Black out

431 47 27
                                    

A Marineford era una tiepida serata estiva e soffiava un vento leggero che, con il sollievo di tutti, stava rinfrescando l'isola dopo l'afosa e asfissiante giornata. La temperatura, influenzata anche dalla vicinanza del mare, era perfetta per rilassarsi e prendere una boccata d'aria senza collassare per il caldo.
Sengoku si trovava nel suo ufficio tra imponenti pile di scartoffie e avvisi di taglia scrivendo e revisionando centinaia di fogli.
Certo che il mio lavoro non dà tregua, pensó l'uomo posando la penna sul tavolo e concedendosi un attimo di pausa.
All'improvviso le luci della stanza si spensero e un pensiero attaversó la mente preoccupata del Grand'ammiraglio. Si giró verso la finestra e vide che effettivamente era saltata la luce in tutta l'isola, anche se lui conosceva già il colpevole. Si alzó e si diresse con calma verso l'uscita, ma non fece neanche in tempo a compiere due passi che inciampó imprecando nel cestino dei rifiuti e cadde a terra con la grazia di un elefante.
Quel bastardo... Ora me la paga.
Si alzó e aprì la porta della stanza con furia facendo sbattere la porta.
-BORSALINOOOO!!- Urló in preda all'isteria.

Dopo qualche minuto, da dietro l'angolo, spuntó un ammiraglio rilucente dall'aria confusa, che camminava per i corridoi senza preoccuparsi della mancanza di luci... Non che a lui servissero granché, visto il materiale di cui era fatto.
-Sengoku-san che hai? Perché urli?- Chiese tranquillo Kizaru.

-Perché urlo? Dio, ma hai visto che l'intera isola di Marineford é sprofondata nel buio più totale?- Il Grand'ammiraglio non ne poteva più di stare a contatto con certi incompetenti e la faccia da schiaffi di Kizaru, che oggi lo era ancora di piú, e la sua irritante voce non aiutavano affatto. Avrebbe voluto dargli una sberla così forte da farlo finire a Marijoa, ma persino un semplice schiaffo sarebbe risultato inutile visto che l'uomo era intoccabile.

-E io cosa c'entro?- Chiese l'altro con fare da vittima mentre piegava la testa di lato e puntadosi con il dito.

-Non lo so-, inizió Sengoku - Forse perché gli ultimi dieci black out li hai causati tu giocando con il contatore?- Finì seccato.

-Mi dispiace ma io non ho fatto proprio nulla-, disse con aria di superiorità. -Volevo giocare con il contatore, ma sembra l'abbiano spostato. Non lo trovo più.

Il Grand'ammiraglio squadró Borsalino e sembrava proprio che quel deficiente stesse dicendo la verità. Peró, oltre a lui, chi altro era capace di produrre così tanta energia da far saltare la luce in tutta l'isola?
La risposta arrivó volando. Un sottile filo di fumo passó sotto i nasi dei due uomini facendoli tossire.
Kizaru si sventoló una mano davanti al viso. -Qualcosa brucia..

-NO?! DAVVERO?!

Intanto un gruppo di marines stava correndo per il corridoio e per poco non si scontró con i superiori. I marines si fermarono facendo un segno di saluto e uno di loro si fece avanti.
-Grand'ammiraglio... La cucina... Be', é appena saltata in aria.

-Interessante-, disse Kizaru.

-BRUTTO IDIOTA!! Interessante un corno!! Dovresti preoccuparti!! Piuttosto, facci un po' di luce fino alla cucina.

Borsalino alzó le spalle e fece partire dalle sue mani fasci di luce letali in ogni direzione.

-FERMATI DEFICIENTE O COLPIRAI ME E I TUOI SOTTOPOSTI-, urló Sengoku.

-Ma... Me l'hai detto tu...

-Non in questo modo, no? Senti, lascia stare- l'uomo si diresse a grandi passi nel buio verso la cucina.
A che serve avere un frutto del Diavolo se poi non lo si sa usare?
Arrivó sulla porta della cucina e quello che vide lo lasció a bocca aperta: Garp aveva provato a infornare dei biscotti sovraccaricando i due forni e il microonde e facendoli esplodere.
-Garp...-, disse disperato. -Avrei dovuto immaginarlo.

Avventure a Marineford Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora