Riunione

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Mancava meno di una settimana all'esecuzione di Ace e Marineford aveva deciso di chiamare i membri della flotta dei sette per farsi dare una mano. Ovviamente i pirati non avevano potuto rifiutare, pena la cacciata dal gruppo, ed erano arrivati solo qualche giorno prima creando battibecchi a destra e a manca. I marines, peró, erano contenti della loro presenza, poiché potevano svagarsi un po' ascoltando i loro bizzarri discorsi. L'unica che mancava all'appello era Boa Hancock, la quale non sembrava avere voglia di accettare di unirsi alla battaglia, nonostante sapesse giá cosa questo comportasse.
Nella flotta dei sette per il momento c'erano solo cinque elementi, tre dei quali adesso si trovavano nella mensa del Quartier Generale intenti a ingozzarsi di cibo.

-Peró... Questi marines sanno come cucinare-, disse Dracul Mihawk addentando un coscione di mostro marino.

-Kishishishi, questa carne é spettacolare.

-Il mio cuoco cucina meglio-, intervenne Doflamingo.

Moria alzó un sopracciglio. -Zitto e mangia, fenicottero.

-Non darmi ordini, spilungone!! Vuoi forse morire?

-Parli di morte proprio a me? Kishishishi, non ti conviene sfidarmi.

Intanto i due si erano alzati e avevano appoggiato le mani sul tavolo fissandosi negli occhi con odio. Occhi di Falco, così come il resto dei marines, guardava la scena divertito.

-E tu che cazzo hai da ridere, eh?- Gli chiese Donquijote leccandosi le labbra con uno sguardo provocante.

-Siete uno spettacolo.

-Grazie, anche tu.

-Non era questo quello che... Mpf... Lasciamo stare-, concluse riprendendo a mangiare.

-Ehi tu!- Disse Moria guardando il fenicottero. -Non ho ancora finito di insultarti.

Doflamingo, che si era fermato a osservare Dracul Mihawk e a pensare quanto fosse figo, si voltò verso Gekko. -Mi stai proprio sulle palle, fufufu. Non vedo l'ora di eliminarti una volta per tutte.

-Seh, ti piacerebbe.

Ma questo lo sa che non sto scherzando?, pensò Doflamingo.

-Signori!- Il litigio venne fermato dal Grand'ammiraglio Sengoku con la delusione degli spettatori. -Boa Hancock ha deciso di unirsi a noi ed é arrivata proprio adesso. Vi aspetto nella sala riunioni-, finì andandosene.

-La donna più bella del mondo?- Chiese un marine.

-Dev'essere mozzafiato.

-Non vedo l'ora di ammirarla.

-Ho sentito che nutre un odio profondo verso gli uomini.

L'imperatrice nel mentre era sbarcata e stava aspettando impaziente l'arrivo di Sengoku, che si presentò dopo qualche minuto.
Stupenda come sempre.

-Scusa l'attesa.

-Tsk, non si dovrebbe mai far attendere una donna-, disse puntando un dito contro il Grand'ammiraglio e piegando la schiena all'indietro assieme alla testa con fare superiore. Sì, insomma, il suo solito modo di guardare gli altri dall'alto in basso.

L'uomo la guardó accigliato e le fece un cenno. -Dopo di te.

-Ci mancherebbe-, replicò lei dirigendosi verso l'entrata.

La sala riunioni era composta da un lungo tavolo di vetro, che occupava quasi tutta la stanza, e un proiettore sul fondo. Gli altri quattro compagni di Boa Hancock erano giá seduti sulle comode sedie ricoperte di velluto color blu assieme ai tre ammiragli, di cui Akainu a capotavola.

-Akainu...- Sengoku lo squadrò. -Posso...?

L'uomo di lava si accorse dell'errore e si mise sulla sedia a fianco.
La piratessa, invece, prese posto vicino a Bartholomew Orso, l'unico sano di mente (per modo di dire). Quando era entrata aveva suscitato l'interesse di tutti, in modo particolare di Doflamingo che le aveva fatto un fischio nonostante l'avesse vista giá altre volte.

Non si puó di certo rimanere indifferenti davanti a una visione del genere.

Sengoku ridestò gli uomini dallo stato di trance in cui erano caduti. -Signori e be'... Signorina-, incominciò cercando di non far arrabbiare la donna. Era giá successo che lo avesse corretto e che non gli avesse più rivolto la parola per vari giorni. -Siamo qui per discutere di quello che dovrete fare tra meno di una settimana.

-Quante ovvietá-, replicò Moria.

-Zitto spilungone. Lascia parlare quello con la pettinatura afro- Doflamingo si sistemò gli stravaganti occhiali e si lisciò le piume.

-Mmmh... D'accordo...

-Posso continuare? Bene. Dicevo. La vostra posizione sará tra le prime file e...

-Bellooo!! Kishishishi, così potrò vedere bene la disfatta dei pirati di Barbabianca.

-HO. DETTO. DI STARE ZITTO!!- Gli urlò il fenicottero scandendo le parole. -Lascialo finire, cazzo!!

Come al solito Gekko Moria incrociò le braccia e pronunciò qualcosa di incomprensibile del tipo *Brutto pennuto... Un giorno di questi ti spenno e ti faccio arrosto con le patate*.

Sengoku stava perdendo la pazienza. -Signori!! Per favore. Allora, starete in prima linea e potrete attaccare subito se vorrete, però sarebbe meglio che lo faceste solo in caso di pericolo.

-Come mai?- S'intromise la piratessa.

-Perché so cosa siete in grado di fare e so per certo che colpireste anche i miei soldati. Quindi no, grazie.

I pirati non sembrarono turbati, soprattutto il Pacifista che restò impassibile come sempre. In fondo combattere per la marina non era certo tra i loro obiettivi, perciò era normale che avrebbero colpito per sbaglio anche qualche soldato. Per loro non erano importanti.

-Allora se é tutto- l'Imperatrice fece per andarsene.

-No-, replicò secco Sengoku.

La donna si girò a fissarlo in attesa.

-Sappiate che vi tengo d'occhio.

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