Dead or alive?

Marta

Per chi non lo sapesse si questo è il mio nome, vi starete chiedendo come mai un capitolo del libro si chiami così, ve lo spiego subito ma prima facciamo un passo indietro.Sapete quando ci sono quelle giornate dove tutto è perfetto o quasi, dove nell'aria si respira una calma inquietante sembra l'aria  prima della tempesta, il cielo diventa grigio e tutto tace, ma  poi improvvisamente  non sai né come né perché basta una singola parola,  un soffio di vento, per far scatenare una tempesta .Oggi volevo pubblicare un capitolo che parlasse dell'amore, poi però è arrivata la tempesta e tutto è cambiato.Avete presente quel famoso quadro di cui vi ho parlato nei capitoli precedenti?Beh oggi mio fratello lo ha rotto, lo ha spaccato in due ed è come se mi avessero preso il cuore, o quello che né rimane,  e squarciato a metà. È vero era un quadro ormai morto che rappresentava perfettamente la falsità della mia famiglia, però  speravo ancora che le cose potessero migliorare.Ci speri sempre che le cose migliorino, anche se di fatto non va mai così.Mentre lo rompeva ho sentito come se qualcosa dentro di me fosse morto, come se l'ultima speranza fosse stata anch'essa squarciata dalle mani di mio fratello, o da quella persona che dovrebbe esserlo.Né ho voluto raccogliere i rimasugli né ho preso un  pezzetto e poi sono scappata , ho iniziato a correre per la strada e dietro di me non sentivo nient'altro sennonchè l'eco dei miei passi, improvvisamente tutto taceva  come se l'equilibrio universale fosse stato rotto.Finché dietro di me sento mio fratello che urla"Marta, torna subito a casa!" ma io ho continuato a correre, come se fossi stata seguita da delle bestie infernali, mentre mio fratello urlava il mio nome.Io odio il mio nome non perché sia brutto ma perché mia madre a forza di insultarmi urlandolo, me lo ha fatto odiare  .Dicono che il nome sia la nostra identità,per  altri è solo un etichetta, secondo altri ancora  rispecchia la nostra anima, magari oggi insieme al quadro è morto anche il mio nome, una parte di me,  entrambi lacerati dagli effetti collaterali della vita.