Capitolo 11

24 2 0
                                    

Il mal di testa passò all'istante, gli occhi non furono più arrossati e la testa non girava più.
Erano stesi sul pavimento di una nuova stanza, erano deboli per il sangue perso.
<<Quanto manca alla fine delle prove?>> disse con un filo di voce Edgar.
<<Non è informazione che possiamo fornirvi, mi spiace>> rispose subito Cassandra.
Edgar non si rese conto che la stanza in cui si trovava, era immensa. Il soffitto sembrava esser alto metri e metri, e le pareti erano molto distanti dal punto in cui si trovava.
Un intera parete era fatta invece di quadrati di metallo grigio.
<<In questa prova vogliamo vedere quanto riuscirete a resistere vicino a una fonte di calore>> spiegò Cassandra.
<<Altro fuoco?>> chiese Edgar, alzandosi a sedere.
<<Mmh... Penso proprio di no.>> disse Cassandra.
D'un tratto, la parete ricoperta di quadrati di metallo emise un ronzio tenue, e ogni quadrato iniziò a prendere un certo colore giallastro.
<<Chad, sveglia su! È iniziata una nuova prova>> disse Edgar, scuotendo leggermente il corpo del ragazzo.
Egli però non sembrava muoversi.
<<Chad?>> chiese Il ragazzo sporgendosi verso il corpo svenuto.
La stanza sembrò salire di decine di gradi, i quadrati di metallo erano diventati di un giallo-arancio, come il colore del sole.
Nel caldo offuscante, Edgar cercò di ricordare il corso di primo soccorso che frequentò l'anno prima a scuola, e poggiò due dita sul collo per controllare la presenza del battito cardiaco.
Chad era ancora in vita, ma sicuramente era svenuto.
Edgar, mentre si asciugava con una manica la fronte imperlata di sudore, iniziò a dare qualche colpo sul viso di Chad.
Dopo qualche minuto, il ragazzo sbatté debolmente le palpebre.
<<Ma che succede?>> chiese, mettendo una mano davanti agli occhi per coprirli dalla luce abbagliante dei quadrati di metallo.
<<Emettono molto calore, beh penso che lo avrai notato>> disse ansante Edgar, fradicio di sudore.
<<Ci saranno almeno 40 gradi qui dentro.>> disse mentre si stendeva e si copriva il viso con le maniche della maglia nera.
<<Stenditi a pancia in giù e premi il viso contro il pavimento>> disse Chad.
Edgar obbedì e lo stesso fece Chad, ma il calore penetrava oltre i loro vestiti, fin dentro la pelle.
<<È come andare a fuoco!>> disse Edgar, chiudendo gli occhi.
D'un tratto però, la parete alla loro sinistra si alzò...
<<Cos'è questo rumore?>> chiese Edgar, alzandosi.
Un enorme onda d'acqua alta due metri incombeva nella stanza.
Non sapendo dove andare, Edgar e Chad si fecero inghiottire dall'acqua, che li risucchiò nonostante cercassero entrambi invano di arrivare alla superficie.
Stremato, Edgar perse i sensi...

Si risvegliò, al centro della stanza, completamente asciutto.
Essa non era più immensa e con una parete fatta di quadrati di metallo, ma risplendeva sempre del solito bianco accecante.
Con molta lentezza, Edgar si tirò su.
Chad era invece poggiato alla parete: faceva rigirare fra le mani il coltello che aveva tenuto per tutto quel tempo nascosto in tasca.
<<Ma cosa è successo? La prova è durata pochissimo...>> disse Edgar.
Chad sembrava preoccupato.
Si staccò dalla parete e a piccoli passi si avvicinò a Edgar, il coltello ancora alla mano.
<<Cosa fai!?>> chiese il ragazzo preoccupato, mentre si allontanava da Chad.
<<Scusa.>>
Chad accoltellò Edgar all'altezza del fianco destro.
Il ragazzo senti la pelle lacerarsi, e mentre il sangue iniziava a colare sul pavimento bianco, la vistagli si offuscò e lentamente cadde a terra.
Vide la parete aprirsi e un paio tacchi color turchese avvicinarsi, mentre una voce pre-registrata scandiva:
<<Esperimento fallito.>>

The FallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora