Una giornata da ricordare

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Era una mattina d'estate soleggiata a Marineford e una calda e torrida giornata si stava preparando per distruggere mentalmente e fisicamente i marines, i quali si trovavano sull'attenti di fronte ai loro superiori, pronti a prendere gli ordini.
Hina, Smoker e Tashigi stavano confabulando da ormai parecchi minuti. Avevano ricevuto l'ordine dal Grand'ammiraglio di occuparsi delle faccende quotidiane e dare qualcosa da fare alle nuove reclute.

-Non c'é niente di cui si possano occupare-, disse Hina. -Tutti i lavori di manutenzione sono stati finiti ieri, il Quartier Generale splende dopo la pulizia perfetta fatta da questi incapaci non così incapaci e per le missioni ci stanno pensando gli ammiragli con la restante parte dei marines.

Smoker sbuffó. -Idee?

Le altre due scossero la testa.

-Allora non ci rimane altro da fare che dargli la giornata libera.

-Sì, ma Sengoku-san non la prenderà bene-, gli ricordó Tashigi.

-E cosa vorresti fare? Inventare qualcosa pur di farli lavorare? No. Non me ne frega niente di ció che dirà Sengoku, inoltre Aokiji dice sempre che anche questi fannulloni hanno bisogno di rilassarsi quindi direi di seguire il suo consiglio e di farlo anche noi-, concluse accendendosi i suoi due sigari.

Hina annuì con violenza. -Aaaaah sì, ho proprio bisogno di sdraiarmi a prendere il sole.

La donna si giró di colpo verso le reclute e fece un sorriso a trentadue denti che fece sciogliere il cuore dei presenti. -Ragazzi per oggi siete liberi. Divertitevi e non fate troppo casino.

I marines la guardarono ed esistarono un attimo prima di mettersi a urlare e a ringraziare i superiori, uscendo poi di scena a gambe levate per evitare che cambiassero idea.

-Ormai é fatta-, bisbiglió Tashigi.

La donna la sentì. -Non ti preoccupare per Sengoku, glielo dico io.

Li salutó e si diresse verso l'ufficio del Grand'ammiraglio. Bussó.

-Avanti.

Hina entró e squadró l'uomo troppo preso dalle centinaia di documenti per notarla. Aveva delle grosse occhiaie color viola scuro sotto gli occhi e i capelli completamente arruffati.
Povero. Ultimamente non riposa quasi mai... Avrebbe bisogno di una pausa, pensó lei.

-Signore-, gli disse sedendosi sulla scrivania e spostando i fogli. -Lei fatica troppo. Oggi io e Smoker abbiamo dato la giornata libera alle reclute, poiché non c'era nulla da fare. Le conviene prendere esempio e rilassarsi, tutto questo lavoro lo puó finire domani, dai.

Sengoku la guardó disperato e si mise una mano tra i capelli. -Non posso. Domani arriveranno altre carte, altri documenti, altre richieste e avvisi. Non posso certo riposarmi in un momento simile, peró avete fatto bene a concedere a quei marines un po' di relax. Anche loro si danno un gran bel da fare.

Hina corrugó la fronte. -Lei fa più di tutti noi. La prego, lasci stare e venga a godersi questo sole- detto questo lo prese per il polso e lo condusse fuori.

L'uomo non si oppose, troppo stanco e disperato per trovare la forza necessaria.

Quel giorno ognuno fece i suoi comodi. Hina prese il sole, Tashigi si allenò con la katana, Smoker fumò e bevve fin troppi drink, mentre Sengoku si rilassò pescando sul molo con Garp.

-Era da tanto tempo che non lo facevamo-, disse il Vice ammiraglio.

-Eh giá-, confermò il secondo.

A quanto pareva l'assenza dei tre ammiragli non poté che giovare per tutta Marineford, soprattutto senza Akainu, che avrebbe sicuramente trovato qualcosa da far fare ai marines e rimproverato il Grand'ammiraglio di battere la fiacca.
Verso sera tutti tornarono nelle loro case felici di aver passato una giornata senza fare nulla e sembrava andare tutto bene finché la nave di Akainu non tornò al porto accompagnata da quella di Kizaru.
L'uomo di magma si diresse verso l'ufficio di Sengoku e rimase spiazzato alla vista di tutti quei documenti ancora non firmati, ricontrollati o spediti.
Quel babbeo... Non ci posso credere. Ha approfittato della mia assenza e non ha fatto niente per tutto il giorno. Non vedo l'ora che mi promuovano e lo spediscano in un'ospizio. Uff...
Akainu trovò Sengoku nell'area relax intento a bersi un té.

-Allora...-, incominciò attirando l'attenzione dell'altro -Bello non adempiere ai propri doveri...

-Senti, ci ho pensato a lungo e credo che tu debba cercare di rimanere al tuo posto. Sono io il superiore qui e posso fare quello che voglio. Sono tanti giorni che non dormo e avevo tanto bisogno di riposo. Non sono una macchina, capisci? Quindi vedi di non rompere come al tuo solito e lasciami in pace.

-Che succede qui?- Chiese Kizaru entrando nella stanza.

Il Grand'ammiraglio sbuffò. -Akainu mi sta rimproverando.

-Ahahahahah... mamma-, disse rivolgendosi all'altro ammiraglio. -Basta dire al nonno cosa deve fare.

-Nonno?

Sengoku divenne rosso in volto. -Quanti anni credi che abbia?

-Non saprei... Un'ottantina?

Akainu scoppiò a ridere come un. idiota. -AHAHAHAHA, SENGOKU HAI SENTITO? AHAHAHAHA TI HA APPENA DATO DEL VECCHIO DECREPITO!!

Vedere l'ammiraglio sorridere finalmente dopo tanto tempo fece rilassare visibilmente gli altri due. Erano anni che non lo vedevano così felice, per cui non replicarono e si misero a ridere con lui.

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