Capitolo 1

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Sono sempre stata una persona timida da piccola, non amavo fare amicizia dato che non ne capivo l'utilità. Io stavo bene nel mio piccolo, non mi sforzavo assolutamente per apparire simpatica agli occhi degli altri bimbi di Cremer.

Mi avrebbero ignorata comunque e se non lo facevano evitavano volentieri di avere qualcosa a che fare con me.

Come sono adorabili i bambini tra loro, eh?

Era come se avessi una qualche strana malattia, tuttavia questo loro atteggiamento non mi sfiorava minimamente perché io avevo...

-Nissa!!!- urlò una voce vivace. Sorrisi.
Come dicevo, io avevo Eiliv.
Mio fratello si sedette accanto a me, sull'erba, porgendomi dei frutti di bosco.

-Grazie.- dissi prendendoli in mano ed iniziando a mangiarne qualcuno. Chissà perché... Non riuscivo a percepirne il gusto.

-Hei! Svegliati!- esclamò d'un tratto Eiliv facendomi sobbalzare.

-Avanti, muoviti! Svegliati!- continuò mio fratello iniziando a darmi dei violenti spintoni. Lo guardai sbigottita. Che diamine gli stava succedendo?

-Eiliv, ma che cos- iniziai a dire ma fui interrotta da un tremendo dolore all'addome che mi spezzò il respiro.

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Apro gli occhi.
Un sogno. Solo un maledettissimo sogno.

Tento di portarmi le mani al punto in cui provo dolore accorgendomi, purtroppo, di essere stata legata.

Sospiro alzando gli occhi all'azzurro cielo.

Maledizione, sono finita proprio nei guai. Ma cosa mi è saltato in mente? Ero impazzita? E non sono nemmeno riuscita a salvare Eiliv...

-Ah finalmente si è svegliata. Molto bene.- dice la voce rude di un uomo.
-Chi non si sveglierebbe dopo un calcio simile?- replica un'altra voce più gioviale e amichevole.

Osservo le due figure davanti a me, sono due uomini.
Uno è molto alto e robusto, il volto dai lineamenti duri e decisi e un'espressione truce, lunghi capelli crespi e di un castano spento e una folta barba del medesimo colore.

L'altro è un giovane più basso e mingherlino, dalla carnagione chiara rovinata solo da parecchie cicatrici, i capelli corvini gli incorniciavano il volto sottile e quasi femmineo, due occhi che parevano di ghiaccio e un sorrisino furbo dipinto sulle sue labbra.
Rimasi incantata, e turbata allo stesso tempo, dalla sorprendente somiglianza che vi è tra questo giovane ragazzo e il mio povero fratello.

-Ad ogni modo... Perché non la sleghiamo?- chiede il giovane.
-Ma dico, hai aria o cosa in quella testa?- replica l'uomo più anziano scuotendo il capo.
-Accidenti, era solo una domanda.- sbotta l'altro incrociando le braccia sdegnato.
-Sei tutto tuo padre. No, non possiamo perché potrebbe cogliere l'occasione e fuggire.- spiega l'uomo, ora con più gentilezza.

Come dargli torto? Lo avrei fatto sicuramente anche a costo di venire uccisa cosa che potrebbe comunque accadere da un momento all'altro.

-Ma Edzard... E se la slegassimo e la tenessi d'occhio io?- tenta di nuovo il ragazzo con un po' di incertezza.

Aspetta... Edzard? Sgrano gli occhi guardando meglio l'uomo robusto davanti a me. I miei sospetti vengono subito confermati: è l'uomo che mi ha strappato Eiliv da questo mondo.
Mi mordo il labbro inferiore pensando ai vari modi in cui potrei ucciderlo... E sarebbero parecchi.

-La terresti d'occhio tu? Ma non farmi ridere!- ridacchia Edzard, dedicando poi tutta la sua attenzione a me e io non so se preoccuparmi o meno.
Il suo sguardo mi fa tremare fin nelle viscere e ora non posso fare a meno di guardarmi intorno a disagio e con un po' di timore.

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