"Sweeter than sugar" Min Yoongi x reader pt.2

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...Sta andando tutto nel peggiore dei modi e sono già stanca della Corea! Mi rialzo camminando in maniera instabile,con il sedere dolorante per l'impatto e guardando malissimo chiunque osi rivolgermi anche solo un'occhiata curiosa.  Entro nell'ascensore lasciando cadere esausta tutte le borse a terra, e appoggiandomi avvilita in un angolino con gli occhi socchiusi e l'aria affranta di chi ha perso ogni speranza. Riaprii le palpebre lentamente ma sobbalzai alla vista di un ragazzo magrolino che mi osservava diffidente. Il suo sguardo sembrava quasi rimproverarmi per il mio essere così sbadata,tanto che mi costringo a sistemarmi rimettendomi la borsa in spalla e cercando di risultare decente si suoi occhi. Mi giro rivolgendogli un cenno d'approvazione, -sei soddisfatto ora?- mormoro impertinente mentre incrocio le braccia con aria di sfida,ma alza gli occhi al cielo sussurrando qualcosa di incomprensibile e ritorna ad ignorarmi. Sin da piccola ho avuto una vocazione nel trovare tutto ciò che di bello c'è nel mondo,tutto quello che rientra nei miei canoni di bellezza...non importa se sia una pianta o un oggetto particolare,se è bello vale la pena fotografarlo. E quel ragazzo era dannatamente bello,anche se il carattere non era dei migliori. I lineamenti del viso sono gentili e morbidi,le labbra rosee e sottili in perfetto contrasto con la pelle color porcellana,la corporatura minuta e l'atteggiamento sicuro di sé che risalta dalla postura rilassata...quasi mi sciolgo nell'osservarlo così insistentemente,le mani iniziano a sudare e sembra che improvvisamente la temperatura in quest'ascensore sia diventata tropicale. Lui sente il peso del mio sguardo,è evidente,ma sembra che si stia sforzando di nascondere che questa cosa lo infastidisca cercando di mantenere un atteggiamento naturale. D'istinto prendo la macchina fotografica e scatto,come se fossi ipnotizzata dalla sua bellezza eterea,lasciando che il rumore della macchina fotografica spezzi questo silenzio estenuante. E mentre abbasso gli occhi per ammirare la foto appena scattata riesco a vedere di sfuggita un leggero sorriso soddisfatto sul suo viso, sembra una contrazione involontaria,quasi una smorfia. Gli mostro la fotografia senza proferire parola...il timore che qualsiasi cosa possa dire per lui sia sbagliata mi fa tremare. Mi sento come se mi fossi sottomessa completamente al suo dominio silenzioso, eseguendo cautamente gli ordini che mi dettano i suoi gelidi sguardi e intrappolandomi in una sorta di masochismo mentale. Lui osserva la foto con aria critica,annuisce e poi volge lo sguardo verso di me,dritto bei miei occhi...evidentemente con l'intento di uccidermi. Perché è proprio così che mi sento quanto incontro direttamente il suo sguardo,in oscillazione tra la beatitudine del paradiso e le torture degli inferi. Proprio mentre mi restituisce la fotocamera dopo aver osservato attentamente la foto,l'ascensore ha una leggera scossa subita da un preoccupante cigolio. Sbilanciata dai pesanti borsoni barcollo instabilmente ma il ragazzo accanto a me sembra prevedere la mia caduta prima che accada e mi afferra saldamente per il polso,quando poi riesco a rimettermi in piedi allenta leggermente la presa per poi accarezzarmi leggermente il dorso della mano con il pollice,creando cerchi immaginari sulla mia pelle. Di scatto scosto la mano per il contatto fisico così imprevisto,ma una volta resa conto del gesto così brusco mi appresto a rivolgergli un sorriso rassicurante.
-Piacere,(y/n)- dico amichevolmente tendendogli la mano,ma il suo sguardo stranito mi ricorda che in Corea si saluta con un leggero inchino,quindi scuoto il capo come se volessi resettare la stupidaggine che ho fatto e attendo che lui continui la conversazione. -Puoi chiamarmi Suga.- risponde lui sbrigativo,mentre smanetta sulle impostazioni del suo telefono,in cerca di chissà cosa. Poi improvvisamente mi accorgo che non avverto più quella sensazione di movimento,e finalmente comprendo la causa del rumore stridulo di prima. -P..perché l'ascensore è completamente fermo?- dico con un filo di voce,riponendo le mie ultime speranze nel fatto che fosse stato lui a fermarlo...ma così non è,visto che si limita a fare spallucce senza interessarsi più di tanto.L'ascensore non sale più,e nemmeno scende ma le porte sembrano essersi bloccate. Inizio a battere i pugni contro la porta della cabina che in questo momento rappresenta quasi una trappola,mentre lo sguardo tranquillo di Suga non fa altro che mettermi ancora più angoscia. -Come fai a rimanere tranquillo in una situazione del genere?!?- urlo prendendo un po' di coraggio,ma un secondo dopo le parole già mi si spengono in bocca,incenerite dal suo sguardo furibondo. Cerco un pulsante per chiamare aiuto ma nello stesso istante non posso far altro che maledirmi per non aver nemmeno provato ad imparare l'hangul,ogni dannato pulsante è etichettato con dei segni a me incomprensibili,e come via d'uscita più plausibile non posso far altro che premerli freneticamente uno ad uno,sperando di riuscire a trovare la nostra salvezza. Ansimante e in preda al panico mi ritrovo a fissare con gli occhi sbarrati ogni pulsante luminoso,che riflette la luce nell'obiettivo della fotocamera che ho appesa al collo. -Fossi in te non mi agiterei così tanto- suggerisce Suga con le sopracciglia corrucciate, -d'altronde...non è mica la fine del mondo- sussurra avvicinandosi a me e appoggiandosi con la mano vicino al muro,chiudendomi in un angolino e costringendomi a ridurmi uno scricciolo sotto il suo sguardo severo. -Che cliché- ridacchio nervosamente allargandomi il colletto della maglietta vista l'improvvisa vampata di calore.-Ah che caldo- sospiro io imbarazzata per cercare di sviare da questa orribile situazione,i rapporti umani non sono mai stati il mio forte. -Giá...fa molto caldo- dice lui sbottonandosi i primi bottoni della camicia che fino a poco fa era diligentemente chiusa...

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