La guerra

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Quella mattina tutto il Quartier Generale, così come il resto dell'isola, era in subbuglio. Alle tre avrebbero giustiziato Portgas D. Ace e i marines correvano da una parte all'altra sotto gli ordini dei superiori per terminare i preparativi. Alle famiglie era stato detto di andarsene dalle loro abitazioni e nascondersi fino a che la guerra non fosse finita.
I tre ammiragli si trovavano nel solito e abitudinario ufficio di Sengoku aspettando che quest'ultimo finisse di scrivere e revisionare dei fogli. All'improvviso l'uomo alzó lo sguardo e li osservó non troppo seriamente.
-Siete pronti?- Fece un sorrisetto.

-Faremo a pezzi qualunque pirata che oserà avvicinarsi al condannato-, rispose Akainu con disprezzo.

-No!! Che schifo!! Non voglio ritrovarmi budella o reni sparsi per la piazza- Kizaru inorridì.

-Idiota...-, fece Aokiji. -Non diceva in senso letterale-, disse facendo tirare un sospiro di sollievo a Borsalino.

Akainu bevve un sorso del suo caffé e alzó un sopracciglio. -Che ne sai? Magari lo faccio davvero.

-Allora hai davvero dei seri problemi. Mmmh... Proprio come sospettavo.

L'uomo di ghiaccio si allontanó da Akainu mettendosi dietro la sedia di Sengoku, imitato poi da Kizaru.

-Noi non vogliamo combattere insieme a lui-, dissero in coro indicandolo.

Il Grand'ammiraglio scoppió a ridere. -Akainu, perché devi sempre essere così inquietante?

L'ammiraglio piegó un angolo della bocca all'insù in un sorriso sinistro. -E voi quando la smetterete di essere dei dementi patentati?- Chiese guardando i suoi compagni. -Manco fossi Gekko Moria.

Lo spilungone in quel momento starnutì.

-Salute-, gli disse Bartholomew con tono atono. -Raffreddato?

-In estate? No. Qualcuno sta parlando di me-, rispose strofinandosi un dito sotto al naso.

-Mpf... Probabilmente ti stanno insultando- Doflamingo fece un sorriso perverso. - In fondo non stai simpatico a nessuno.

-Senti da chi viene la predica...- Mihawk alzó gli occhi al cielo.

-Fufufufu, almeno io sono una persona normale.

-A questa frase preferisco non rispondere.

-Ma fanno sempre così?- L'imperatrice si giró a guardare il Pacifista un po' itrritata.

-Sì. Da quando sono arrivati.

-Mmmmh.. Che nervoso.

-Ehi bellezza-, la chiamó il fenicottero. -Ti va di chiuderti in uno stanzino con me?- Si leccó le labbra.

-Preferirei essere buttata in mare-, rispose scocciata. -Non ti colpisco solo perché servi a questi idioti della marina.

Doflamingo sembró deluso. -Ma come sei gentile.

Le porte della stanza si aprirono dopo qualche ora ed entrarono Smoker e Tashigi.

-Andiamo pirati-, disse il fumoso. -Dobbiamo incominciare a posizionarci perché il condannato é stato posto sul patibolo.

Moria si alzó. -Non capisco perché vi facciate tutti questi problemi per un ragazzo. Neanche fosse Roger.

-Idiota. Vogliono dimostrare al mondo che con la marina non si scherza-, lo riprese Occhi di Falco. -E adesso andiamo prima che arrivino gli ammiragli. Non li posso vedere.

-Ironico detto da te. Da quando questi giochi di parole?- Gli chiese il fenicottero.

-Giochi di parole?

-Sì, Moria... Lui é Occhi di Falco e non li puó vedere. Uff, ma che te lo spiego a fare? Tanto non capisci...

Ed era così. Gekko Moria non brillava certo per intelligenza, anzi, aveva un quoziente intellettivo molto, ma molto basso.
Il gruppo uscì dalla stanza e andó nella sua postazione nella piazza.

Intanto anche gli ammiragli erano arrivati sotto il patibolo.

-Non mi ricordo-, disse Kizaru grattandosi la testa. -Dov'é che dobbiamo metterci?

-Ci sono tre sedie per noi-, rispose Aokiji.

Appena le vide Borsalino sgranó gli occhi. -Waaaaa, questi sono dei troni!! Altro che sedie.

-Esagerato- Akainu si sedette.

-Ehi... Perché tu al centro?

-Perché io sono il più forte-, rispose contento.

-Tsk... Poco modesto mi dicono- Aokiji lo guardó rassegnato e si sedette alla sua sinistra.

-Uff, ma io volevo stare al centro!!

-KIZARU!! SMETTILA DI COMPORTARTI COME UN BAMBINO E SIEDITI!!- Gli urló l'uomo di lava.

L'altro sbuffó e si sedette alla sua destra.
Sengoku, che aveva osservato la scena, sospiró. Ma perché sono ammiragli? Sono tre idioti. Uno più dell'altro.
Alzó lo sguardo e scrutó la baia in attesa. Sapeva bene che Barbabianca sarebbe arrivato a breve e lui sarebbe stato pronto. La strategia c'era, gli ammiragli c'erano, i membri della flotta dei sette anche. I marines più promettenti erano pronti e con la guardia alzata. Marineford stava solo aspettando.
All'improvviso due navi sbucarono da nulla nel bel mezzo della baia uscendo dall'acqua. Due navi del famoso pirata.
Le hanno rivestite, pensó il Grand'ammiraglio, ingegnoso.
Non sapeva come avessero superato le Porte della Giustizia e non voleva saperlo. Una cosa era certa: la guerra era iniziata.

Avventure a Marineford Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora