My eyes are slightly higher, you know?

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Sono ancora seduta qui accanto a lui, siamo restati in silenzio tutto il tempo dopo le sue ultime parole dette, non che mi dispiaccia restare in silenzio, trovo che anche se due persone non parlino tra di loro, ci pensano i loro gesti e molte volte è meglio rimanere in silenzio e baciarsi, sentire l'effetto dell'adrenalina provato sulla nostra pelle.

Sapete, io due persone che non hanno bisogno di molti giri di parole per dimostrare ciò che provano le definisco anime affini: quelle persone che non solo sono vicine con il corpo, ma quelle persone che sono vicino con la mente nonostante siano lontane con il corpo. Forse anche quelle persone un po' pazze, coloro che farebbero di tutto per l'altro, pure le imprese più pericolose e senza senso, solo per l'altra loro metà. Quelle persone che completano a vicenda.

Non so il suo nome, so solo che il suo silenzio dice più di mille parole, è quasi assordante e di solito riesco a capire molto delle persone già dai primi istanti passati con loro,  ma con lui è come se fosse tutto così complicato, perché se fosse troppo semplice, che divertimento ci sarebbe?

"Vieni." si alza di scatto porgendomi la mano, un gesto che mi fa sobbalzare leggermente.

Lo guardo e resto immobile, non so cosa mi stia succedendo, non sono molto sicura dell'azione che sto per fare, infondo la mia coscienza non è del tutto andata a farsi fottere.

"Hai paura di me?" mi guarda con uno sguardo indecifrabile, e questa cosa di non riuscir a trarre nessuna emozione dai suoi occhi mi indebolisce e mi incita a voler fare sempre più domande.

Afferro la mano e iniziamo a camminare, mi trascina verso una direzione a me sconosciuta, non mi sento molto al sicuro in questo parco a quest'ora, così mi stringo di più a lui, sentendo subito i suoi muscoli irrigidirsi per poi rilassarsi subito e accennare un sorriso.

"Dove mi sta portando?" chiedo incuriosita, con la voce un po' tremolante, forse dovrei andarmene a casa mia da sola e allontanarmi il più possibile da lui.

"Ti accompagno a casa, è tardi, ed non essendo un maniaco senza una coscienza, non abbandonerei mai una bella ragazza come te in un posto isolato e tetro come questo." risponde spiegando le sue intenzioni, sicuramente il timore che avevo prima è sparito in un secondo.

"Non sono una bambina e poi non sai neanche dove abito." non capirò mai perché non accetto semplicemente le offerte delle persone intorno a me, no, io devo oppormi e controbattere per poi, alla fine, accettare. 

"O ti accompagno io, o puoi andare da sola come cappuccetto rosso e venire aggredita da un lupo cattivo, a te la scelta." sorrido, incredibile come io fino a pochi tempo fa paragonavo lui al lupo cattivo, forse dovrei ricredermi e fidarmi un po' di più di questo ragazzo.

"Via Arno, n° 22" affermo, facendolo sorridere, è bello riuscire a provocare un sorriso sul suo volto, perché a quanto vedo a scuola, non sorride molto spesso, sembra sempre che gli manchi qualcosa nella sua vita, che non sia completa, un vuoto da colmare che in precedenza era un tassello importante della sua vita burrascosa.

È bellissimo quando sorride.

"Dai sali." commenta subito dopo avergli detto la mia via e il numero civico.

"In macchina?" chiedo tranquillamente, accorgendomi subito dopo della mia domanda stupida e senza senso.

"No guarda, sul muretto di quella casa." risponde lui in modo ironico, d'altronde come biasimarlo, gli ho appena chiesto se dovessi salire in macchina, quando lui si era appena offerto ad accompagnarmi.

Sbuffo ed apro la portiera, salendo e chiudendola subito dopo con un colpo secco, mentre dall'altra parte si appresta a salire anche lui, e dopo essersi messo la cintura, mette in moto la macchina. Sento benissimo il suo sguardo cadere su di me prima di are retromarcia e uscire da quello che dovrebbe essere un parcheggio. Cavolo se mette soggezione questo ragazzo però vederlo così concentrato sulla strada mentre alcuni suoi muscoli si contraggono sotto la pelle tatuata quando cambia marcia mi fa azzerare il fiato. 

Lo sto osservando da quasi tutto il breve tragitto, ogni curva della sua pelle, ogni sua smorfia e ogni suo tratto particolare, fino a quando non si ferma davanti ad un semaforo rosso, puntando puntualmente i suoi occhi nei miei, i quali si affrettano a cambiare direzione.

"Tesoro, occhio a non sbavare." mi raccomanda ridendo leggermente, mentre io alzo gli occhi al cielo e non rispondo alla sua provocazione.

Si ferma davanti a casa mia.

"Hai visto? Non ti ho sfiorata." 
Mi dice con un sorriso malizioso, mentre io faccio per aprire la portiera, ma a quelle parole mi blocco.

Mi sa che è proprio l'idea di sfiorarmi che ha in mente, a giudicare dal suo sguardo che cade un po' troppo spesso al di sotto dei miei occhi. Gli schiocco le dita davanti agli occhi e lui riprende a guardarmi perplesso.

"I miei occhi sono leggermente più in su, sai?" chiedo ironicamente, facendo spuntare un sorriso malizioso sul suo volto, oh dio, credo che sia proprio la lussuria il suo peccato capitale.

"Oh piccola, credimi, lo so. Infatti stavo guardando ben altro." a quelle parole, d'istinto mi ritraggo, mentre cerco di coprirmi come meglio posso, non che sia proprio tanto scollata.

"Perché mi hai baciato?" rifaccio la stessa domanda di prima, forse non contenta della sua prima risposta. Sono sicura che dietro quel suo -parli troppo- ci sia ben altro.

"Te l'ho già detto, perché mi andava." evidentemente per lui è la cosa più normale del mondo, per me invece è la cosa più strana la mondo scambiarsi saliva e germi con degli sconosciuti.

"Tu vai a baciare le persone così, perché ti va?" chiedo, stavolta però sono seria, vorrei ottenere per una volta una risposta sensata da lui, chissà se questa è la volta buona.

"No, succede solo con te." risponde dopo alcuni istanti, in cui sembra aver fatto una piccola riflessione, e la sua risposta mi travolge ancora di più di prima. Preferivo il "parli troppo" o "perché mi va" al posto di sapere che molto probabilmente dovrò preoccuparmi in un futuro non molto lontano.

"Oh." non so cosa rispondere, questo è l'unico suono che esce dalla mia bocca, facendo provocare un altro ennesimo sorriso sul suo volto, quasi sapesse di avermi spiazzata con quelle parole.

"Come ti chiami?" mi sono fatta accompagnare da un ragazzo, sicuramente bello, ma sicuramente insano, senza sapere neanche il suo nome (proprio come una stupida) mi sembra il minimo sapere questa piccola informazione.

"Lorenzo" Lorenzo. 

"Io Francesca." rispondo a mia volta. Mi sorride ed io mi affretto a tornare in casa ed a chiudere la porta alle mie spalle, immaginandomi già Michael con una padella a mezz'aria come è successo con il mio vecchio ex.

L.o.

𝐁𝐚𝐜𝐢 𝐬𝐮𝐥 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐨 ✘ 𝐋𝐨𝐫𝐞𝐧𝐳𝐨 𝐎𝐬𝐭𝐮𝐧𝐢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora