il mio posto felice

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Aspettiamo in vano per tanto tempo qualcuno che possa salvarci, proprio come nei cartoni,  aspettiamo il principe azzurro, con il suo bianco cavallo, bello alto perfetto insomma .Crescendo però ci rendiamo conto che le persone non sono così, però dai alla fine ci speriamo sempre un po', forse potrò anch'io incontrare l'amore della mia vita a scuola, e magari andremmo a sbattere l'una contro l'altro e ci innamoreremmo in un lapo...bella favola.Quante volte guardando i film ho pianto, non perché ci fossero scene particolarmente commoventi, ma perché sapevo che non avrei mai sentito dire un "Ti amo" da qualcuno.Come è diventata banale questa frase;Ti amo, che poi siamo noi che a forza di dirla così a caso, non capiamo che nel momento stesso in cui si dice, stiamo affidando a un altro un pezzo di cuore,  un pezzo di anima, un pezzo di noi.Però quando poi finisce quella magia, ci rendiamo conto di come alla fine siamo solo noi e i nostri problemi, noi e le nostre paranoie che ci tengono le notti intere con gli occhi sbarrati a fissare il muro, aspettando di addormentarci.Quando ci svegliamo sentiamo che però quelle preoccupazioni non sono svanite, sono sempre state lì, si sono solo addormentate con noi,per ucciderci appena ci saremmo svegliati.E allora è in quei momenti che ci rendiamo conto che dobbiamo imparare a salvarci da soli, siamo noi e noi stessi, alla fine facciamo i conti da soli.Però certo che a qualcosa ci dobbiamo pur sempre attaccare, qualcosa che non sia una persona, perché finisce sempre che ci tieni troppo e allora fa ancora più male, qualcosa che non debba essere per forza fisico, solo un posto che ci faccia sentire LIBERI.Sì, liberi da tutte le nostre sofferenze,  liberi da tutte le nostre preoccupazioni, liberi da tutti quei pesi che ci intossicano l'anima.Io ci ho messo un po' di anni prima di capire che il mio "posto felice" era un oggetto.Ah mi sento male solo a chiamarlo così...il pianoforte ha qualcosa  di magico per me.Ma non tutti, solo il mio, è come se fossimo legati fin dalla nascita, come se fosse sempre stato parte di me, ha un potere incredibile.Pensate sono solo 88 tasti, sono pochi alla fine, ma ogni singola nota, anche se a volte sbagliata, mi fa stare bene.E quando suono ,a volte mi commuovo, succede una magia; è come se si creasse una barriera tra me e la triste realtà che mi circonda.Nessun'altro può entrare in quel mondo, che a volte però non resiste agli attacchi esterni, e tutto si rovina, tutto cade e tutto perisce.Ma per anche solo un secondo mi sento FELICE, si avete capito bene, mi sento viva come mai prima, come se quello fosse il mio ossigeno personale, come se fosse un piccolo universo parallelo dentro a un grande, enorme, casino. Quelle note sono come magiche, ti fanno dimenticare di essere stata dimenticata .E allora suono, suono finché non mi mi vengono i calli, suono finché non mi viene la tendinite con quel innocenza che si ha quando si è piccoli, non come se fosse l'ultima volta, ma come se fosse la prima. Come se fosse la prima volta che le miei dita, così logore, si appoggiassero su quello strumento paradisiaco, come se i miei occhi riprendessero vita solo quando suono, e vivono, vivono anche loro.E allora non mi importa degli altri  non mi importa del male che mi fanno, non mi importa di niente e di nessuno,  perché finché ho la mia ancora,  pure io per  poco, anche per 10 minuti mi sento felice. Quei tasti sono tutto ciò che io voglio, sono tutto quello che ho sempre sognato, sono l'ossigeno dopo tanto tempo che non respiravo.E sapete lui mi capisce davvero, sa perfettamente quando sono triste e quando sono felice, è come un fedele amico che mi consola, gli posso raccontare qualsiasi cosa,  lui ci sarà sempre.Quella vernice nera e i tasti, anche se un po' giallognoli, logorati dalla vecchiaia, sono un'immagine sempre di conforto per me.Anche lui distrutto da mille battaglie, ma ancora in piedi ogni giorno più forte  di prima, pronto per combattere .

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