"I'm not a monster" Eyeless Jack x Reader pt.1

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-IO VI ODIO!NON MI LASCIATE MAI FARE QUELLO CHE DESIDERO VERAMENTE!VI ODIO A MORTE!-

Sono queste le ultime parole che urlo ai miei genitori prima di sbattere con violenza la porta e uscire di casa,diretta chissà dove. Nell'ultimo periodo i miei genitori sembrano una condanna,e sono certa che se qualcuno mi offrisse la possibilità di ucciderli,beh...lo farei senza esitare.

Spesso quando sono arrabbiata passeggiare aiuta molto a calmarmi e a riflettere,decido quindi di inoltrarmi in una parte della città che adoro,in cui vengo molto spesso. È composta da una serie di stradine strette,piena case antiche cadute in rovina e persone con i volti tristi,sfortunatamente è il covo della malavita della zona quindi non mi stupisco di tutta questa tristezza. Pensandoci bene mette un po' d'angoscia,ma mi piace questa sensazione di pericolo. Passeggiando mi accorgo di un negozietto mai notato prima,sembra un negozio di antiquariato e mi attira particolarmente. Appena apro la porta un po' cigolante sento il tintinnio di alcuni campanellini messi sulla porta,come pensavo il proprietario è un anziano signore con la schiena ricurva e il viso segnato da cicatrici e righe.Mi fermo ad osservare tutte le cose riposte in disordine sugli scaffali -stai cercando qualcosa in particolare,signorina?- mi chiede lui con un tono pacato e cortese,come se durante la sua vita avesse ripetuto centinaia di volte questa frase. -uhm...no,sto solo dando un'occhiata- mi limito a rispondere io mentre sfioro delicatamente gli oggetti che attirano la mia attenzione. Il negozio ha un'atmosfera veramente affascinante per un amante dell'horror come me:la luce è soffusa e crea delle ombre davvero inquietanti,il locale in sé è molto piccolo e sembra quasi un ripostiglio,un particolare interessante sono i buchi di proiettile nella parete "chi rapinerebbe mai un posto del genere con una persona così gradevole?" penso tra me e me ipnotizzata da quegli oggetti.

Dopo aver osservato un po' di tutto la mia attenzione viene catturata da un piccolo coltellino, con inciso sul manico una scritta apparentemente senza senso "lode al Dio Chernobog"...chissà che storia avrà dietro. Pensandoci sembra simile a quelli dei chirurghi,quindi serviva ad incidere carne umana suppongo. -Quello è in saldo signorina- mi avvisa il vecchio notando che lo sto rigirando tra le mani già da un po'. -Credo che lo compreró allora- affermo io con aria soddisfatta,mentre lo prendo dallo scaffale e lo appoggio sul bancone dove dietro è seduto l'anziano. Lui lo prende e lo incarta con agilità -Lei sa che storia nasconde questo coltellino?- chiedo io con un po' di incertezza -non te lo posso dire con sicurezza cara,so solo che lo trovai in una caverna nel bosco vicino il college- risponde con il suo solito fare garbato -però puoi inventare tu una storia degna di essere legata a questo coltellino- conclude poi sorridendo.Appoggio i soldi sul bancone e me ne vado da questo negozio soddisfatta,credo che ci ritornerò.

Controllo l'orologio -Dannazione ma sono già le sette di sera,mia madre mi ammazzerà!-
Inizio ad avere un passo sempre più accelerato finché non mi ritrovo a correre verso casa,mancano due isolati e inizia a piovere a dirotto -noo ti prego,non può piovere ora!...che vita di merda- esclamo mentre metto il cappuccio e cerco di evitare le pozzanghere.
Finalmente arrivò a casa bagnata fradicia,so già che mia madre mi vorrebbe fare a pezzettini,ma so anche che non aprirà bocca perché abbiamo già litigato prima e non vuole aggravare la situazione. Salgo velocemente le scale e mi precipito al piano di sopra,appoggio il coltellino sulla scrivania della mia camera e mi butto sul letto distrutta. Mia madre mi chiama per la cena,ma non ho voglia di cenare con coloro che odio più di chiunque al mondo e ignoro beatamente i suoi richiami dal piano di sotto. Quindi prendo una busta di patatine dalla mia riserva segreta,sarà quella la mia cena. Sarei tentata di cercare su internet la strana frase che si trova sul mio nuovo acquisto,ma non lo faccio perché erano due giorni che aspettavo di terminare il mio manga,e adesso mi sembra il momento più adatto. Non mi accorgo nemmeno che in meno di un quarto d'ora dopo sono nei miei sogni più profondi. Nonostante dormivo molto profondamente fui svegliata dal tonfo di un libro e da un rumore metallico, "forse sono ancora in dormiveglia" è l'unica cosa che riesco a ipotizzare,visto che appena sveglia non sono capace di pensare lucidamente. Decido quindi di aprire definitivamente gli occhi,tanto non sarei riuscita a riaddormentarmi. Dó una sistemata al cuscino e mi metto a sedere, subito però vado nel panico perché mi sembra di sentire un rumore di passi; è tutto completamente buio e non distinguo nulla,velocemente e un po' allarmata prendo il cellulare e lo accendo per fare un po' di luce. Sono un'amante del paranormale,ma allo stesso tempo sono molto ma molto scettica quindi cerco di auto convincermi che sia solo colpa della mia immaginazione anche se è un po' inutile in questo momento. Il cellulare fa poca luce e riesco a vedere solo metà stanza,mentre l'altra è immersa nell'oscurità a nascondere l'assassino,il ladro o chiunque abbia intenzione di uccidermi in questo momento. Scosto la coperta e scendo a piedi scalzi dal letto ma me ne pento subito dopo, affondo i piedi in una sostanza viscida e nera che sembra quasi petrolio.

-Bleah...- dico con una smorfia disgustata,interrompendo il silenzio tombale di poco prima. Cerco di orientarmi e a tentoni trovo finalmente l'interruttore della luce...non l'avessi mai fatto. Mi giro completamente ignara di quello che potrebbe accadere,appoggiato al muro con fare annoiato e le braccia incrociate c'è un...un...BEH NON HO LA MINIMA IDEA DI COSA SIA! A prima vista sembra un comune ragazzo:ha una felpa nera e dei jeans scuri,ha un atteggiamento disinvolto e credo anche che sarebbe molto carino...se non fosse per un'inquietante maschera blu con le fessure per gli occhi da cui cola lo stesso liquido nero in cui ho messo il piede prima. Se qualcuno mi vedesse penserebbe che lo sto osservando attentamente...ma in realtà non è così,sono semplicemente paralizzata dalla paura e non ho la minima idea di come uscire da questo pasticcio. Sbatto più volte le palpebre per assicurarmi che sia reale, - è solo nella mia testa-  sussurro impercettibilmente,indietreggiando e mettendomi spalle al muro.

-No...affatto- risponde lui con tono saccente, come se fosse scontato che lui sia reale. Viene di verso di me con un passo lento,scandendo i secondi in maniera angosciante. "La mia fine è vicina" sembra che è l'unica cosa che riesca a pensare,non mi preoccupo di come morirò,ne dò cenno di voler scappare...sono semplicemente inerme. Non voglio morire così...NON VOGLIO! Mentre cerco di ritornare a pensare in maniera lucida si è pericolosamente avvicinato a me e rigira lentamente tra le sue mani il coltellino che ho acquistato poco fa.

          ....continua nella seconda parte

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