Si è parlato di una delle ambientazioni geografiche più imponenti nel panorama del fantastico, ma se il mondo dei Forgotten Realms non fosse abbastanza, si può fornire un esempio più pratico, con un modello più grande. Un intero universo.
3.2.1. L'OPERA
Nel ciclo dei Fabbricanti di Universi Philip José Farmer disegna un vero e proprio universo a misura di protagonisti. I Thoan (la razza dei costruttori) sono in grado di fabbricare da sé veri universi artificiali collegati tra loro grazie a portali extradimensionali. Probabilmente si tratta del più imponente e vario mondo mai descritto nella fantascienza e dopo sei romanzi è ancora tutto da esplorare. Eppure l'autore tratta la sua ambientazione in maniera semplice.
3.2.2. IL TRUCCO
Farmer usa come pretesto l'idea che ogni mondo sia indipendente dall'altro e dunque fine a sé, quindi diverso nella flora e nella fauna, ma anche nel clima e nelle usanze delle nazioni che lo compongono. Ciò gli consente di trattare gli universi singolarmente come nazioni, racchiudendo eventuali pianeti e habitat in regole sommarie e descrizioni congrue.
La sovrabbondanza di descrizioni catapulta il lettore nelle trovate dell'autore, il quale disegna ogni mondo come il parco divertimenti di un semidio, capace perfino di deformarne l'aspetto in una piramide a piani sospesa nello spazio, dove ogni terrazzamento presenta città e società diverse, con un'infinità di sfaccettature, che vanno dalle praterie alle giungle, arrivando fino a mondi completamente diversi dal nostro, dove le leggi della fisica differiscono in tutto.
Città e Paesaggi rurali sono quindi integrati nei rispettivi mondi e sono trattati sempre rifacendosi all'universo in cui ci si trova. Il pregio di Farmer nel descrivere gli universi artificiali è di riuscire a creare un sense of wonder sempre nuovo ogni volta che si attraversa un portale verso un altro luogo, fornendo continue descrizioni, senza però appesantirle, ma rendendole sempre più scarne man mano che il luogo dove si svolge la narrazione viene presentato.
Ne Il mondo di Lavalite (The Lavalite World, 1977) è lo stesso pianeta su cui si svolgono gli eventi a fornire continue sorprese al lettore, cambiando faccia più volte nel corso della narrazione e benché Farmer lo descriva come un luogo poco piacevole, lascia a bocca aperta la facilità con cui il lettore riesce a vederne i continui mutamenti.
Infine, la presenza di così tanti luoghi da esplorare e le trappole che fanno parte integrante dei luoghi visitati, lasciano l'idea che ci sia sempre di più da vedere, che si possa guardare all'orizzonte senza vederne la fine, esattamente come farebbe una qualsiasi persona affacciandosi dalla finestra.
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Ambientazioni del Fantastico
Non-FictionVuoi scrivere la tua storia, ma non sai come strutturarne l'ambientazione, dove partire e come descriverne le città, ma soprattutto hai paura che iniziando a parlare di elfi e gnomi perderai il filo del discorso? Bene! Questa guida fa per te, il so...