conversazioni sconnesse (allucinazioni)
È tardi, tu non ci dovresti stare qua —non dovresti manco essere al corrente dell'esistenza di questo postaccio. Vattene. Che te ne stai lì, impalato? Ficcanaso. Vattene. Che fai, scrivi?È tardi, tu non ci dovresti stare qua — non la senti, l'aria che inizia a impregnarsi di fetore e di vecchio? Cristo Santo, ma perché non te ne vai? Si inizia a gelare. Stoccafisso. Ficcanaso. Non lo senti proprio, il freddo? Ti sta spellando tutto: resterai pelle e ossa, dato che la carne te l'ha già sbrindellata in un nano secondo, quest'infame (ed è solo l'inizio del delirio in cui questo postaccio t'instrada). Ma che fai, continui a tenere la capa su quel foglio? Va' via, che è meglio.
È tardi, tu non ci dovresti stare qua — non ti squarciano i timpani, questi lamenti angosciosi e questi strilli acutissimi? Perché stai ancora qua? Vattene (ti prego, vattene: sta quasi diventando una supplica, la mia). Non vedi il volto di quella donne che soffre scorrere? Io lo vedo; e lo vedo, perché, sai?, succedono cose strane in questo posto, ad una cert'ora. Per esempio, ti dico che la faccia di quella donna sta sfumando: e tra pochi istanti, con un urlo agghiacciante, finirà per incenerirsi. Quello che fa il dolore, alla fine, è scucirti e cuocerti. Ma vedo che a te ciò non angustia affatto: stai ancora qui, impalato. Stoccafisso e pure ficcanaso, sei.
È tardi, tu non ci dovresti stare qua — non ci sono luci, c'è silenzio e la donna che soffre non s'è ancora polverizzata (se ne deve andare pure lei, comunque). E tu devi togliere quella cazzo di penna dal foglio. Te ne devi andare.
È tardi, tu non ci dovresti stare qua — questo postaccio sta per chiudere i battenti. Non puoi più restare e, soprattutto, non devi testimoniare (non puoi). In questo posto succedono cose strane, a una cert'ora, ma ti devi stare zitto. Lo so solo io. E questo è un segreto che morirà con me. Capito? Tu mi devi lasciar stare. Devi smetterla di scrivere e devi andartene. Capito? Vattene (vattene)!
È tardi, tu non ci dovresti stare qua — e, intanto, il volto della donna che soffre continua a scorrere, imperterrito. È una tragedia, non un peccato. E tu te ne devi andare. Adesso. Perché sei uno stoccafisso e un ficcanaso. Perciò, vattene.
Vattene!
Che è tardi, e tu qua non ci dovresti stare. Succedono cose strane in questo posto, ad una cert'ora;
nota: [1/4 delirium]
STAI LEGGENDO
Autogrill's Crises
AcakLa Noia, con l'occhio di lacrime tutto appannato, fuma la pipa e sogna la forca nel suo tardo cervello. E ora dimmi, caro lettore: conosci bene quanto me questo subdolo, delicato e famelico mostro? (Raccolta di pretenziose OS autoconclusive e prive...