Capitolo 2

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Osservo in silenzio i gemelli ed Edzard parlare amichevolmente con Thorin; noto subito che il modo in cui si pongono è di profonda reverenza, deduco quindi che quest uomo abbia una certa importanza per questa gente.

Accanto a me è rimasto Olson, anche lui in silenzio, tiene lo sguardo fisso a terra, come se Thorin il Vecchio lo mettesse a disagio.

-Allora, vediamo un po' questa ragazza.- dice l'anziano avvicinandosi a me incuriosito.
Non posso fare a meno di indietreggiare di un passo e mostrando una certa diffidenza.
Thorin sorride, probabilmente di aspettava un gesto del genere.

-Sono solo un povero vecchio, Nissa. Cosa potrei mai farti?- mi chiede, lasciandosi sfuggire qualche colpo di tosse. So bene che lui non potrebbe farmi nulla, lancio uno sguardo veloce a Edzard, Yngve e Ragnar. Anche se l'aspetto dei gemelli non è così imponente come quello di Edzard, mi lasciano comunque con un certo senso di angoscia.

-Non temere, non ti faranno nulla nemmeno loro.- continua Thorin con tranquillità. Onestamente non so se credergli o meno ma decido, comunque, di rilassarmi e apparire più ben disposta ad ascoltare cosa mi voglia dire, lui o chi altro.

-Vieni, ragazza. Sediamoci un po' più lontani, più distanti da orecchie e sguardi indiscreti... Ti va?- mi chiede Thorin prendendomi la mano e facendo segno agli altro di seguirci.
Senza attendere una risposta ci conduce nel folto della foresta e, man mano che avanziamo, gli alberi si fanno sempre più fitti, non che la cosa mi infastidisca, anzi.

Respiro profondamente, assaporando ogni boccata d'aria fresca, c'è il delicato odore del muschio e il dolce profumo dei fiori e resina.
La luce che filtra, timida, tra i rami degli alberi, compie dei simpatici giochi di luce ed ombra sui volti di ognuno di noi. Sorrido.

-Bene, qui può andare... Cosa ne pensi Edzard, vecchio mio?- chiede Thorin volgendosi all'uomo imponente dietro di noi. Quest ultimo annuisce facendo anche una scrollata di spalle, come se non gliene importasse proprio nulla.
Ci sediamo a terra.

Ringrazio mentalmente Olson per essersi seduto accanto a me, avere accanto Edzard non lo avrei in nessun modo tollerato.
Davanti a noi è seduto Thorin il Vecchio, lo sguardo fisso nel vuoto.
Tutti lo guardiamo, in attesa, e il silenzio che cala non è solo imbarazzante, ma anche abbastanza irritante.
Perché tutti questi misteri, mi chiedo.

-Ragnar, hai consigliato tu di lasciarla in vita, giusto? Per quale motivo?- chiede ad un tratto il vecchio rompendo il silenzio.
Devo dire che la sua domanda non fa una piega, anche io ero piuttosto sorpresa quando ieri notte ha suggerito di risparmiarmi.
Mi volto verso il diretto interessato trovandomi, però, faccia a faccia con il suo gemello... Yngve che, invece, guarda me con particolare interesse.
Presa alla sprovvista mi affretto a distogliere lo sguardo, arrossendo, e concentrandomi nuovamente su Thorin.

Nissa, ma che ti prende? chiede una voce dentro alla mia testa. La ignoro.

-Sappiamo tutti che la gente di Cremer era particolarmente dotta. Erano famosi per la loro profonda conoscenza in vari campi. Lei mi sembra particolarmente sveglia, anche se si potrebbe dire il contrario. Potrebbe aiutarci.- spiega Ragnar con fare sbrigativo.
Faccio per replicare, vorrei chiedere di che cosa stiano parlando, sono un po' spaesata. Vorrei anche ringraziare Ragnar per avermi lodata, se così si può dire... Ma vengo interrotta ancor prima di proferir parola.

-Parli della Spada delle Valchirie?- chiede Yngve anticipandomi.
Il fratello annuisce.
-È da tempo ormai che la cerchiamo, non penso proprio che una ragazzina pelle e ossa come lei possa condurci alla spada.- dice Edzard irritato.
Accidenti, com'è fastidioso. penso facendo una smorfia e alzando il viso verso il cavernicolo, fulminandolo con lo sguardo. Mi stava forse giudicando dall'aspetto?
Accanto a me sento Olson ridacchiare dopo aver visto la mia reazione.

La Spada delle ValchirieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora