•Capitolo 13•

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Casa Fould.

"Sei un cretino Josh,non ti coprirò anche stavolta" Crystal sbotta contro di me.

Oggi è il giorno della cena,mio padre è abbastanza agitato e anche io,sara una cena abbastanza importante per l'azienda

Il vero problema è che ieri sono andato ad una festa e mi fa male la testa per la sbronza,e mio padre non deve assolutamente saperlo.

"Lo so Crystal,il tempo che mi faccio una doccia e mi riprendo"la prego,ancora seduto sul letto,dato il forte mal di testa.

Crystal mi guarda con le mani sui fianchi,poi scuote il capo ed esce dalla stanza

" solo per poco!"urla da fuori la porta

Sorrido e vado nel bagno per farmi una doccia,mi sbarazzo dei vestiti lasciandoli cadere al suolo.

Mi lascio crogiolare dal calore dell'acqua per calmare almeno un po il mal di testa.

Avvolgo un asciugamano in vita e torno in camera ancora gocciolante.

I capelli bagnati si attaccano alla fronte mentre le goccie percorrono il mio fisico tonico.

Finisco di asciugarmi e indosso la camicia bianca e il pantalone nero.

Fono i capelli e invece di spettinarli con le mani come sempre, li tiro indietro con del gel.

"Josh tra poco partiamo scendi!" mia madre urla agitata dal piano di sotto

Mi avvio per le scale abbottonando la camicia.

Ed eccola qui,Daniele Oward,ovvero mia madre,avvolta in un vestito turchese di seta,che corre qua e la come una pazza.

"Josh" urla spaventata

Mi guardo attorno saettando lo sguardo ovunque

"Metti la giacca!" mi arriva una giacca nera in faccia e sbuffando la metto.

Si avvicina aggiustandomi il colletto e sorride dolce

"Sei bellissimo figliolo" annuisco imbarazzato e ci avviamo in macchina

"Ci sara anche una ragazza e un ragazzo,figli di soci,potresti conoscerli" si gira speranzosa verso di me,mentre mio padre resta muto e parte

"Già" dico poco convinto.

Guardo fuori il finestrino,Manhattan passarmi velocemente davanti.

Non mi stupisco quando noto che il ristorante è uno dei più lussuosi della città, certo non mi sarei potuto aspettare una semplice pizzeria.

Entriamo e dopo aver detto i nomi il signore sulla porta ci da il numero del tavolo

Le uniche persone che ci sono sono tre ma immagino che il resto debba arrivare

Infatti come arriviamo ci avvisano"Ron arriverà tra poco"mio padre annuisce e inizia a dialogare con il ragazzo e l'uomo che suppongo sia il padre.

"Mio figlio è appassionato dell'arte ma comunque prenderà l'azienda di famiglia" il ragazzo sembra poco convinto ma rivolge un sorriso di cortesia al padre.

"Ah eccolo Ron,finalmente!" mi giro e quasi inciampo sui miei piedi,quando vedo la signora Tomson a braccetto con Natasha.

Natasha!È avvolta da un vestito nero aderente che le arriva quasi al ginocchio,mette in Mostra la sua vita sottile,e la scollatura non è per niente profonda

I capelli sono perfettamente piastrati e le arrivano quasi al sedere,cammina poco decisa sui tacchi e come al solito non ha trucco,tranne per le ciglia allungate,penso,grazie a qualche trucco.

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