Capitolo 14

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Vago per un'oretta buona intorno al monastero e soffermandomi, infine, davanti all'enorme portone di legno scuro. Basterebbe aprirlo e uscire per ritrovarmi da sola, in mezzo al nulla, esposta e priva di protezione. Al buio. 

Esito per un po' prima di dargli le spalle e avviarmi verso il fitto e piccolo boschetto dove, il pomeriggio, ero stata con mio fratello.

Non ci sono pensieri nella mia mente, lei è stranamente sgombra, calma piatta e tutto ciò è quasi surreale. 

Potrei tranquillamente addormentarmi qui e risvegliarmi domattina come se nulla fosse. Incredibile. 

-Che stai facendo?- 

All'improvviso questa voce compare dal nulla strappandomi un urlo di paura. 
Raccolgo un ramo da terra e inizio ad agitarlo nel vuoto apparendo molto più ridicola di quanto già non fossi.

-Ma che stai facendo?- ripete la voce tra una risata e l'altra.
-Chi sei? Chi c'è là?- chiedo stizzita dal tono del soggetto.
-Per gli dèi, Nissa. Sono Yngve.- risponde la voce.
Mi blocco, cerco di mettere a fuoco la sagoma che, lentamente e con cautela, si avvicina. Probabilmente teme che possa colpirlo con una bastonata ben assestata.

-Bene. Che cosa vuoi?- chiedo incrociando le braccia al petto.

-Potresti dirmi perché mi tratti così male... tanto per cominciare.- risponde il biondo con tono ovvio. Sospiro e faccio un gesto vago con la mano e dico: -Io non ti tratto male. Ti tratto come tratterei un amico.- 

-Cosa?- replica lui sorpreso.

-Fratello?- chiedo alzando un sopracciglio. Sì, lo sto solo prendendo in giro e dovrei darci un taglio.

-Addirittura. Va bene, ascolta non mi va discutere a me interessa solo la verità.- dice Yngve sospirando e diventando improvvisamente serio. -Voglio che tu sia sincera, per una volta Nissa, sii sincera con me. Non nasconderti dietro a giri di parole e sguardi indecifrabili. Almeno con me sii onesta, vorrei solo questo.- dice, il tono sembra stanco, lo sguardo di una persona che ormai si è rassegnata e che vorrebbe solo capire una cosa per poter passare oltre. 

Lo guardo senza dire nulla, non ancora. L'oscurità ci circonda ma sembra quasi che Yngve stia per essere ingoiato letteralmente da essa. E io sono qui, me ne sto qui senza fare nulla... Senza dire nulla per poterlo aiutare. Inutile come sempre. 
Prendo un profondo respiro e faccio un passo verso di lui quando un suono attira la mia attenzione.
Sempre nei momenti meno opportuni.

Guardo il ragazzo di fronte a me, tiene gli occhi chiusi e solamente quando sento una leggera pressione alla mano mi rendo conto che ha incrociato le sue dita con le mie.

-Maledizione.- impreca dandomi le spalle e tenendosi esattamente davanti a me, come per proteggermi da qualcosa.

-Che succede?- chiedo incuriosita e preoccupata al tempo stesso.
-Vorrei saperlo anche io.- risponde lui voltandosi quel po' per permettermi di vedere il suo profilo. 
-Resta qui. Non ti muovere per nessun motivo.- dice estraendo l'ascia. 

Quelle parole hanno il potere di raggelarmi il sangue. Erano quasi le stesse usate da Eiliv quando attaccarono Cremer. Sgrano gli occhi e non appena vedo Yngve muovere un passo verso il monastero lo blocco e lo costringo a voltarsi.

-Se rischi di morire o io rischio di morire questa notte... Beh allora sarò sincera.- dico.

Gli afferro il volto tra le mani e velocemente avvicino il suo viso al mio e lo bacio. Un bacio che non dura molto, che sembra un bacio privo di ogni sentimento, ma così non è. E' un bacio rubato al tempo che scorre, in questo momento più veloce che mai, un bacio che non ammette repliche. 
-Il primo "ti amo" vero che abbia mai detto.- dico e, prendendogli la spada che aveva ancora nel fodero, inizio a correre verso il monastero.

Inizio a sentire odore di fumo e di bruciato e più mi avvicino inizio anche a sentire grida e rumori metallici. Dietro di me sento Yngve minacciarmi se non mi fermo ma ormai è tardi e io non ho comunque intenzione di fermarmi.

