•Capitolo 4•

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Capitolo 4

Natasha

Il demone del male o come lo chiamano i comuni esseri umani *sveglia* inizia a suonare entrandomi nel cervello

Odio le sveglie,odio il rumore,odio la luce,odio...

Odi tutto lo abbiamo capito!A prima mattina sei irascibile per non badare che sono quasi le nove e dovresti entrarr tra mezz'ora!

Mi fondo nel bagno,maledetto letto che è troppo comodo,e maledetto mio padre che ora non mi accompagnerà a scuola .Maledetta la mia boccaccia e maledetta Elena per farmi sempre saltare i nervi.

Infilo un felpa nera e un jeans un po largo.

Lego velocemente i capelli e mi fiondo in cucina,prendo delle crepes al volo,metto lo zaino in spalla ed esco.

La brezza leggera mi solletica il collo e mi beo della sensazione.

Chiamo un taxi che arriva quasi subito e salgo

«Alla S.E.A subito!» sembro una dell'FBI che sta inseguendo un killer e infatti l'autista mi guarda strano.

Questi pensieri contorti non so dove

«Signorina mi dispiace c'è traffico ci sarebbe una soluzione ma...» gli porgo una banconota da 50 dollari.

Odio usare questi metodi ma ora devo arrivare a scuola.

Arrivo in ritardo e corro come una forsennata verso l'entrata,prendo un attimo dell'aria e mi rendo conto che non so dove andare.

Inizio a girovagare per le classi e poi trovo quella giusta con venti minuti di ritardo.

«Scusi lei è?» chiede il professore guardandomi,tutti gli occhi concentrati su di me.

«Natasha Sunders,sono nuova» poggio l'iscrizione sulla cattedra

«mh...si presenti» mi dice il prof sempre serio.

«Mi chiamo Natasha Sunders e ho 18 anni,sono nata a Manhattan ma ho vissuto a Londra fino a..»ci penso un po «due giorni fa» mi indica un posto libero e quando vedo chi sarà il mio compagno di banco quasi svengo.

JOSH!

Il suo nome te lo ricordi però ehhh!

Come puoi non ricordati di un essere così fastidioso e sbruffone,sicuramente si sarà fatto tutto il corpo studentesco e il suo alter ego lo conferma.

Mi sbatto una mano in fronte e il prof mi guarda stranito «qualcosa non va?»

Scuoto il capo e mi avvio al banco.

Appena mi siedo appare quel dannato sorrisetto davanti ai miei occhi.

«Hai fatto ritardo perché ti sei persa?»
Ride sotto i baffi

«si» confesso «Dovrebbero fare una mappa per questa scuola» dico sfinita.

«Quindi ti chiami Natasha?»cantilena

«a quanto pare» alzo gli occhi al cielo.

«l'altra volta non me lo hai detto» mette su un piccolo broncio divertito.

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