"Au revoir,ma chérie" Shū Tsukiyama x reader pt.1

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-Uhm...okay- sussurro con una lieve alzata di spalle.

Getto riluttante la lettera che avevo appena finito di leggere mentre mia madre entusiasta saltella per la casa -Andiamooo...mostra un pó d'allegria! Sei stata ammessa a una delle università più prestigiose di Tokyo,io starei già a festeggiare!- commenta lamentosa,poi mi prende il viso tra le mani e mi bacia sulla fronte
-sono fiera di te- dice con un sorriso materno, mi sforzo di sorridere ma ne esce una smorfia,come al solito sono incapace di mostrare le mie emozioni. Sono sempre stata una persona che raggiunge il massimo dei risultati con il minimo sforzo e che è abituata a primeggiare su tutto, oramai sono stanca persino di provare soddisfazione. Sono impassibile verso qualsiasi stimolo e chi non mi conosce mi definirebbe a prima vista una depressa suicida, "viva gli stereotipi" penso ironicamente tra me e me, se non fosse per la danza effettivamente non avrei ragione di vita. Esatto,la danza. Ho sempre pensato che è un disciplina meravigliosa che ti permette di raccontare emozioni e storie diverse con movimenti leggiadri e armoniosi, passionale e allo stesso tempo pura,l'apice di sensazioni indescrivibili: Eros e Agape. Completamente immersa nei miei pensieri solo adesso mi accorgo che mia madre mi sta sventolando la mano davanti agli occhi -Ehy! (Y/n) chiama terra!- scuoto leggermente la testa,quasi per controllare se sia tutto a posto -uhm..si- mi limito a rispondere distratta -ora devo andare- concludo sbrigativa e prima che mia mamma possa chiedermi qualcosa ho già infilato il cappotto e sono fuori.

Tra pochi giorni inizierò gli studi nella facoltá di scienze umanistiche e la mia mente è un misto di ansie e paure. "Che impressione daró?" "e se mi prendono per sfigata?" "Riuscirò ad integrarmi nel gruppo?" sono queste le domani che mi rigirano in testa già da qualche giorno. Nel frattempo sono già arrivata nel mio unico rifugio,quel luogo che per me rappresenta il paradiso in terra: la sala da ballo,il profumo del parquet in quella stanza mi porta alla mente tantissimi ricordi. Percorro la strada molto velocemente,fa troppo freddo per essere inizio autunno. Mentre cammino a passo svelto con le cuffiette ho la sensazione di essere pedinata ed è terribilmente irritante, spero passi presto. Vado sempre lì dopo le sette ,quando le bambine hanno terminato la lezione e la sala è chiusa. Fortunatamente la proprietaria mi ha prestato il secondo paio di chiavi per poterci venire ogni volta che voglio. Iniziò prima a riscaldarmi con qualche esercizio poi infilo le punte e imposto sul mio cellulare il mio notturno preferito di Chopin,ascolto la musica classica solo per ballare. Mentre mi lascio andare a questa sublime melodia eseguendo diverse piroette in sequenza mi sento libera,libera di poter fare qualsiasi cosa senza limiti. Sono nel pieno della coreografia mentre sento un battito di mani,non appoggio bene il piede a terra e cado rovinosamente. Vedo un giovane piuttosto alto,capelli viola ed occhi dello stesso colore...che tipo strano,viene verso di me e mi porge la mano per aiutarmi a tornare in piedi,ho preso una brutta caduta e mi fa male la caviglia.

Sorride entusiasta ed applaude -Excellent!Excellent!- la sua voce rimbomba in tutta la sala. -Davvero SU-BLI-ME- continua con i complimenti, eppure mi sembra che abbia un volto familiare -chi s-sei?- dico con il fiato corto,dovuto alla complessa coreografia di prima. -Oh non credo ti interessi,my little princess- poi appoggia un dito sotto il mio mento,alzandomi leggermente il viso verso di lui -alla carne da macello non interessa chi sia colui che la mangierá,o in che ristorante possa essere servita- spalanco gli occhi terrorizzata -c..carne da macello?!?- tento di scappare ma mi blocca con un braccio -certo,come credi che si possano nutrire i ghoul...ma chérie?- COSA?UN GHOUL? Dannazione,ho sempre detto che avrei voluto morire danzando MA NON INTENDEVO COSÌ! -non ho intenzione di farmi mangiare da te!- affermo con molta più convinzione di quanto ne abbia realmente ma lui mi prende un braccio e inizia a leccarlo,io lo tiro disgustata -non ho intenzione di essere un preda così facile!- dico con aria di sfida,COSA DIAMINE MI STA PASSANDO PER LA TESTA? Sembra che non abbia filtri tra il cervello e la bocca! -trés bien mon amour,mi piacciono le sfide- afferma con un sorriso malato. -Per questa volta ti lascio andare,nasconditi e tieniti stretta la tua vita!- poi mi prende per la vita e mi guarda negli occhi -la prossima volta non avrai scampo,ah e non osare fare parola con nessuno di quest'incontro...non vorrai mica farmi mangiare i tuoi familiari?- .
È se ne va...con il rumore dei passi che rimbomba nella sala scandendo i secondi.
Scappo,recupero tutte le mie cose e scappo velocemente a casa,nessuno deve sapere dell'accaduto.Non uscirò più di casa,ne sono certa.

•1 week later•
- (Y/n) sveglia!Non vorrai certo arrivare in ritardo al primo giorno di università!- la voce di mia madre,per quando odiosa possa essere, rappresenta la salvezza visto che ero nel pieno di un sogno orribile. Ultimamente non faccio che sognare incubi su incubi,uno più terribile dell'altro...credo anche di avere delle allucinazioni durante la notte,rivedo spesso quel ragazzo che voleva mangiarmi in diversi punti di camera mia:appoggiato all'armadio,seduto sulla poltroncina con le gambe accavallate intento a sfogliare un mio libro. Sto perdendo la testa,E SE FOSSE REALMENTE LUI E NON UNA STUPIDA ALLUCINAZIONE?!? Scuoto la testa per cancellare questo pensiero,non può essere entrato con la porta sbarrata. - (y/n) sei sicura di stare bene?Ti vedo strana in questi giorni...non esci più di casa ed hai una pessima cera- afferma mio padre che si era affacciato in camera mia -no tranquillo pá,va tutto benissimo- affermo in maniera sbrigativa,forse anche troppo,non vorrei che sospettasse qualcosa. Mi affretto a vestirmi e indosso la divisa della scuola che è verde scuro,che colore insolito.Devo ammettere però che è molto carina:è composta da una gonna nera,una giacca verde,dei calzini neri che arrivano al polpaccio,una camicia bianca e una cravatta rosso scuro. Mi lavo i denti,sistemo i capelli e scendo in cucina prendendo solo un biscotto e mettendomi lo zaino in spalla. -Andiamo papà?- vedo mio padre vestito di tutto punto aggiustarsi la cravatta,chiudere la sua valigetta e poi venire ad aprirmi la porta -era dalle elementari che non ti accompagnavo a scuola...che bei tempi!- conclude sognante, -già- dico terminando freddamente la conversazione.Il tragitto in macchina è molto breve e ho il tempo di ascoltare una sola canzone, che peccato. Scendo dalla macchina,saluto papà ed entro nel grande giardino del scuola.Cerco di attraversarlo in maniera disinvolta,non voglio che si pensi di me che ho paura della mia stessa ombra.
Entro nell'enorme scuola e mi viene un colpo al cuore,quasi mi cedono le gambe...

                        
   ...Continua nella 2ª parte

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