Esco fuori dal boschetto e quella che mi si para davanti è la stessa scena che vidi a Cremer un anno prima con l'unica differenza che ora sono preparata. 


... e mentre penso proprio questo per poco un uomo enorme non mi vola addosso se all'ultimo non mi fossi scansata.
-Bell'entrata in scena!- ridacchia Rydell che mi si affianca con il viso sporco di sangue e fuliggine. Il suo modo di comportarsi mi fa quasi paura, il suo sorriso ha un che di demoniaco. 
-Quasi morta schiacciata, incredibile! Avanti, ragazza, vai a decapitare un po' di selvaggi!- urla la bionda prima di scomparire nuovamente nella mischia. 

Faccio un paio di passi avanti quando, di nuovo e a sorpresa, mi si para davanti un altro uomo che mi urla in faccia agitando le braccia e preparandosi a infilzarmi. In preda al panico gli pianto la spada nel petto e la estraggo con violenza e urlando a mia volta... ma dalla paura. Fisso sbigottita l'uomo accasciarsi a terra puntando il suo sguardo sul mio, totalmente sgomento, e io osservo la sua vita scivolare via in una stupida pozza color cremisi. 
Io non sono fatta per uccidere, il fatto che abbia voglia di vomitare l'anima ne è la conferma. 
Cerco di riprendermi e alzo lo sguardo, osservando la scena, vedo tutti cavarsela benissimo. Astrid combatte contro un uomo che sarà il doppio di lei ma la sua stazza la aiuta, la ragazza, infatti, passa abilmente sotto le gambe dell'uomo e dopo una piroetta conficca un pugnale nella schiena dell'uomo ripetutamente. 

Un pugnale... lei ha ucciso un uomo con un pugnale dopo aver combattuto con onore, senza dover fare il minimo sforzo per tenergli testa e poi ci sono io. 

Io, che pianto una spada nel petto di un uomo a causa di uno spavento, un riflesso involontario.
Io, ripeto, non sono fatta per uccidere.

Avanzo ancora, cercando di capire che cosa dovrei ora. Non tengo nemmeno la spada sollevata e pronta ad usarla ma, anzi, me la sto trascinando dietro come se essa pesasse troppo. A pochi passi di distanza c'è un cadavere e accanto ad esso due paia di asce. E' uno dei nostri... ma non lo riconosco. Ad ogni modo non posso che rallegrarmi per lui, secondo loro, chi muore va nel Valhalla a banchettare con gli Aesir e dove ci si prepara ai Ragnarok. Se ciò fosse vero, non posso che rallegrarmi della sua dipartita.

Raccolgo le due asce e lo fisso: -Probabilmente non dovrei ma... queste te le chiedo in prestito questa prima e ultima volta, vecchio mio.- dico sorridendo.
Quando alzo lo sguardo, dopo averle contemplate per un'istante, vedo Yngve e Ragnar combattere contro degli avversari assai imponenti ma mentre Yngve si prepara a parere un colpo vedo un altro di quei giganti correre verso di lui.

-Ma che vigliacco!- sbotto sconcertata e senza pensarci due volte inizio a correre contro il "pazzo" che vedo fermarsi e scoppiare a ridere difronte alla mia avanzata... un po' impacciata lo devo ammettere.
Già, lui ride, peccato non abbia ancora visto le mie due nuove amiche. Non appena gli sono a pochi passi di distanza e, man mano che la distanza si accorcia, mi preparo a caricarlo. Spiccando un bel salto tiro fuori le mani da dietro la schiena e lasciandogli ben vedere le asce che ho a disposizione. Il suo sguardo diventa di puro terrore, consapevole che ormai è troppo tardi per poter fare qualcosa. Un'ascia gli si pianta nel cranio mentre l'altra nella spalla. 
In ogni caso cado a terra e, insieme a me, l'uomo privo di vita.

Distesa a terra apro gli occhi e fisso il cielo sopra di me. 
Notte buia, niente stelle. Solo sangue e morte. Ancora e ancora. 

-Nissa!- urla una voce. Abbasso lo sguardo vedendo Yngve inginocchiarsi accanto a me pronto a fare chissà cosa per riportarmi in vita. Mi metto a sedere senza difficoltà e lo guardo per bene: 

-Ho ucciso due persone.- dico rabbrividendo e guardandomi le mani sporche.

-Se non fa per te non ti abituerai mai.- risponde Yngve passandomi una mano sulla testa.

-Il punto è che... potrei davvero farci l'abitudine.- concludo con una smorfia e alzandomi. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 13, 2018 ⏰

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