"Quel maggiordomo,tentatore" Sebastian Michaelis x reader pt.2

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[vi avviso che sarà abbastanza lunga però vi prego leggete fino alla fine perché ne vale la pena,please]

...Il vano posteriore della carrozza nera e lucida è semisocchiuso e da esso sembra che fuoriesca una lunga chioma bionda,di quelle che le donzelle spensierate amano far svolazzare durante i movimentati valzer nei balli usuali della società borghese. Mi avvicino e ogni muscolo del mio corpo si contrae inorridito,mentre sul mio volto gli occhi sbarrati e persi nel vuoto più assoluto contornano l'espressione disgustata della bocca e l'occhio sinistro involontariamente semisocchiuso. Certo,non mi sarei mai aspettata uno spettacolo del genere. Di quello che la giovane ragazza era in passato ne rimane ben poco,la gola e stata tagliata di netto e il corpo martoriato dalle piú cruente torture. Una sottile gamba pallida,che un tempo deve aver percorso numerosi prati,adesso penzola priva di vita. E gli occhi di un grigio cenere,che il carnefice non si è nemmeno curato di chiudere,hanno impresso uno sguardo di panico,come di chi capisce il grande valore della vita solo un'istante prima che abbia perso tutto. Dalla bocca dove forse prima risuonava una risata cristallina adesso sgorga un rivolo di sangue ormai secco sul suo mento. Spinta da non so quale pessimo gusto avvicino il dito indice e le tasto la fredda guancia,ma prima che possa realizzare quello che sta succedendo mi ritrovo la vista oscurata da un sacco che mi è stato velocemente calato sopra la testa e una lama che preme sui tendini del collo,dopo un forte senso di sonnolenza...più nulla.

Dei puntini annebbiano la mia vista,come piccole comete che mi impediscono di vedere chiaramente. Ricordo ben poco di quello che mi è successo e credo che sia un miracolo il fatto che sia riuscita a riprendere coscienza,ma adesso penso sia meglio concentrarsi su quello che sta accadendo. Mi ritrovo completamente legata ad una sedia  in legno di mogano scuro e immobilizzata con del nastro mentre uno scellerato psicolabile mi guarda intensamente...niente male. Tendo di dimenarmi per istinto ma servirà a ben poco,sembra che il mio carnefice sia maniacalmente preciso anche nel catturare le persone. Si avvicina ad un palmo da me e mi soffermo a notarne tutti i particolari:la pelle corrucciata dalle tante espressioni contrariate che deve aver fatto nell'arco della sua vita,gli occhi vitrei di chi non ha fatto altro che annegare nella solitudine,le labbra screpolate dal vento imperterrito,i capelli radi e  scomposti con accenni di calvizie probabilmente dovute allo stress e l'occhio sinistro iniettato di sangue e semisocchiuso in una sorta paralisi disgustosa."L'ennesima faccia da serial killer alle prime armi incapace di far male ad una mosca" penso tra me e me,perché le facce dei serial killer spietati le ho viste fin troppo bene,e il volto del più viscerale istinto omicida non è di certo quest'uomo di mezza età forse anche padre di qualche moccioso. -Vedi...si chiamava Eveline. Era davvero una bella fanciulla...eppure ha commesso così tanti errori,andava punita. Sfortunatamente per te hai visto ciò che non dovevi vedere,quindi farò in modo che tu non possa più farlo per il resto della tua miserabile
vita,così non mi darai grane- sbeffeggia con un sorriso soddisfatto,proprio quello di chi pensa di svolgere bene il proprio lavoro ma è consapevole di essere schifosamente patetico. Trattengo una risata e lui mi punta un coltellino da macellaio sotto l'occhio,di quelli sottili e affilati che servono a spappolare le cartilagini e i tendini. Fa una leggera presa e sento una perla di sangue formarsi sulla pelle,per poi trasformarsi in una goccia che mi riga il viso. Il fatto che io abbia mantenuto la mia tipica espressione pacata deve averlo messo in agitazione,sta evidentemente annaspando nel tentativo di incutermi timore,ma io conosco i tipo come lui,i tipi come lui sono come...delle iene. Già,delle iene,animali tanto vigliacchi e codardi da costringersi a cibarsi degli avanzi altrui,stupidi ed incapaci di occuparsi della loro sopravvivenza in maniera autonoma,ragionano in maniera tanto presuntuosa da pensare che i loro piani fileranno sempre lisci come l'olio. E proprio come una iena,il penoso aspirante criminale davanti a me,è in evidente agitazione,perché ciò che aveva programmato sta andando storto.

-I..io ti ammazzeró!Vuoi che ti cavi gli occhi?!- urla lui facendosi quasi esplodere una vena del collo,mentre il suo pomo d'adamo inizia a sballonzolare su e giù,sembra quasi stia annegando nel suo stesso respiro. Io mi limito ad una risata e comincio a pensare che mettere in scena un bluff potrebbe facilmente raggirare un sempliciotto come lui. -Sai...Scotland Yard sá che sono qui. Tutti sanno delle tue presunte "nipoti" e non appena si accorgeranno che non farò ritorno si precipiteranno qui in un batter d'occhio- affermo con leggerezza,cercando di non tradire nella mia voce nessuna titubanza...dopotutto uno dei miei difetti è proprio l'essere incapace a mentire. -Li aspetteremo con gioia, sarò lieto di preparargli una calorosa accoglienza...decisamente calorosa- afferma con un ghigno. Non so se abbia capito la farsa o meno,l'unica cosa certa è che al momento stiamo entrambe giocando una pericolosa partita a scacchi con il destino,fatta di colpi di scena e abilità,con in palio il più prezioso dei premi:la nostra vita. Sfortunatamente per me,sembra che il mio primo pedone sia già fuori gioco e sono poche le altre mosse astute da giocare per vincere. Con movimenti lenti e misurati prende il candelabro che fino a poco fa giaceva sull'imponente mobile davanti a me e lo avvicina al costoso tappeto indiano che tappezza il pavimento di tutta la stanza...se avesse intenzione di incendiarlo la casa prenderebbe fuoco in un batter d'occhio. Per adesso però,sia lodato il cielo,ha istituito una specie di quiete,attimi interminabili passati a scrutarci l'un l'altro,con i secondi scanditi ritmicamente dalla cera sciolta che gocciola sul pavimento. In questo momento siamo in bilico come due statue,io con lo sguardo fisso sulla traballante fiammella e lui con gli occhi puntati sul mio volto,intrappolati in un precario bivio di salvezza. So bene che al minimo passo falso tutto quello che mi circonda diventerebbe rosso scarlatto e di me non rimarrà che un cumulo di cenere. "Fa che arrivi qualcuno,destino crudele" prego sottovoce sperando che possa servire a qualcosa,con la consapevolezza che é solo fiato sprecato. Da lontano però sento un familiare rumore ritmato...

Continua nella 3a parte...

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