Epilogo
Vent'anni dopo.
"Giuro, mi sto chiedendo da chi hai preso, Aidan" brontolai, fissando contrariata il mio primogenito di diciotto anni.
Appariva contrito quanto un branco di squali in caccia e, sul suo viso affascinante, svettava un sorriso sghembo che tanto mi ricordava suo padre.
"Ora, di colpo, rammento" sospirai un attimo dopo, lanciando un'occhiata a Rey, che stava sistemando il pattino della slitta di Bridget, la nostra terzogenita di dodici anni.
"Ho fatto qualcosa?" ironizzò a quel punto lui, levando lo sguardo a scrutarmi.
Non occorreva che mi guardasse, per capire che mi stavo rivolgendo a lui.
Le nostre menti erano così interconnesse da non aver bisogno dell'uso della vista, o della parola, per casi come questo.
"Vedi un po' tu. Aidan ha fatto un autentico disastro, con la sua aeromobile nuova, e sembra che a te non interessi."
"La possiamo aggiustare. Dov'è il problema?"
Sospirai esasperata e, lanciato nuovamente uno sguardo irritato al mio scapestrato figliolo, ringhiai: "Il fatto che tu possa manipolare la materia, non vuol dire che tu debba farlo. Ti devi comportare come un qualsiasi altro ragazzo della tua età, lo vuoi capire?"
"Ma non sono uguale agli altri!" protestò Aidan, mettendo un broncio adorabile.
Ecco, in questo assomigliava a me.
Sospirai nuovamente, lasciando perdere la rabbia e, uscita che fui da casa per controllare di persona i danni all'auto, gli avvolsi la vita con un braccio e dissi: "So benissimo che è difficile e credimi, sono passata anch'io attraverso questa fase. Ma il mondo non è pronto a scoprire che tu sei un semidio di antica stirpe, che hai il controllo sui metalli e che puoi manovrarli a tuo piacimento. Ti pare?"
"Potrei dire che sono come Magneto. Un X-Men."
La sua ironia non mi piacque per niente, e Aidan lo capì immediatamente. Reclinò mogio il capo e se ne stette zitto.
"Pensi che, se ti credessero un mutante, sarebbe meglio? Sbaglierò, ma nei film che fecero su quei fumetti, non andava mai a finire bene, il rapporto tra umani e mutanti. Ora non hanno fatto uscire qualche spin-off, o sbaglio? E penso che anche lì le grane siano sempre le stesse."
"E allora, cosa dovrei fare? Stare per sempre da solo? Nascondere per sempre – letteralmente – che sono diverso?" protestò a quel punto lui, mettendo voce a tutti i miei più sentiti timori.
Lanciai uno sguardo alle panchine del parco dinanzi a casa e, dopo averlo accompagnato lì, osservai i rami delle betulle danzare al ritmo della lieve brezza pomeridiana.
Il sole, raro nel mese di maggio, brillava diafano ma abbastanza caldo e, nel sorridere a mio figlio, mormorai comprensiva: "So che è difficile, Aidan, e niente di quello che ti dirò potrà sembrarti giusto, adesso. Ma sappi che io e tuo padre ti amiamo, così come le tue sorelle, la nostra famiglia allargata o i membri del branco di Cork. Non è mai facile per nessuno essere unici ma, da questa consapevolezza, verranno la tua forza e il tuo coraggio. E forse, un giorno, troverai la persona giusta a cui confidare tutto questo, a cui cedere quella parte di te che più tieni celata."
"A un'umana che perderei nel breve arco di un battito di ciglia?" mi rinfacciò con tristezza infinita.
Ripensai a Rey, ai timori di perderlo perché umano, ma non me la sentii di sobbarcare Aidan di quel segreto.
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Eternal dream - Irish Series Vol. 4
FantasyLithar mac Lir è una guerriera indomita senza paura, ma nasconde un segreto ai suoi stessi fratelli, segreto conosciuto soltanto dai genitori. Questa verità celata, però, le si rivolterà contro quando, un giorno, scoprirà di non conoscersi affatto...