Capitolo 9

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9.


Sbadigliai sonoramente nello svegliarmi, quella mattina.

E strizzai gli occhi subito dopo quando, a sorpresa, un raggio di luce ramingo mi ferì gli occhi.

Questo mi portò a balzare fuori dal letto come una molla, rischiando così di scaraventare a terra Rey.

Erano passate quasi tre settimane dalla visita di Conner e, dopo quel brutto momento di impasse, Rey era tornato ad aprirsi con me.

E a dormire con me.

Non eravamo ancora arrivati al dunque, visto che io non avevo avuto il coraggio di sondare altri ricordi nella mia memoria.

Un contatto intimo come un atto amoroso, avrebbe previsto che lui toccasse anche le zone in cui erano ancora presenti i glifi, perciò avevamo evitato.

Si era accontentato di dormirmi accanto, lasciando che le sue labbra indugiassero sulla mia pelle in lente carezze.

Io, invece, avevo avuto più libero accesso al suo corpo, ma mi ero astenuta dall'avventurarmi troppo in là, per non apparire egoista.

L'idea di non farlo mio, però, si stava rivelando davvero pessima, e la paura di scoprire altri segreti del mio passato, cozzava violenta contro il desiderio di averlo.

"Ma che succede?" brontolò Rey, passandosi una mano tra la ondulata zazzera di neri capelli.

Gli sorrisi, aprendo completamente le imposte e, eccitata, esclamai: "C'è il sole! E c'è una temperatura umana!"

Rey mi raggiunse ciondolante, i pantaloni del pigiama sbilenchi su un fianco.

Era a torso nudo, come piaceva a me, più che a lui.

Mi aveva confidato di detestare dormire con qualcosa addosso ma che, per me, aveva fatto un'eccezione.

La sola idea di vederlo completamente nudo era un ulteriore guaio, unito ai tanti che già mi facevano combattere contro il desiderio di fargli aprire gli ultimi glifi.

Soprassedetti a quei pensieri lascivi per tornare a volgere lo sguardo verso la campagna assolata, e sorrisi.

Lui mi avvolse la vita con le braccia, mentre io ammiravo il cielo terso e le verdeggianti colline. Poggiato il mento sulla mia spalla, guardò fuori e assentì.

"Ebbene sì. Aprile, finalmente, ci ha concesso una tregua dal maltempo. Cosa dovrebbe significare, di così eccitante, da svegliarmi così di buon ora, scusa?"

Mi volsi mogia verso di lui, trasmettendo attraverso gli occhi tutta la mia tristezza all'idea che si fosse dimenticato della promessa.

Ma, come sempre, Rey non aveva dimenticato.

Era ben difficile che dimenticasse qualcosa che poteva rendere felice gli altri.

La cosa, poi, risultava quasi impossibile, se si trattava di far felice me.

Anche di questo, gli ero grata.

Non mi ero mai sentita così protetta, a livello emotivo, come da quando avevo messo piede nella sua tenuta.

Ogni suo più piccolo gesto, dal darmi il bacio del buongiorno, allo sfornarmi i muffin al lampone – che avevo scoperto di adorare – tutto era mirato a rendermi allegra.

A farmi godere di ogni istante.

Stava diventando difficile persino ricordare la mia vita senza di lui, che ora mi appariva vuota e priva di attrattive, se non incorporavo Rey nell'equazione.

Eternal dream - Irish Series Vol. 4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora