magico, ammaliante e anche sensuale...era ugualmente bellissima.
Si avvicinò di scatto verso la mia guancia regalandomi un tenero bacio, per poi voltare le spalle e entrare a casa sua.

"Dio quanto mi piaceva quella ragazza"

Il suo bacio, per quanto fù innocente e amichevole, riuscì a fare scalpitare il mio cuore, sembrava impazzito, allarmato.
E la rabbia o il nervoso di qualche attimo prima come per magia era sparito.
In quei attimi capivo davvero che provavo qualcosa per Taylor, ma cacciavo via dai miei pensieri quelle emozioni, per poi sentirmi ogni volta confuso e non capire mai se davvero provavo gelosia verso i suoi confronti.
Dopodiché tornai indietro prendendo i passi di casa mia.

La mattina mi svegliai con una chiamata da parte di Danny, avevamo delle cose da fare quel giorno, e in pochi attimi mi alzai mi diedi una bella sistemata, per poi andare verso il luogo del nostro appuntamento.

Quando arrivai, l'amico era già li ad aspettarmi, Danny era sempre abbastanza puntuale nei nostri appuntamenti ed era una delle tante cose che amavo di quel ragazzo.
Ci salutammo con la classica stretta di mano fra amici e subito con tono leggermente preoccupato

- va tutto ok? Ti fa ancora male il braccio?-

Gli mostrai un simpatico sorriso, e annuendo

- si amico, tranquillo va tutto bene, ho solo qualche dolore nulla di che...è questo occhio nero che non mi piace...mi fa sembrare meno bello...-

Con istinto il ragazzo ridacchiò scuotendo la nuca in modo divertito

- Andy, Andy...piuttosto per la serata di questa sera purtroppo a casa mia non è possibile...mia sorella rompe...-

Danny abitava con sua sorella maggiore, non so esattamente cosa fosse successo tra loro e i propri genitori, da quel poco che il ragazzo mi confidò, sapevo solamente che abitava con lei da quando aveva 13 anni, in parole povere le faceva da madre.

Ad ogni modo, noi insieme a Frank, avevamo preso l'abitudine di passare ogni venerdì in modo più tranquillo, o vero a casa da qualcuno di noi, a mangiare schifezze davanti a qualche bel film.
Pensai fra me e me una soluzione sul da farsi, e l'unica opzione era casa di Frank.
Per quanto fosse piccola, incasinata con una TV da quattro soldi, rimaneva il posto più tranquillo dove potevamo divertirci senza nessun rompi balle.

Presi il telefono chiamando subito l'amico, rispondendo dopo al terzo squillo

<< pronto?>>

- hey bello sono io, Andy-

<< oh Andy...dimmi!>>

- ci sono problemi se spostiamo la serata a casa tua?-

Il ragazzo rimase un secondo in silenzio, ma poi con tono amichevole

<< no, nessun problema...solo che non sono da solo, con me c'è Ben>>

Con istinto gli risposi

- Ben...?!?...a casa tua?!?...-

Alzai gli occhi verso Danny per vedere che reazione avrebbe assunto nel sentire quel nome.
Mi guardò alzando un sopracciglio, per poi dire

- che succede?-

- Ben...è a casa di Frank, penso che l'abbia ospitato a dormire...-

Assunse un espressione insolita, quasi turbata, ma scrollando le spalle infine mi rispose

- embè? Mica è un bambino a cui dobbiamo dare il latte...non ho problemi. -

Mi sembrò leggermente strano il modo in cui si convinse così facilmente, che in realtà fosse in ansia di vedere come stava?
Ma comunque con le parole di Danny subito risposi alla chiamata di Frank

- okey tesoruccio, tra poco mamma e papà verranno a casa tua...cerca di mettere almeno un pò d'ordine-

E infine staccai la chiamata, e insieme a Danny ci avviammo verso casa di Frank.

Spazio autrice
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Si sto cercando di creare una storia immaginabile tra Taylor e Andy, e si James è quel James che potete immaginare.

E boh cosa dire?
Come sempre ringrazio a chi mi lascia commenti e stelline, a chi mi segue (dalla mia prima ff), alla mia amica che ha la pazienza di aiutarmi a rileggere tutte le volte ogni capitolo e, al prossimo capitolo (hahhha) cià miei belli e cari mondani~♡

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