Ho pensato tanto a come scrivere questo capitolo,ci ho ragionato giorno e notte,ma non sapevo proprio come iniziarlo,troppe idee sparse per la mente, poi è successa una cosa...
Come stai?È una delle domande che probabilmente vi fanno più spesso,e voi rispondete sempre "Sto bene " anche se non è vero,anche se vorreste sputare addosso alla persona che vi ha fatto quella terribile domanda, tutto il vostro veleno,anche se vorreste urlare perché non vi capisce nessuno e più cercate di spiegarvi e più nessuno vi capisce, anche se state soffrendo e tutte le vostre paure, la vostra rabbia e le vostre frustrazioni, le avete chiuse in una scatola della quale avete buttato via la chiave.Ma vi fate coraggio mettete su un bel sorriso e dite "Sto bene e tu?" però vi viene da piangere e la gola vi si chiude, allora sperate che vi risponda"Sto bene anche io" e non inizi a raccontarvi la sua giornata, per correre il più lontano possibile, in modo che nessuno possa trovarvi.Cercate un posto dove poter sputare tutto quel veleno che per tanto, troppo tempo ,avete spinto nella profondità della vostra anima,e credevate che quella scatola fosse chiusa,e invece no ,perché la chiave non l'avete mai buttata,ce l'avevate sempre in mano,e sapevate che prima o poi, con o senza il vostro consenso, quella scatola seppur così forte all'apparenza,sarebbe esplosa dentro di voi.Ma quando esplode è meglio che siate in un posto dove nessuno possa vedervi,altrimenti vi vedrebbero ansimare,quasi soffocare dal dolore,ma loro non potrebbero intervenire perché l'impatto con tutto ciò che avete represso li distrugerebbe.Una volta mi è successo a scuola è stato terribile.Era l'ora di italiano e sentivo la scatola iniziare a muoversi,ma pensavo che non fosse niente,quanto mi sbagliavo.Mano a mano che la Prof leggeva i passi di un poeta tormentano dal dolore, capii che non c'era più niente da fare,le mie sofferenze erano state attratte dalle parole del poeta e prima che me né potessi accorgere stavo piangendo.Le lacrime erano così calde e scendevano come mai prima,avevo bagnato tutto il libro ma per fortuna nessuno se né era accorto,si lo ammetto;odio piangere in pubblico, soprattutto di fronte ai miei compagni di classe,perché mi fa sentire così vulnerabile e io odio sentirmi così.Cercavo di accennare qualcosa alla mia compagna di banco,ma non ci riuscivo,non riuscivo a parlare,chinai la testa e continuai a prendere un misto tra appunti e lacrime.Sentivo il mio battito aumentare e il fiato venirmi meno,cercai di alzarmi ma non ci riuscivo. Ero paralizzata non potevo fare niente.I miei compagni di classe non si erano accorti di nulla e come potevano ,negli anni avevo imparato a cadere senza far rumore.Quando suonò la campanella riuscii a alzarmi,corsi in bagno senza farmi vedere,e una volta entrata liberai tutto quel veleno, tutto quello che avevo represso e che ormai mi stava intossicando, non riuscivo a respirare stavo avendo un attacco respiratorio.In quel momento mi sentii veramente come se alla fine potessi anche lasciarmi andare e morire soffocata nel mio stesso pianto.Ma non lo feci .Andai verso la bidella che vedendomi in quello stato sbiancó,le chiesi con un filo di voce "Dammi un sacchetto" lei me lo porse.Iniziai a respirare sempre più lentamente, mi sentivo come se tutto il veleno si stesse condensando dentro quel sacchetto,poco a poco il mio battito si regolarizzò e non sentivo più il peso di quella scatola.Ma quando la bidella mi chiese "Come stai?" Sapevo che avrei dovuto dire sto bene,ma le risposi così"Mi sento un po' più libera,ma comunque morta dentro".
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Dead or alive?
General FictionSi tu che stai leggendo ,ehi continua a leggere , ti senti soffocare tra i genitori le persone che non ti capiscono ,mille problemi irrisolti o irrisolvibili .Non trovi nessuno che ti possa capire? Bhe io posso credimi sono qui per te