You blushed,

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Un passo,
due passi,
tre passi.

Alzo la testa dalle mie converse  per osservare l'enorme edificio grigio davanti a me. Ci sono ragazzi ovunque, alcuni seduti sulle panchine a chiacchierare, altri sono in piedi vicino all'entrata ad aspettare il suono della campanella, diversi sono seduti sul muretto, ricoperto di scritte e graffiti, e fumano; consumano lentamente la loro stessa vita insieme alla cartina che sospendono tra le loro labbra.

A volte penso a come quei ragazzi si stiano rovinando dentro solo per seguire una stupida moda o alleviare il dolore, dolore che molto probabilmente provano per colpa di questa società che al giorno d'oggi impone troppi pesi su persone troppo fragili. 
Ma il fumo non è la risposta, dovrebbe essere evitato, la tentazione è forte, lo ammetto, ma la vita è più importante, perché le sigarette sono milioni, la vita è una sola.

Il suono della campanella mi risveglia dalle mie riflessioni mattutine, mi avvio verso l'entrata per non arrivare in ritardo a filosofia, una materia che adoro, almeno in qualcosa devo pur andare bene no? Non può andare male tutto nella mia vita.

Entro in classe e mi siedo al mio solito posto, in parte a Luke e davanti alla mia migliore amica, Sophie.

Sophie è una ragazza unica, i suoi lunghi capelli biondi le contornano il viso magro e due bellissimi occhi verde smeraldo si fanno spazio sul suo volto, con un semplice sguardo ti fa provare mille emozioni. Credo che sia la classica brava ragazza che tutti sognano all'apparenza, ma imparando a conoscerla, ho realizzato che nel mondo non esistono brave o cattive ragazze, esistono ragazze che decidono loro come vogliono essere, ragazze che hanno perfettamente il controllo della loro vita e del loro corpo. Ecco, io non sono così, se c'è una cosa che sta andando per il verso giusto nella mia vita probabilmente è solo fortuna.

Tengo molto alla nostra amicizia, fin quando eravamo piccole siamo state sempre insieme e nessuno poteva separarci, lei diceva che ero uno spirito libero, nessuno poteva farmi cambiare idea e ha sempre avuto ragione. Infatti è proprio questo che  significa il mio nome: 'spirito libero', mi chiamo Francesca, ma quasi tutti mi chiamano Cesca e sinceramente è un nome che mi rispecchia alla perfezione in alcuni momenti, in altri proprio no; in quei momenti in cui mi rinchiudo in me stessa e sento che la mia anima è imprigionata nel mio corpo e non riesco ad uscirne proprio no. 

Luke invece non è il mio migliore amico è semplicemente il mio fidato compagno di banco che io adoro perché mi fa copiare sempre tutto, infatti odio studiare, come la maggior parte degli studenti, però diciamo che me la cavo e riesco ad arrivare al sette e a volte all'otto, credo di avere la fortuna di dover solo stare molto attenta in classe.

"Signorina Francesca, sta seguendo la lezione?" sbotta il mio prof di filosofia, leggermente scocciato dalla mia presenza, il signor D'Ambrosio è un ometto poco più alto di me e con il parrucchino, non so bene il perché ma la mia presenza in classe gli urta fortemente il sistema nervoso, eppure filosofia è una delle materie in cui vado meglio.

Non mi ero minimamente accorta che fosse entrato in classe, forse sono veramente molto immersa nei miei pensieri troppo spesso.

"Sì prof, mi scusi." affermo mentre una ciocca di capelli mi ricade sul volto e mi affretto a rimetterla in ordine. 

Ma l'ometto assottiglia gli occhi e scuote la testa ripetutamente, si gira e torna a scrivere frasi alla lavagna, borbottando qualcosa da me incomprensibile. Mentre io cerco di copiare la scrittura incomprensibile dell'uomo isterico con in mano un gesso, una pallina di carta arriva nel mio banco, penso che sia stata Sophie a lanciarla perciò la apro e leggo:

'Hai visto che pezzo di figo hai davanti?! '

C'è pure disegnata una freccia rossa che indica il ragazzo 'pezzodifigo' seduto nel banco difronte a me, mentre intorno al foglietto ci sono una miriade di cuoricini rosa e blu.

𝐁𝐚𝐜𝐢 𝐬𝐮𝐥 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐨 ✘ 𝐋𝐨𝐫𝐞𝐧𝐳𝐨 𝐎𝐬𝐭𝐮𝐧𝐢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora