Capitolo 20 😕

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Chissà come starà il piccolo Noah,è così dolce e sensibile,ancora piccolo per provare quel tipo di sofferenza,non può sapere cosa gli aspetterà, le prime cadute e i primi sforzi per rialzarsi ed essere più forti di prima.
Quando si è bambini è tutto così bello e semplice, non ci sono discriminazioni, si è troppo piccoli per capire ma anche troppo grandi per riuscire a comprendere che siamo tutti uguali, perché nonostante si possa avere il colore della pelle, la cultura, la lingua e la religione diversi, siamo umani,una stessa famiglia.
Verrà preso in giro per il suo piccolo difetto ma sarà abbastanza forte da lasciarsi scivolare addosso quello che la gente può pensare o dire di lui.
Diventerà il suo punto di forza, la sua specialità.
Sarà circondato da persone alle quali importerà com'è il suo cuore, quelli che potrà chiamare realmente AMICI.
Prendo il telefono d'istinto e compongo il numero senza pensarci due volte.
"Pronto" la voce profonda di Damian mi fa traballare.
"Ciao" rispondo agitata.
Non so perché ma parlare al telefono mi mette più a disagio che parlare viso contro viso.
"È successo qualcosa?" Mi chiede preoccupato.
"Nono tranquillo, avevo solo... voglia di sentirti e sapere come stava Noah" dico imbarazzata.
"Oh ehm, tutto bene grazie"
"Posso parlarci?"
"Mm no"
Cavolo mi ha spiazzato. Non capisco, cos'è cambiato ? È così freddo.
Non rispondo.
"Non è qui con me" continua dopo aver capito che ci sono rimasta male.
"Perfetto allora, salutamelo tanto"
"Lo farò"
Mi ha buttato giù il telefono.
Ma che problemi ha ?
Forse sono io ad essermi fatta un idea sbagliata di lui. 

" Valeri ti sta aspettando di sotto " dice Travis entrando in camera.
Mi alzo dal letto e prendo la sciarpa che in fretta mi sistemo attorno sotto al cappuccio del giacchetto e scendo insieme a lui.
Mi tocca un braccio facendomi fermare.
"Tutto bene?" Mi chiede con occhi confusi.
Annuisco accennando un piccolo sorriso.
Continua guardarmi ma capisce che non è il momento, mi spinge delicatamente e continuiamo a scendere le scale.
"Ehi tesoro" dice tutta sorridente Valeri.
Mi stringe in un abbraccio.
"In quale locale preferisci andare?" Mi chiede.
"Sai che mi accontento di tutto se c'è la bella musica" dico alzando e abbassando le spalle come se ci fosse della musica a riempire la stanza facendola ridere.
"Facciamo scegliere a Martin allora"
"Ehi Travis vuoi venire anche tu ?" Gli chiedo voltandosi verso di lui.
Ci pensa un attimo.
"Eddai" so che vuole venire ma si deve far desiderare, che idiota.
"Mm" eccola, è proprio lì, la sua faccia da cestino non si nasconde.
"Ok andiamo" dico prendendolo per un braccio e portandolo via.
In macchina Travis non fa altro che lamentarsi, fortuna che manca poco e siamo arrivati al bar.
"Diamine Valeri guidi proprio di merda" dice ridendo.
Dallo specchietto Valeri gli fa il medio.
Chissà come sarebbero se fossero fidanzati, me lo sono sempre chiesto, mi piacerebbe ma allo stesso tempo mi darebbe un po' fastidio.
Per fortuna questo tipo di problema non devo pormelo, sono fidanzati entrambi con persone differenti.
Sorrido nel vederli bisticciare, sono diversi dai litigi che facciamo io e Dylan, li preferisco.
Meglio non rattristarsi e godersi la giornata,oggi, questo è quello che Nataly devi ripeterti.
"Ragazzii" urlo appena spalancate le porte.
Ricky è così sorpreso di vedermi che appena si avvicina inizia a pizzicarsi il braccio.
"Si sono io, non stai sognando"
Sul suo volto comprare subito un sorriso.
"Mio dio Nataly, pensavo di non rivederti più" dice abbracciandomi.
"Non dirlo neanche per scherzo"
Lo stringo forte, mi manca lavorare in questo posto insieme a Martin.
"Io invece sapevo che saresti ritornata da me" dice Adrian sorpassando il bancone con un salto.
"Pff, ti piacerebbe" dico scherzando.
"Ehi amico portami una birra" dice Travis ad Adrian.
"Due" si aggiunge Valeri.
Ci avviciniamo entrambi al bancone e appena ci sediamo sbucano Holly ed Aaron.
"Ancora tu" dice facendo una smorfia la solita stronzetta.
Devo ancora capire perché c'è l'ha tanto con me.
"Meno male che sei tornata, c'è proprio bisogno di te" dice Aaron dopo avermi salutato.
"Mi dispiace ragazzi ma dopo domani torno a casa" dico un po' dispiaciuta.
"Ah quindi con Dylan sta andando tutte a gonfie vele" riflette Adrian.
Annuisco.
"Martin mi sta chiamando, gli dico di raggiungerci qui" dice Valeri uscendo dal bar.
"Non verrà"
"Perché non dovrebbe?" chiede Travis a Ricky.
"Perché adesso questo locale è di Adrian" risponde Holly mentre Ricky sistema alcuni bicchieri.
"Eh quindi?" Chiede confuso Travis.
"No aspettate un attimo, Ricky hai venduto il tuo bar?" Chiedo.
Cavolo non me lo aspettavo.
"Ragazzi Martin non viene, ha detto che ci vediamo direttamente all'holly pop" dice subito dopo essere entrata Valeri.
"Mi dite cosa sta succedendo?" Chiedo ancora confusa di questa conversazione.
"Allora in pratica..." dice Aaron prima di essere interrotto.
"Voglio essere io a raccontarle" dice voltandosi verso di noi.
Lo guardo facendogli capire che sono qui pronta ad ascoltarlo.
"Ho deciso di andare in pensione e di lasciare il Ricky's ad Adrian perché lo ritengo più responsabile e più grande di mio nipote" dice Ricky.
"Tuo nipote ?!" Chiede ancora più confusa Valeri.
"Vorresti dire che... Martin è tuo nipote ?"Domando incredula.
"Quanto ancora vi serve per capirlo?" Chiede Holly.
Valeri la guarda male e lei subito si ricompone.
"Non posso crederci" dice Travis porgendo le spalle ai baristi per appoggiarsi al bancone con i gomiti.
Ma perché non me l'ha detto prima?
Pensavo mi avesse o meglio che ci fossimo raccontati tutto, come fanno due amici come noi.
"Tieni" dice Adrian porgendomi il mio drink preferito.
"Grazie"
Sono ancora stordita per via di quello che ho appena sentito ma quando le porte si spalancano ed a entrare è proprio lui che penso al peggio.
"Non mi hai lasciato il bar perché ti vergogni del fatto che sono gay" dice entrando furioso dentro al bar puntando il dito contro a Ricky.
"Ti sbagli Martin, non è per questo" risponde dispiaciuto.
"Allora per cosa, forza dimmelo" urla Martin.
"Calmati bello" dice Travis alzandosi per allontanarlo e cercare di calmarlo.
"Mi dispiace ma Adrian lavora qui da prima di te e sa come gestirlo"
"Tienitelo pure" dice rivolgendosi ad Adrian che come un bambino di 5 anni gli fa la linguaccia.
"Ma sappi che se tutto questo cadrà a pezzi, la colpa sarà la tua" dice guardando dritto negli occhi suo nonno per poi uscire.
Gli corro dietro,si ferma di scatto ed io presa dalla corsa gli sbatto contro.
"Scusami" dico.
"No scusami tu per non avertelo detto" dice dispiaciuto.
"Tranquillo,non c'è nessun problema" dico abbracciandolo.
Mi stringe forte.
"Prometto che non ti nasconderò più niente" dice staccandosi da me per poi sistemarmi la frangetta che si era spettinata per via del vento.

Hearts that beat as one  2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora