•Capitolo 7•

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Capitolo 7

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«No Josh,non ho tempo per parlare di cose già chiarite,hai detto quello che pensavi e va bene cosí» dico seccata,ho ancora l'affanno per quello che è successo poco prima

e non sono pronta ad affrontare questo argomento.

«No! Non ho detto quello che pensano ero solo arrabbiato, mi dispiace quante volte devo dirtelo per farmi perdonare?» mi prende la mano.

«e levami ste cazzo di mani di dosso!» con uno strattone elimino quel poco di contatto che avevamo.

«perchè vuoi così tanto il mio perdono eh?» faccio un passo verso di lui. Bocccheggia ma poi chiude la bocca e sta zitto «non regalo niente» carico lo zaino in spalla e lo sorpasso.

* * *
«Buongiorno ragazzi» per fortuna oggi c'è letteratura,amo questa materia,adoro la nostra professoressa,il modo in cui la insegna,i sorrisi dolci che ci riserva e la sua voce pacata e calma.

«Bene,voglio che sulla vostra agenda scriviate quello che pensare su una parola chiave che vi darò io ad ogni lezione.» prendo l'agenda dallo zaino sfiorando la pelle rossa della copertina.

«La parola di oggi o anche frase sarà 'chi mi merita?' bene potete iniziare»

Prendo la mia agenda e scrivo a caratteri cubitali nella parte alta del foglio "CHI MI MERITA?"

mi scappa una risata isterica...bella domanda:chi mi merita?

La penna scivola veloce sul foglio e non riesco a capire neanche ciò che scrivo

Penso che si pecchi di presunzione a porsi una domanda del genere, chiedermi chi mi merita vorrebbe dire sentirmi superiore e infondo nessuno ci merita davvero, nessuno è perfetto ma per bene o per amore si accetta qualsiasi cosa. E quando mi guardo intorno che noto quanta pochezza ci sia in giro, di come le persone si accontentino di poco, si arrangino di un niente, di apparenze, di sorrisi finti, perchè purtroppo quando due persone parlano non c'è il confronto, non c'è il voler esprimersi, c'è solo il parlare per prevalicare l'altro, perchè l'emblema di tutto è sentirsi superiori ,poter guardare gli altri e vederli come nullitá ,e penso che non mi meriti nessuno, come io non meriti nessuno, ci si adatta, e si accetta e forse, si può essere felici"

Chiudo l'agenda e quando alzo lo sguardo, la classe è completamente vuota. Ripongo l'agenda nello zaino ed esco anche io.

Storia è stata l'ora più noiosa della giornata, una lezione a cui ha partecipato solo il 10% del mio corpo.

Esco di fretta da quella classe e guardo il foglio degli orari e noto fortunatamente che ho un'ora buca.

Esco dall'edificio e vado verso la biblioteca.

Salgo le scale per mettermi vicino alla finestra. Sento dei brusio e delle voci. Mi alzo,pronta a sbraitare contro a questi idioti. Ma appena raggiungo le voci, vedo Josh e Charlotte intenti a discutere. Non dovrei ma, mi appartò dietro una libreria.

«Ehi tu!» trattengono un urlo,non mi sembra il caso di urlare. L'amico riccioluto di Josh mi guarda divertito.

«saresti?» chiedo velocemente...voglio ascoltare quella conversazione

«Mi chiamo Jackson ma puoi chiamarmi Jake» se fossi in un normale contesto probabilmente gli direi qualche parola in più,ma ora non posso fare altro che liquidarlo e ascoltare la conversazione.

« bene,a presto Jackson detto Jake» taglio corto incitandolo ad andarsene. Si affaccia e appena nota Josh,sorride sghembo,come se se lo aspettasse e poi mi guarda furbo.

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