Capitolo 17

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Alex era rimasto impalato al centro della stanza a fissare la porta che Noah aveva appena chiuso violentemente.

Erano passati dal litigare al baciarsi e poi al litigare di nuovo,non riusciva a capacitarsene.

Aveva detto di volerlo proteggere...ma proteggere da cosa? Perché aveva detto che stando insieme a lui sarebbe stato in pericolo? Che cosa nascondeva?

Tutte domande a cui il moro non aveva ancora una risposta e probabilmente non ne avrebbe mai avuta una.

Sospirò e si sedette sul suo letto,guardò il letto accanto al suo e si sfiorò le labbra con le dita,le sentiva ancora fremere per quel breve bacio che l'altro gli aveva inaspettatamente regalato.

Alla fine non aveva avuto modo di chiedergli del suo comportamento di quella sera in cui erano stati insieme,dei suoi occhi che sembravano ardere di fiamme vive.

Non ci stava capendo più nulla con quel ragazzo,insomma,a cosa serviva tutto quel mistero?

Davvero non riusciva a capirlo...sentiva che in lui c'era qualcosa di strano,quasi oscuro,indomabile e terrificante ma che allo stesso tempo lo attraeva...lo attraeva come un magnete,ne aveva bisogno come l'aria.

Si alzò e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza.

Cosa doveva fare? Come doveva comportarsi? Perché nonostante fosse palese che Noah provasse qualcosa per lui,o almeno che fosse attratto da lui,si ostinava a tenerlo lontano?

Non credeva nemmeno molto alla storia che lo facesse perché voleva proteggerlo,pensava piuttosto che il riccio avesse una paura matta,proprio come quella che lui stesso sentiva attanagliargli lo stomaco e il cuore.

All'improvviso gli tornarono in mente Aaron e Blake e sgranò gli occhi.

Cazzo,li aveva praticamente mollati lì in corridoio per correre dietro a Noah!

Si morse il labbro e uscì dalla stanza per andare a cercarli,deciso a scusarsi con entrambi. Si richiuse la porta alle spalle e iniziò a camminare lungo il corridoio cercando i due ragazzi con lo sguardo,mentre si torturava il labbro inferiore con i denti.

Non trovandoli immaginò che probabilmente Blake avesse chiesto ad Aaron di accompagnarlo a fare il giro dell'Accademia al posto suo.

A quel punto si passò una mano tra i capelli scuri e sospirò chiedendosi da dove iniziare a cercarli. Continuò a camminare e alla fine decise di iniziare dal corridoio principale per poi finire a cercarli per tutto l'istituto,ottenendo però scarsi risultati.

Giunse davanti al portone d'ingresso e improvvisamente gli balenò in testa l'idea che forse avrebbero potuto trovarsi in giardino,così aprì l'enorme portone scuro ed uscì fuori a cercarli,camminando per il giardino mentre si guardava attorno.

Dopo un pò di tempo speso a girovagare finalmente riuscì a trovarli:erano seduti in mezzo al roseto a parlare e da come si stavano guardando gli sembrò che tra loro stesse avvenendo una conversazione piuttosto intima,dato che si comportavano come se il resto del mondo fosse tagliato fuori da quella loro bolla che sembravano essersi creati.

Non seppe se avvicinarsi o meno,non voleva interromperli,qualunque cosa si stessero dicendo.

Fortunatamente dopo poco tempo Aaron lo tolse da quell'imbarazzo infatti,non appena i suoi occhi incontrarono la figura del moro,gli sorrise e gli fece cenno di avvicinarsi per poi mettere fine alla conversazione che stava avendo con Blake lanciando al biondo un solo e significativo sguardo ma che non sfuggì ad Alex.

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Dopo aver avuto quella discussione con Alex,Noah era tornato a casa sua:era ridisceso nell'oblio e nel caos dell'Inferno.

In quell'antro di dolore e paura dominava l'oscurità e si annidavano spaventose creature,che mosse da spietata crudeltà punivano coloro che erano stati dannati per l'eternità. Il loro capo,il loro sovrano,era anche l'angelo che un tempo era stato il più bello e il più stimato tra i cori angelici:il Serafino Lucifero,il portatore di luce.

Egli  era  diventato il  Principe delle Tenebre,la tentazione e il male assoluto ma anche il padre di Noah,suo unico erede.

Varcate le enormi porte nere,come una notte senza stelle, il ragazzo si inoltrò con passo sicuro tra i vari peccatori e i loro carcerieri come se tutto​ ciò che stava avvenendo attorno a lui ,le strazianti urla dei dannati e il caos che lì dentro regnava sovrano,non lo toccassero minimamente,e in effetti così era.

Camminò a testa alta,fiero e intoccabile,fino al centro di quell'oscuro luogo dove si trovava la dimora del Signore degli Inferi:essa era un enorme palazzo fatto di terrore e malvagità puri,una dimora diroccata immersa in tutti quei lamenti di dolore.

Protese una mano in avanti e, come se fosse stato sospinto da una forza invisibile,il grande portone del palazzo si aprì permettendo così al ragazzo di varcare l'ingresso e camminare poi lungo tetri ed interminabili corridoi fino a giungere nella sala principale,dove su un alto trono nero ricoperto da teschi ed ossa sedeva in tutta la sua indescrivibile bellezza suo padre,Lucifero.

Arrivato a pochi metri da lui si fermò e,come mai nessuno osava fare,lo guardò negli occhi blu,intensi e scrutatori,identici ai suoi.«mi avete fatto chiamare...padre?»chiese con una voce che di solito non gli apparteneva,incredibilmente fredda e colma di rabbia.

Odiava suo padre, condivideva i suoi stessi ideali e il suo stesso odio per quelle creature che lo avevano sempre disgustato,gli angeli,ma nonostante questo lo odiava.

Lo odiava per aver permesso a sua madre,la regina Lilith, di andarsene e di abbandonarli,anche se Noah era certo che in realtà fosse Lucifero stesso la causa del suo allontanamento.Non si erano più visti sino a quel momento.

Lucifero rivolse tutta la sua attenzione a lui e si aprì in un sorrisetto gelido ed inquietante,maligno.«Noah,sempre dritto al punto vedo...»disse con voce disgustosamente melliflua.«comunque si,ti ho mandato a chiamare dato che devo parlarti»puntellò le dita sottili da pianista su uno dei braccioli del trono.«lo abbiamo trovato»

Noah annuì incrociando le braccia muscolose al petto.«bene. Dove si troverebbe allora?»si mise a giocare con il piercing argentato che aveva sul labbro per scaricare la tensione e il nervosismo che si erano impadroniti di lui.

Il demone si aprì in un sorrisetto che il ragazzo trovò estremamente fastidioso.«nella tua scuola,è per questo che ho bisogno di te...devi scoprire chi è»

Nephilim-Black Blood  {SOSPESA} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora