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Mi ritrovai in una stanza tutta buia. Vedevo solo una luce bianca apparire e scomparire di continuo da una porta accostata. Mi avvicinai e l'aprii.. Non potevo credere ai miei occhi. Recava in una stanza di ospedale molto particolare. C'era una ragazza sul lettino alla quale avevano "collegato" molti tubi di respirazione e altre cose. Mi avvicinai lentamente e poi la riconobbi.. Era la bellissima Camilla. Scoppiai in un pianto disperato e mi sentii girare di scatto da una persona che mi abbracciò e mi strinse.. Si trattava di Lorenzo:

- "Mi dispiace davvero tanto Angelica.."

- "Che cosa le è capitato??!"

- "È stata colpa di Zozo.. l'ha mandata in coma toccandola.."

- "È tutta colpa mia! Se non fosse stato per quella stupida tavola non le sarebbe successo nulla!"

- "Non è stata di certo colpa tua. Loro hanno deciso di aiutarti. Potevano benissimo rifiutare perché sapevano dei rischi che stavano correndo. È stata La Bambina a ridurla così non tu"

- "Avrei potuto fare qualcosa per salvarla e invece ora è in un letto di ospedale e.."

- "Angelica stai zitta! Non urlare che sennò spaccherai i macchinari e i tubi e morirà!"

Non sapevo davvero cosa fare perché ero davvero impotente. Non potevo fare nulla per lei e questo mi uccideva.. beh anche se ero già morta.. ma mi sembra che stessi morendo nuovamente. 

Dopo poco entrò nella stanca Stefano.. Era in lacrime e portava con sé uno specchio e delle rose. Li posò sul tavolo che stava di fronte al letto e le disse: "Sei bellissima anche ora che ti guardo.. Mi manchi davvero tantissimo e spero che un giorno potrò rivedere il tuo bel sorriso sul tuo viso e i tuoi bellissimi occhi verdi risplendere nuovamente riflessi nei miei." Io e Lorenzo restammo semplicemente a guardare. Poi il ragazzo di Cami prese una penna e fece un segnetto su un foglio attaccato al muro sopra il suo letto. Lo guadai meglio.. Stava segnando i giorni di coma che stava passando.. contai ben 147 giorni.. Erano passati 5 mesi dal rituale.. Per 5 mesi la mia migliore amica era rimasta bloccata in un letto incosciente.. Caddi per terra e pregai che si risvegliasse il prima possibile.. Chiesi a Lorenzo se ci fossero dei metodi per farla risvegliare e lui rimase zitto. Quando Stefano uscì dalla stanza dopo aver dato un bacio alla sua ragazza, mi avvicinai al letto. Poggiai la mia mano sulla sua e sentii una sensazione di freddezza assoluta. Chiesi il perché a Lorenzo e lui iniziò a spiegarmi che cosa stesse succedendo:

- "Devi sapere una cosa.. Non te lo volevo dire, ma hai il diritto di saperlo.. Le persone che vanno in coma non si risvegliano totalmente da sole.. Hanno sempre una "spinta" dall'altra parte, ossia dalla nostra parte, cioè quella delle anime. È difficile da comprendere.. Noi due siamo morti, ma non totalmente. I nostri corpi sono defunti, ma noi anime conteniamo una quantità di vita molto abbondante. Noi siamo delle vite disperse, ma con uno scopo preciso.. per questo ognuno ha la propria tavola.. Deve scoprire autonomamente la causa della propria morte.. certo puoi scoprirlo dai giornali e altre fonti, ma non saprai mai precisamente che cosa ti sia realmente successo. Ogni anima deve scoprire per filo e per segno tutti i fattori che hanno causato la propria morte e solo attraverso la memoria che ci è stata cancellata degli ultimi attimi della nostra vita in teoria potremo saperlo. Attraverso il rito ci sarebbe stato detto precisamente come siamo morti.."

- "Si ma taglia corto.. Non mi interessa più trovare la pace.. tanto non lo sarò mai totalmente sapendo che ho messo a rischio la vita della mia migliore amica.."

- "Appunto lasciami finire. Puoi salvarla. Devi semplicemente darle la spinta necessaria.. Ossia donarle tutta la vita che la tua anima contiene e poi tu sarai in pace.. Poterla salvare sarà il tuo nuovo scopo se ne sei convinta."

- "Come si fa?! Lo farò subito."

- "Devi semplicemente toccarle il cuore e dirle che le donerai la tua vita.. Ma prima lascia che ti dica una cosa.."

- "Non chiedermi di non farlo o di aspettare perché appena mi dirai ciò che hai da dirmi io lo farò subito."

- "Ti amo Angelica"

Rimasi pietrificata. Non sapevo cosa dirgli. Mi litai a fissarlo.. pensai che non aveva senso perché eravamo delle anime.. non delle persone vive.. Mi limitai ad avvicinarmi lentamente a Camilla senza dare le spalle a Lorenzo.. Appoggiai la mia mano sul suo cuore e le dissi: "Ti dono la mia vita". Pian piano vidi sempre più sfuocata e incerta la figura di Lorenzo.. fino a non vederla più. Vidi tutto bianco e sentii un dolore insopportabile che mi attraversava tutto il corpo e la voce di Lorenzo che gridava il mio nome e mi pregava di non lasciarlo. Sentii la sua mano che mi prese il polso me lo alzò e ritornai nuovamente nella stanza di ospedale. 


AngelicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora