Capitolo 7.🗣

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Ci svegliamo per l'ora di pranzare e dato che nessuno dei quattro ha voglia di preparare qualcosa di serio,prendiamo dei panini e li farciamo con vari alimenti.
L'aria in casa è molto tesa, è stressante non poter dir una parola per paura di combinare qualche casino.
Valeri è ancora arrabbiata con Derek mentre io sono delusa del comportamento di Dylan.
Non è stato in grado di spiegare il suo comportamento, ho ragione e non sa come rimediare.
"Vaffanculo" urla Derek scaraventando la sedia a terra con una tale forza da far quasi paura.
Si sta liberando della tensione e dalla sua espressione deve essere davvero frustrato.
Io e Dylan non ci intromettiamo,non vogliamo trovarci in mezzo alla discussione ma lo sguardo che Valeri gli rivolge è orribile.
"Datti una calmata" dice tranquilla.
Derek si avvicina a lei.
"L'unica che si deve dare una calmata sei te" dice urlando puntandogli il dito contro.
"Non è colpa mia se la casa si è riempita di persone" continua ma questa volta con toni un po' più bassi.
"E di chi sarebbe ?" Chiede quasi ironica.
"Non lo so" urla ancora.
Quando Dylan si avvicina io mi allontano mentre Valeri e Derek fanno ancora da sottofondo con le loro urla.
"Smetti di fare la bambina"dice quasi sussurrando.
Lo guardo immobile con la rabbia che inizia a prendere il sopravvento.
Sta scherzando vero?
La rabbia che durante la notte non si è placata avvampa ancora di più,a tal punto che quando la mia mano è diretta velocemente sul suo viso non me ne pento affatto.
Per lo schiocco che ho causato Derek e Valeri smettono di discutere e spostano la loro attenzione su di noi con espressione di stupore dipinta in viso.
Dylan ancora deve realizzare quello che è appena successo, non dice una sola parola ma si limita a guardarmi.
Le cinque dita iniziano a prendere forma sulla sua guancia.
"L'unico che è ritornato bambino e non ha fatto l'uomo sei stato tu quindi prima di rivolgermi la parola pensaci bene."
Dico guardando i suoi occhi con sguardo severo, nella stanza prevale il silenzio.
Porta la sua mano al viso dolorante ancora intontito e sorpreso dal gesto inaspettato.
Mi volto e mi dirigo verso le scale per rifugiarmi in camera, non me ne vado perché non reggo più la situazione ma perché andarsene dopo una frase del genere fa più effetto.
Mentre salivo le scale non ho potuto evitare di sentire la rabbia che Dylan ha sfogato tirando un pugno al muro, poco dopo lo sento salire le scale di fretta e l'ansia inizia a farsi sentire.
Immagino già la litigata che faremo.
Quando ci ritroviamo uno difronte all'altro rimaniamo fermi a guardarci. Ha un po' di fiatone.
Si avvicina troppo veloce per rendermene conto e di conseguenza allontanarmi dal suo abbraccio.
Riesco a trattenere le lacrime che sarebbero state un misto tra rabbia e delusione.
"Non comportiamoci in quel modo, parliamone per favore"
Il tono che usa assomiglia tanto ad una supplica.
Annuisco e ci avviciniamo al letto per sederci.
"Perché l'hai fatto?" Chiedo mentre intreccio le gambe per mettermi più comoda.
"Ho solamente fatto due chiacchiere" risponde tranquillo.
"Non hai fatto solo quello, ho visto come la guardavi" dico portando la testa all'indietro per appoggiarla al muro.
Devo cercare di mantenere un tono calmo per provare a fare una conversazione senza discutere.
"Non vuol dire niente" dice mentre rivolge il suo sguardo al piumone.
"La conosci?" Chiedo.
Non so se sperare in un si oppure in un no, alla fine non vorrebbe dire niente, ha fatto il coglione comunque.
"È la sorella di Gabriel"
So che si sente in colpa ma non posso far finta di niente, addirittura quando gli sono andata a parlare e non pensava fossi io,ha benissimo confermato quanto si stava divertendo.
Che sciocco.
"Dopo quello che ho passato ma sopratutto dopo quello che abbiamo passato, non posso permettermi di avere al mio fianco una persona di cui non mi fido"
Sentendo quelle parole mi rivolge subito uno sguardo.
"Vuoi lasciarmi per quello che è successo ieri sera?" Chiede quasi divertito ma allo stesso tempo preoccupato.
Non voglio lasciarlo ma farlo penare ancora un po' si.
"Rispondi" dice agitato dopo un breve periodo di silenzio.
"Non voglio lasciarti"
Gli sfugge un sospiro di solievo e il suo sguardo si addolcisce.
"Ma voglio che ti racconti"
Per la seconda volta leggo la preoccupazione nei suoi occhi.
"Dylan io so poco e niente di quello che è il tuo passato" Continuo.
"Sai quello che devi sapere"
Mi risponde infastidito e questo suo modo sicuramente non migliorerà le cose.
"Perfetto" dico mettendomi in piedi per scendere.
"La conversazione è finita" continuo,avviandomi verso la porta che subito dopo sbatto.
Quando mi dirigo in sala per stare un po' da sola, sorprendo Derek e Valeri sul divano che si sbaciucchiano.
Deduco che hanno fatto pace.
Sbuffando decido di andare a fare un bagno. Preparo la vasca ma questa volta non c'è alcun petalo. Attivo il l'idromassaggio e metto una luce soffusa e della musica per rilassarmi.
Prima di immergermi in acqua però prendo il telefono per mandare un messaggio per poi appoggiarlo sul parquet attaccato alla vasca.

"Martin avrei tanto bisogno di te, appena puoi fatti sentire, chiamami. Mi manchi."

L'acqua calda accoglie completamente il mio corpo nudo facendomi gemere di piacere.
Poco dopo sento squillare il telefono e spero che sia lui.

"Nataly sta sera esci con me, ti passo a prendere alle 22:00. Un bacio Adeline"

Dato che lo prendo come un ordine,non ho neanche intenzione di obbiettare.
Sono proprio contenta, ho bisogno di allontanarmi un po' da tutti.

Hearts that beat as one  2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora