Il castello di carte

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Sengoku quel giorno aveva stranamente finito prima il lavoro e anche quello arretrato, per cui adesso si era concesso uno dei suoi passatempi preferiti: il castello di carte. Si era alzato dalla sedia e aveva chiuso la finestra dietro la scrivania, così da bloccare anche il più piccolo alito di vento; poi aveva estratto un mazzo di carte dal primo cassetto e si era messo tranquillo a costruire quell'edificio instabile.
Era giá al secondo piano quando la porta si aprì di scatto distruggendolo con una folata d'aria. Il Grand'ammiraglio alzò lo sguardo irritato verso la porta.

-Garp... Chi altri sennò?

Il Vice ammiraglio lo osservò divertito. -Non volevo interromperti, ma, visto che hai finito di lavorare, pensavo che saresti venuto con me a pescare.

-In questo momento non ne ho voglia-, replicò l'altro. -E per la milionesima volta... BUSSA PRIMA DI ENTRARE!!

Garp lo guardó storto. -No-, disse con disinvoltura, voltandogli le spalle e uscendo dalla stanza.

Quell'uomo mi fará impazzire.
Sengoku quindi riprese il suo hobby sperando che nessun'altro venisse a disturbarlo. Neanche a farlo apposta qualcuno bussò alla porta qualche minuto dopo.
Ma non si può mai stare in pace qui?, pensò scocciato.
-Chi é?

-Sono Smoker-, rispose la voce dall'altra parte.

-Ah... Entra pure.

L'uomo spalancò la porta con forza e lo spostamento d'aria fece cadere per la seconda volta il castello a due piani sotto lo sguardo omicida del Grand'ammiraglio.
-Dimmi cosa vuoi, ma fai in fretta prima che ti sbatta fuori a calci.

Smoker lo squadrò un attimo intimorito. -Ero solo venuto a farti rapporto dopo essere stato a Enies Lobby, ma se sei occupato...- fece per andarsene.

-Nono, mi interessa-, disse l'altro svegliandosi improvvisamente dalla depressione in cui era caduto dopo il crollo della sua opera. -Come procede la ricostruzione?

-Bene. I danni sono tanti ma entro la fine dell'anno avremo ancora la base del governo. Dovevi vedere la faccia da idiota di Spanda-, finì ghignando.

-Spandam vorrai dire.

-Sì, hai capito...

-Comunque sono contento di questo progresso. Grazie di avermi informato.

Smoker fece un segno di saluto e uscì chiudendosi piano la porta alle spalle.
Sengoku sospirò, accasciandosi sulla poltrona girevole.
Certo che quel Cappello di Paglia é proprio un problema. Forse dovrei aumentare la taglia, così sará preso un po' più di mira dagli altri pirati, che non vedranno sicuramente l'ora di posare le loro sudicie mani su quella somma.
L'uomo dette un'occhiata alle carte sparse sulla scrivania e si rimise d'impegno. Dopo circa un'oretta era arrivato a quattro piani, gliene mancavano solo due per completare ciò che lui definiva "la roccaforte". Era evidente che tanto non sarebbe durato a lungo con il viavai in quell'edificio di persone poco "raccomandabili".
Sono sicuro che adesso arriverá Kizaru a rovinare tutto o Akainu che me lo fará cadere per dispetto ridendo di me, pensò preoccupato.
Alla fine però, stranamente, nessuno venne a disturbarlo e il castello fu felicemente completato.
Troppo facile...
La porta si aprì di scatto rivelando un Aokiji in preda all'angoscia. Per fortuna che Sengoku si era messo davanti alla sua creazione. Tirò un sospiro di sollievo e fissò l'ammiraglio.

-Bussare non é un optional.

-Sono un ammiraglio.. Io non devo bussare.

-E IL RISPETTO DOV'É FINITO, EH? L'ABBIAMO BUTTATO NEL CESSO?- Urlò Sengoku.

-Non gridare-, gli disse Aokiji con un tono così calmo che avrebbe urtato il sistema nervoso a chiunque.

-Smettila di prendermi per il culo e dimmi che sei venuto a fare nel mio ufficio-, continuò l'altro proteggendo il suo castello ancora di più.
-Mmmmh... Che mi stai nascondendo?- L'uomo aggirò il Grand'ammiraglio e notò l'opera. -Bello. Comunque Kizaru ne ha combinata un'altra delle sue.

Sengoku si batté una mano in faccia dalla disperazione. -Dimmi... Cos'ha fatto quell'imbecille?

-Ha allagato il bagno.

-Non mi dire che...

-Giá...

I due rimasero un attimo in silenzio.

-...e perché lo stai dicendo a me?

-Era per farti notare la sua incompetenza.

-Io la conosco giá. Sta di fatto che rimane un ammiraglio, perché le sue mansioni le sa svolgere. E adesso fuori.

Aokiji fece un'alzata di spalle e uscì.

Fiù... Menomale.
Si voltò e tiró un sospiro di sollievo nel vedere il so castello ancora lì.

-SENGOKU!!

L'uomo si girò di nuovo coprendo instintivamente il suo lavoro.
Hina era entrata nell'ufficio rossa in volto.

-S-sì?- Chiese questo.

-KIZARU HA ALLAGATO IL BAGNO!!- Urlò furiosa.

-Dimmi qualcosa che non so.

-QUELLO DELLE DONNE!!

Sengoku si passò una mano tra i capelli. -Come ho giá detto ad Aokiji, non mi interessa. Ci penserá qualcuno a pulire sta tranquilla. Ora esci e chiudi piano la porta.

La donna lo guardò con odio e uscì come le era stato ordinato.
Possibile che debba vivere ogni giorno con certi individui? Ma l'integritá morale é finita nel cesso insieme al rispetto?, si chiese Sengoku.
Il Grand'ammiraglio fece una passo indietro appoggiandosi alla scrivania.
Crush.
Non mi dire che..
Si voltò e notò con orrore la sua roccaforte crollata per colpa del movimento che aveva provocato appoggiandosi al piano. Adesso tutte le carte erano sparse per la stanza.
Ero così preoccupato di doverlo difendere dagli altri che non ho pensato di poter essere io stesso un pericolo per il mio capolavoro, pensò mentre si tirava su le maniche della divisa preparandosi a raccogliere tutto.

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