12. Sensi di colpa.

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Frank pov •

Non avrei mai immaginato che Gerard avrebbe ridotto in quello stato a Ben.
Credevo che gli avrebbe detto qualcosa, forse intimorito.
Quando vidi Ben ridotto ad uno straccio capì quando il suo amore potesse essere pericoloso e morboso.

Rimanevo ad osservare con occhi terrorizzati il ragazzo pieno di sangue, ferito, che a stento riusciva a reggere in piedi, Sentendo la mia pelle venire accarezzata da uno strano brivido.
Cercai di aiutarlo afferrandolo, ma di scatto si allontanò, riuscì a percepire la sua diffidenza da me, o il timore che trasmisero i suoi occhi... non si fidava, e aveva ragione.
Avrei voluto trattenerlo, farlo rimanere, ma non mi diede nessuna occasione per farsi aiutare, dopo avermi detto quelle parole, andò via.
Non sapevo dove fosse diretto.

Una strana rabbia iniziò a pervadermi, se prima reputavo Gerard semplicemente un ragazzo incompreso, adesso mi era chiaro quanto in realtà fosse malato, era arrivato al quel punto, picchiando un ragazzo indifeso solo per colpa della sua ossessione, e se prima avevo avuto qualche risentimento, adesso lasciarlo mi sembrava la scelta migliore.

Dovevo andare a cercare Ben, ma prima volevo e dovevo fare qualcosa di importante.
Sapevo dove Gerard abitava o dove l'avrei potuto trovare, e senza perdere altro tempo, uscì di casa avviandomi da lui.
Dopo qualche minuto arrivai a casa sua, e con rabbia iniziare a bussare alla sua porta.
Non appena il ragazzo aprì, con istinto gli diedi un pugno a pieno viso, rivolgendomi a lui con tono aggressivo

- cosa stracazzo hai fatto?...perché hai pestato quel povero ragazzo? lui è solo un amico, e per colpa tua non riusciva nemmeno a reggersi in piedi...cosa gli hai fatto? -

Dopo il cazzotto che gli diedi in viso, rimase ad osservarmi in silenzio ascoltando le mie parole.
Non aveva reagito, non aveva contrastato ne tanto meno ricambiò quel mio violento gesto.

Perché era così impassibile?
Perché non faceva altro che osservarmi, riusciva a darmi la colpa dell'accaduto, con quel suo fastidioso silenzio...

La mia rabbia aumentava, avevo una strana voglia di sfogarmi in quel momento, iniziando a ricambiare tutto il dolore che aveva causato in quella sera.
Non si rendeva conto che il dolore lo subivo io?

Strinsi i denti serrando un pugno, cercavo in tutti i modi di placare la mia ira, di mantenere la mia calma.
Improvvisamente notai che abbassò lo sguardo in modo pentito, non so se stesse facendo sul serio o magari voleva mostrarsi in quel modo pietoso solo per farsi perdonare facilmente, ma questa volta ero deciso, questa volta avevo realmente intenzioni di mollarlo, e non avere più niente a che fare con lui, ho sopportato fin troppo i suoi attacchi di gelosia, perdonato mille volte ogni errore che avesse commesso, ma questa volta aveva superato il limite.

Mi allontanai da qualche passo dalla porta, per dirgli infine con tono secco indifferente e senza pietà

- adesso è davvero finita, basta...non sopporto più questo tuo atteggiamento poco maturo...cazzo Gee, hai 23 anni e litighi ancora con ragazzini di 18 anni...pesti senza una cazzo di ragione, un amico che avevo ospitato in casa solo perché l'avevo fatto sballare il giorno prima....sei solamente una delusione, e non voglio più avere a che fare con te, ne ora ne mai...e con questo me ne vado.-

Rimaneva con volto abbassato, senza nessuna esitazione, senza rivolgermi la parola, non ero nemmeno sicuro se avesse realmente ascoltato le mie parole o se avesse capito che questa volta ero davvero sicuro della mia decisione.
Mi voltai per poter andare, ma rimasi bloccato non appena sentì una leggera stretta sul mio polso, era lui, mi afferrò.
Leggermente voltai il viso, da poter guardare la sua mano sul mio polso, anche se non volevo, anche se in quel momento percepivo solo rabbia verso i suoi confronti, per un attimo sentì una strana fitta malinconica che mi pervase.
Sentì la sua voce poco chiara e malapena udibile

~ Don't Pray For Me ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora