10. Taylor e il suo piccolo ma brutto segreto

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Andy Pov 

Non appena cambiai strada lasciando Danny in compagnia di Ben, mi avviai direttamente verso casa.
Non avevo nient'altro da fare per quella sera.
Finchè mi arrivò una chiamata.
Era Taylor, e dal suo tono di voce sembrava abbastanza strana

- Hey Taylor...come mai questa chiamata?-

<< Andy....>>

Era abbastanza udibile il suo singhiozzare, si capiva benissimo che stesse piangendo.
E avevo già immaginato anche il perché

- Che succede? perché stai piangendo? nuovamente quel tipo?.-

Non diede risposta, avevo colto il segno.
Sospirai abbastanza seccato, odiavo sentirla in quello stato ma allo stesso tempo odiavo che non dava mai ascolto, non capivo, perché era così ossessionata da qualcuno che non faceva altro che usarla?
Ma ugualmente fermai i miei passi, non me la sentivo di tornare a casa.
E vero, avvolte mi sentivo abbastanza patetico con questo mio modo di fare, alla fine a lei poco importava dei miei consigli, o dei miei sentimenti, ma era più forte di me, non riuscivo mai ad ignorarla.
Senza che disse più niente gli chiesi

- Dove sei?.-

<< Al solito posto...>>

- ok...aspetta arrivo.-

Chiudendo la chiamata.
Sapevo benissimo dove si trovava, il solito posto era il luogo in cui noi tutti ogni volta ci davamo appuntamento per riunirci.
Il nostro solito posto, il parco.

Quasi correndo, mi affrettai per raggiungerla, e dopo qualche minuto arrivai da lei.
Rimaneva seduta sul muretto col viso abbassato, tremava come una foglia, forse per via del freddo, gli diedi la parola chiamandola per nome e subito la ragazzo alzò lo sguardo verso di me forzando un finto sorriso che fallì miserabilmente, adesso riuscivo a vedere il suo viso, il trucco le era colato dagli occhi sbavando la matita nera sulle guance per via delle lacrime ma non era inguardabile anzi, il suo volto sembrava risplendere quel lato oscuro che la ragazza nascondeva dentro ad essa, era bellissima, come sempre.

Non appena la raggiunsi, subito mi tolsi la giacca di pelle che avevo addosso coprendola per le spalle, mi ringraziò con tono debole.
La fissai un pò, non sapevo cos'altro fare, non volevo domandare cosa le era successo, ma solo perché non volevo farla stare male costringendola a rivivere la sua disavventura attraverso le parole.
Ma qualcos'altro mi saltò all'occhio, Taylor indossava una maglietta bianca a manica lunga, e il bordo sembrava macchiato.
Senza esitare gli afferrai il braccio per vedere meglio, ma lei subito cercò di tirarlo indietro.
La guardai inarcando le sopracciglia assumendo un espressione seria ma turbata, avevo appena intuito qualcosa di brutto.

- Taylor...che hai fatto?. è sangue quello?.-

La ragazza con scatto scosse la nuca, e con le dita della mano afferrò maggiormente il bordo della sua maglietta tirandola.
Sentivo il mio cuore impazzire titubante, l'osservavo con uno strano terrore immaginando ciò che avesse potuto fare, non avevo nemmeno intenzione di lasciare stare quel discorso in quel modo, e con tono più preoccupato

- Taylor...cosa cazzo hai fatto?.-

Sembrava che volesse nascondere il viso evitando di guardami, e fissando il suolo.
E nuovamente iniziò a tremare, ma questa volta era chiaro che quello non era un tremolio causato dal freddo.
Una cosa mi era chiara, in quel modo non avrei ottenuta nulla, se avrei insisto nel sapere come si era procurata quel sangue, avrei solo peggiorato la situazione e magari avrei rischiato di farla chiudere maggiormente in se stessa.
Mi calmai cercando di acquisire nuovamente la mia pazienza.
Gli mostrai la mano, e con tono più gentile gli dissi

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