Capitolo 7

630 51 0
                                    



7.


Seduta a gambe intrecciate nel mezzo del salotto, osservavo dubbiosa il volto serio di Rey, accomodato sul tappeto – dinanzi a me – in posizione simile alla mia.

Sul divano, nonna Gwendolin ci osservava attenta, le mani scheletriche poggiate sul bastone da passeggio.

Il fuoco crepitava nella stufa di maiolica, rilasciando il suo calore benefico in tutta la casa.

All'esterno, la neve cadeva fitta, annullando odori e rumori.

Se avessi chiuso gli occhi, avrei potuto immaginare di trovarmi nel vasto oceano, circondata solo da acqua e null'altro.

Mi lappai le labbra, nervosa, e lanciai un'occhiata preoccupata in direzione di nonnina, che però annuì confortante.

"Non avere paura, bambina. Se ci saranno problemi, interverrò io. So come fare."

"Solo se non ci sono rischi per te, nonnina" sottolineai per la centesima volta.

Ero andata avanti così per un'ora buona e, ogni volta, nonna Gwen mi aveva sorriso bonaria, quasi divertita dai miei timori.

Lei mi sorrise per la centesima volta, e così pure Rey, che afferrò saldo le mie mani, rassicurandomi.

"Ci proveremo, Litha e, se senti di non farcela, interromperemo tutto."

Assentii, mordendomi il labbro inferiore per la tensione nervosa.

Dopo i primi flash sul mio passato, ottenuti grazie al tocco casuale di Rey, non avevo più tentato di sondare la mia mente... o i miei ricordi.

Di fronte a una simile possibilità, però, sarebbe stato sciocco non tentare di nuovo.

Ero fuggita da casa proprio per ritrovare me stessa, e la mia strada senza meta mi aveva condotto fortuitamente qui, nell'unico posto in cui avrei potuto trovare aiuto.

Non lanciarmi in questa sfida, avrebbe significato comportarsi da codardi.

E, come aveva tenuto a sottolineare anche Sheridan, io non ero una codarda.

Annuii ancora e, sollevate le mani di Rey, le poggiai sulle mie spalle, in corrispondenza dei glifi bruno dorati.

Immediatamente, lampi argentati balenarono nella mia mente impreparata.

Serrai gli occhi, come cercando di imbrigliare quel ricordo, di dargli una forma solida, concreta.

Rey accentuò la stretta, mormorando roco, rassicurante: "Respira, Litha. Ascolta il battito del tuo cuore."

Inspirai a fondo, lasciando che il flusso del mio sangue, all'interno del corpo, mi desse un ritmo da seguire.

Il bagliore scemò lentamente, permettendomi così di scorgere nuovamente il volto di due mesi addietro.

Bruni capelli lunghi, occhi d'ametista e un sorriso.

Il sangue le colava dalla fronte da un taglio piuttosto brutto, ma lei non sembrava badarci.

Ancora un bagliore d'argento.

Una lama!

Udii un tonfo, e il mio campo visivo cambiò prospettiva, come se osservassi l'intera scena da terra, su un fianco.

Aggrottai la fronte, poggiando le mani su quelle di Rey perché approfondisse il contatto con la mia pelle.

Come se questo potesse rendere più chiaro il ricordo.

Eternal dream - Irish Series Vol. 4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora