•Capitolo 20•

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Capitolo 20

Casa Fould.

«Josh,muoviamoci!» mi incita Crystal mentre infilo le scarpe.

«Arrivo subito,vai in macchina» sbuffo per avere una sorella cosi puntigliosa.Avrà preso dal padre sicuramente.

Perche quando dico in giro che Crystal non è l'angelo che pensano sia mi ridono in faccia?Quei ricci gonfi e il viso sgombro di qualsiasi trucco le donano quell'aria angelica che gioca sempre a suo favore,o perlomeno,riesce ad incastrare tutti.Ma con me,questo lato angelico lo manda a farsi fottere.

Entro nella camera tappezzata di rosa e viola sporgendomi verso il lettino bianco

«Ciao Josh»sussurra Zoe.Stringo gli occhi,per il tono freddo della sua voce,nonostante i sei anni da poco compiuti.

Zoe Fould.La sofferenza più grande della mia vita.O la seconda.

È inerme nel suo letto,a guardare il soffitto,mentre i ricci ribelli le cadono sugli occhi.

I movimenti meccanici e lo sguardo critico mi fanno attorcigliare lo stomaco in una morsa troppo stretta.

Le bacio la fronte «un giorno giocheremo a basket insieme,o a football»mi sorride,come per farmi un favore e annuisce lentamente

«mi piacerebbe tanto»ammette girandosi verso di me.

Gli occhi neri,come i miei,sono puntati sul mio volto

«Ce la faro?» chiede abbattuta.Sbarro gli occhi per la domanda improvvisa a cui non so risponderle.

Vorrei,davvero, ma sarei stupido a risponderle ora.Tutte le lacrime piante per lei,sono state inutili.Non si può fare niente.Ci hanno detto.

«Si piccola. Ce la faremo» carico lo zaino in spalla e senza nemmeno salutare vado in macchina dove una Crystal furibonda mi aspetta a braccia conserte

«Non una parola» la blocco appena tenta di parlare«non è giornata»

«È mai stata giornata?»chiede ironica scuotendo il capo,per poi girarsi verso il finestrino.

Riesco miracolosamente a trovare un posto per la macchina e a grandi falcate mi faccio spazio tra gli studenti cercando Jackson .

In lontananza scorgo il suo giubbino rosso e spintonando qualcuno lo raggiungo.

Ha lo sguardo perso mentre cerca qualcuno,tanto da non accorgersi di me.

«Ciao amico»gli mollo una pacca sulla spalla e lui si gira confuso per salutarmi

«Hai visto la bionda?»chiede preoccupato«Natasha intendo»

Scatto all indietro,come se il suo nome bruciasse sulla pelle,ed è davvero cosi.Natasha ti entra sotto pelle,dando vita ad ogni cellula del mio corpo e la sensazione mi da sui nervi.

Scuoto il capo e lui annuisce

«Perche la cerchi?Arriverà in ritardo come al solito»provo a tranquillizzarlo

« l'ho vista entrare.Poi è andata via con un ragazzo,forse uno della sua classe»dirzzo la schiena e la mandibola schiocca senza che me ne renda conto

I miei piedi si muovono prima che mi renda conto di ciò che sto facendo. Ma quando Natasha centra in un qualcosa è sempre tutto fuori controllo,come la mia testa ora.

La cerco,o meglio,li cerco per tutto l'Istituto,quando finalmente la vedo poggiata ad un muretto con un ragazzo al suo fianco,parlano animatamente e lei sembra ascoltarlo interessata

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