Capitolo 10

28 4 0
                                    

Appena si svegliarono, caddero nella stanza successiva.
Fu tutto improvviso e un urlo si bloccò nella loro gola.
Si trovarono in una stanza molto più piccola rispetto alle altre: al centro c'era un tavolo con un coltello e dei tubi, alle estremità dei tavoli c'erano due cisterne trasparenti dalle medie dimensioni con un buco sulla superficie. Entrambe arrivavano quasi alle ginocchia di Edgar.
Sul soffitto si trovava invece un cubo di vetro contenente due fiale riempite di un liquido verde.
<<Mi dispiace informarvi che ciò di cui vi siete nutriti ieri sera era contaminato di Cianuro di Potassio, un veleno mortale>> iniziò a spiegare Cassandra.
<<Cosa!?>> dissero all'unisono i ragazzi.
<<Per sopravvivere a questa prova e passare alla prossima stanza, dovrete versare il vostro sangue nelle cisterne. Quando queste saranno piene, l'antidoto calerà sul tavolo, e bevendolo sarete salvi>> continuò a spiegare lei.
<<Il veleno è in circolo, prima della morte causerà forti mal di testa, sangue negli occhi e capogiri. Prego, iniziate>> disse infine.
Edgar si sentì intontito. Il veleno, tutto quel bianco nella stanza, lo fece sentire spaesato.
<<Ok ok... allora, vieni qui, ti mostro dove tagliarti>> disse Chad, ma Edgar non si mosse.
Chad si avvicinò a lui, gli spostò le maniche nere fin sopra all'incavo del gomito, e poi Edgar chiese sospettoso:
<<Perché devo versarlo io tutto il sangue?>>.
<<Lo verserò anche io, ma prima devo dirti quali punti puoi recidere senza farne uscire troppo e senza che tu possa morire dissanguato>> spiegò.
<<Perché lo fai, Chad? Ti prodighi così tanto alla mia sopravvivenza e nemmeno mi conosci>> disse Edgar.
<<Non c'è tempo per discutere. Devi recidere... in questi punti qui>> disse lentamente Chad, forse gli era scoppiato il mal di testa.
Edgar batté forte le palpebre, gli occhi gli bruciavano.
Prese dal tavolo un tubo di plastica: un estremità la infilò nel buco della cisterna, l'altra la tenne in mano mentre con la punta del coltello sul tavolo, incideva un punto sul polso, sopra una vena.
Non capiva come mai Chad invece stesse aspettando che finisse di utilizzare il coltello, visto che lui stesso ne aveva uno nascosto in tasca.
Quando il sangue iniziò a scorrere, Edgar vi posizionò l'altra estremità del tubo e uno spesso rivolo di sangue iniziò a colare nella cisterna.
Lo stesso fece Chad, ma con l'incavo del gomito.
<<Ti dirò io quando smettere e passare all'altro braccio. Di solito il sangue che può perdere una persona per non morire va a variare dall'altezza e dal peso, ma generalmente ne può perdere fino ad un terzo>> spiegò Chad.
<<E tu come mai sai tutte queste cose?>> disse Edgar.
Un leggero mal di testa iniziò a tormentarlo, il veleno stava facendo effetto, dopo tutte quelle ore passate.
<<Ero un bravo studente>> rispose Chad.
Il ragazzo fece cenno ad Edgar di smettere col sangue del braccio sinistro, e indicò un punto in cui recidere sull'avambraccio destro.
Edgar eseguì con cura ogni passaggio, i punti in cui aveva reciso la pelle gli bruciavano, gli facevano male, e la testa gli girava, non sapeva se per il veleno o per il sangue versato.
La sua cisterna era piena per un quarto, mentre quella di Chad era più o meno a metà.
Le cisterne non erano tanto grandi da riempire ma sembravano infinite.
<<Spero che ci diano del vino da bere, il sangue deve fluire in maniera omogenea>> disse Chad, cambiando braccio ancora una volta, la sua cisterna quasi piena.
<<Se passerete la prova, ovviamente potrebbe essere un buon premio per entrambi>> disse serenamente Cassandra.
Edgar riempì la sua cisterna per tre quarti, un mal di testa martellante, mentre Chad aveva ormai concluso.
Aveva le braccia sporche di sangue, ma non si ripulì: levò il tubo dal braccio di Edgar, e finì di riempire la cisterna da solo.
<<Che diamine fai!? Potresti morire dissanguato!>> disse Edgar.
<<Stai zitto e passa la pomata sui punti in cui hai bucato la pelle, e mettici anche dei cerotti>> disse Chad, mentre versava il suo sangue nella cisterna semi-piena.
Capì che doveva fermarsi non per il forte capogiro, ma perché l'antidoto fu calato sul tavolo.
Entrambi lo bevvero con foga, e subito dopo caddero nel vuoto.

The FallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora