Quando arriva la notte

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9 luglio 2016

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9 luglio 2016

Claudio

Ore 03.17

Eccomi qui, nel mio letto, ancora una sera da solo. Da poco si è conclusa la festa a tema organizzata all'Urban, è stato un successo. È venuta un sacco di gente e Paolo e Rosita, i miei amici d'infanzia, sono stati l'attrazione principale della serata. Sono due pazzi. Io, invece, stranamente stasera non ero in vena di far festa forse perché tra i partecipanti all'evento c'era anche lui, Juan, il modello spagnolo con chi ho avuto una mezza storia conclusasi una da poco. Ho deciso io di chiudere; ci siamo frequentati un paio di mesi, abbiamo passato dei momenti piacevoli ma a parte le serate in discoteca, e qualche weekend fuori porta, non è nato in me un sentimento importante così di comune accordo siamo rimasti amici.

L'ho conosciuto grazie a Paolo ed è subito entrato a far parte anche lui della "comitiva"; tuttavia, ritrovarmelo sempre intorno non mi alletta come idea. Stasera mi hanno riferito che si è organizzato per raggiungerci a Mykonos in agosto, l'isola greca dove ogni anno da circa tre anni io e i miei amici andiamo a trascorrere i giorni di ferragosto. È un momento nostro e lui potrebbe rovinarcelo. Ha degli atteggiamenti ambigui, mi ronza sempre intorno, anche quando qualche ragazzo prova ad avvicinarsi a me e credo sia perché non ha accettato che tra noi non sia decollata la storia. Ma ho deciso, non mi accontento più!

L'ho già fatto in passato con Andrea; con lui siamo stati insieme sei anni. L'ho conosciuto che ne avevo venti, ero un ragazzino in pratica. È stata una storia lunga, importante. E' stato lui ad aiutarmi ad aprire il bar, ha fatto da garante con la banca che mi ha concesso il mutuo. Gli sarò sempre riconoscente. L'ultimo anno e mezzo sono rimasto insieme a lui solo per questo, riconoscenza. Non c'era più passione, forse non c'era mai stata. E ben presto ho scoperto che l'amore si era trasformato in semplice affetto. Quando l'ha capito gli si è spezzato il cuore ma siamo rimasti in buoni rapporti. Lui sa che su di me potrà sempre contare.

Non sono uno che lascia trasparire molto le proprie emozioni, anzi spesso le persone che mi vivono nella quotidianità lamentano questo di me. Credono che io sia capace di farmi scivolare sempre tutto addosso, di essere sempre altruista, positivo, fin troppo. Ma io in realtà dentro le sento le cose. Come stasera, la sento questa solitudine. Questo senso di vuoto, di incompletezza. Mi manca qualcosa, forse qualcuno. Mi manca la mia metà.

Mario

Ore 5.30

Sono finalmente a letto. Questa giornata è stata tremenda; prima il turno di sei ore al "Tally" poi di corsa a casa, doccia e "Mucca" e per non farci mancare nulla domani è domenica ma per me non c'è riposo, ho di nuovo il turno al negozio dopo pranzo.

Stanotte provo uno strano senso di irrequietezza; sono qui nel mio letto a riflettere su quanto i miei giorni trascorrano in un modo piatto, a quanto la mia ruotine sia monotona. Mai na gioia. Certo, se ci fosse una buona ragione per aver voglia di svegliarsi la mattina, una fonte di felicità a cui poter attingere nei momenti bui come questo, sarebbe tutto più facile.

Mi giro e guardo il lato vuoto del letto al mio fianco. Sono mesi ormai che non frequento nessuno, non che in passato abbia avuto chissà quali storie importanti. Non mi sono mai sentito così coinvolto da far entrare qualcuno nel mio cuore, mai per nessuno ne è valsa la pena. O forse c'è sempre stato qualcosa in me che non andava. Primo fra tutti, il fatto di non accettare la mia omosessualità. Ci ho messo tanto, troppo, per accettarmi. La paura di poter dare un dispiacere ai miei che mi avrebbero sempre voluto accasato con una bella ragazza, la paura di essere diverso dai miei fratelli, non avendo moglie e figli, mi ha sempre spinto a nascondermi, a tenere sempre tutto dentro per non mostrarmi debole ai loro occhi. Li ho allontanati da me.

Non è stato facile andare via di casa appena maggiorenne, affrontare la vita da solo, senza voler contare su nessuno, solo su qualche amico fidato. Però ce l'ho fatta! Sono qui, ho superato la depressione, il rifiuto di me stesso, anche se ho ancora una strana ansia che mi accompagna, questo senso di solitudine non mi abbandona. Lavorando come commesso in un negozio d'abbigliamento e come pr per uno dei locali gay più noti della Capitale, mi capita di avere a che fare con molte persone e tante sono le amicizie nate sul posto di lavoro. È lì che ho conosciuto Marco e Ale, i due gemelli che vivono con me e la pazza della mia amica Dafne, che ora è in America a studiare canto. E poi c'è lei, Lucia, lo specchio della mia anima; a lei non posso nascondere proprio nulla. Basta un suo sguardo indagatore a scoprire il mio stato d'animo; lei mie legge dentro, lei di me sa tutto anche quello che ancora non so.

Sono circondato da tante persone che mi vogliono bene per quello che sono, per come sono. Tanti sono gli uomini che mi girano attorno anche in discoteca ma con nessuno è mai andata avanti più di qualche settimana. Se mantieni la difesa troppo alta, se non apri le porte del tuo cuore nessuno riesce ad entrare. Eppure ora, mentre sono qui nel mio letto a meditare sulla mia vita, sento che a me manca ancora qualcosa, forse qualcuno, per sentirmi realizzato, felice, completo. Mi manca la mia metà.

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