La Spada delle Valchirie

Capitolo 11

-Maledizione!- sento dire da qualcuno.
Mi alzo da terra liberandomi lentamente dalle pelli che mi hanno messo addosso per coprirmi e, piano piano, mi dirigo verso la voce.
Qualcuno sta discutendo convinto di non essere sentito da nessuno.
Quanta ingenuità, almeno abbassare la voce, no?

-Non era previsto? Edzard! Ero convinta fossi riuscito ad eliminare il ragazzo, così le cose si complicano.- dice un'altra voce, a parlare è una donna e sembra anche piuttosto adirata.
Mi avvicino ancora di più nascondendomi dietro a un albero; grazie a Dio è buio pesto e nessuno può vedermi.

Edzard, eh? Cosa stai tramando stupido cavernicolo?
-Mia signora, il ragazzo è privo di forza e di difese. Non sarà un problema eliminarlo ora.- risponde Edzard.
Con sguardo corrucciato mi spiego giusto il necessario per capire chi sia questa "signora".
-Ebbene illuminami, Edzard. Come possiamo eliminarlo senza destare sospetti, mh?- lo sfida la donna.

La poca luminosità che emana la torcia che ha in mano il vichingo mi permette benissimo di vedere il viso della donna.
Non avevo alcun dubbio. Quella serpe... Non mi è piaciuta sin dall'inizio quella Freya. Che cosa vogliono fare? Cosa stanno confabulando quei due?

-Lo voglio morto, Edzard. La Spada delle Valchirie deve essere mia, hai capito?- dice la rossa con tono minaccioso.
-Ma Eiliv, il ragazzo, se morisse ora sarebbe strano.- risponde l'uomo.
-Non m'interessa. Fallo sembrare un incidente, lo voglio fuori dai piedi. Successivamente ci occuperemo di quella stupida di sua sorella. Elimineremo lei e- Freya si interrompe voltandosi verso la direzione in cui sono nascosta.

Dannazione. Stupidi ramoscelli!
Pensa in fretta, Nissa. Arrivano!
Bene, mi rimane una sola cosa da fare: sonnambulismo. Banale? Può essere, ma può funzionare.

-Chi diavolo è? Chi sei?- sento urlare.
Uno, due, tre... Esco allo scoperto e inizio a camminare con lo sguardo perso nel vuoto.
Ormai è fatta. Ho combinato un casino ma posso ancora salvarmi.
Vedo Edzard venirmi incontro con la spada tesa nella mia direzione, lo ignoro e continuo a camminare verso Freya, la quale si sposta, lasciandomi passare. Mi segue incuriosita dal mio comportamento.

-Ma cosa sta facendo? Mi ha ignorato.- dice Edzard vagamente offeso.
-Non ti ha ignorato, sta dormendo.- gli risponde la rossa ridendo nervosamente.
-Per un attimo ho temuto ci avesse scoperti. Avanti, riportiamola dagli altri.- dice Freya.
Sento dei passi veloci dietro di me e qualcuno che mi solleva. Edzard.
Non oppongo resistenza, dopotutto devo fingermi addormentata... Più o meno.

Devo escogitare un piano, vogliono uccidere mio fratello. Se non mi ingegno al più presto rischierò di perderlo di nuovo e io sarò la prossima. Ma perché? Perché fare una cosa simile?
Non penso sia una buona idea parlarne con Yngve, penserà che sono accecata dalla gelosia e lo stesso potrebbe pensarlo Ragnar. Ma Olson, Astrid e Rydell potrebbero aiutarmi, mi crederebbero di certo.

Vengo posata a terra e coperta nuovamente con le pelli per stare al caldo. Non faccio nulla, decido di chiudere gli occhi e tentare la via di Morfeo, domani mattina potrò ragionare con più tranquillità.

~ ~ ~

Il mattino non tarda ad arrivare e vengo malamente svegliata da qualcuno.
-Ehi, scema! Indovina a chi è tornata la vista?- dice una Rydell tutta bella e pimpante.
Sgrano gli occhi incredula e la abbraccio.
-Non ci credo!- strepito felice.
-Nemmeno io! Tuttavia... Che faccia che hai. Il tuo naso è tutto rosso.- dice la biondina guardandomi divertita.
-Un albero mi ha attraversato la strada...- rispondo massaggiandomelo piano.

La ragazza ride e annuisce: -Ho sentito che Yngve ti ha riportata in braccio ieri sera e che il tuo volto era una maschera di sangue. Peccato che la vista mi sia ritornata poco fa... Sarebbe stato fantastico vederti ridotta così per un semplice albero.-
-Che cattiveria! Non sai che male... Ma come ha fatto a tornarti la vista?- chiedo piuttosto incuriosita.