"Non distogliere mai lo sguardo dall'obbiettivo, u capisti?"
Ingoiai a vuoto mentre tenevo l'arma puntata contro un muro.
Pietro Basile mi aveva portata in una rimessa di vecchie auto, ormai in disuso.
La usavano i mafiosi per risolvere -alcune questioni- di fondamentale importanza.
In quel momento dovevo mirare a un buco nel muro, scavato da centinaia di proiettili, di altrettanti soldati prima di me.
Scostai una ciocca di capelli dalla faccia e sentii Pietro urlare che me li avrebbe strappati, quei capelli.
Sciolse il codino che aveva alla nuca e me li legò, mentre io non mossi un muscolo.
Si posizionò poi dietro di me, mettendo la testa nell'incavo del mio collo.
"Pensa al tuo obbiettivo, pensa a tuo padre, se ti sembra più facile uccidere, ma resta fredda, altrimenti sei morta."
Constatò Basile.
Cercai di annuire e puntai nel buco.
Il primo sparo mi fece quasi scivolare la pistola dalle mani, Pietro mi prese per la vita e mi tenne ferma, ridendo di gusto.
"Rammollita" mi sussurrò all'orecchio e mi arrabbiai.
Sparai altri due colpi che finirono ovunque, tranne che nel buco del muro.
Pietro rise ancora.
"Rammollita!" urlò stavolta.
Respirai a fondo.
Ancora uno, pensai.
Questo finì nel buco, sebbene non al centro di esso.
L'unica emozione che vidi sul volto di Pietro quando mi voltai, fu un mezzo sorriso, che diventò subito dopo una smorfia.🔸
Due giorni dopo, la notizia della morte di mio padre finì sulla bocca di tutta Trapani.
Me lo disse la domestica, perché io non mettevo mai piede fuori casa.
Da Pietro seppi che Vito mi stava cercando, così tentai l'anonimato.
Quello stesso pomeriggio però, Pietro mise tutto a repentaglio."Allora ragazzina, c'è il funerale di tuo padre oggi, che intenzioni hai?"
Mi chiese il mafioso, entrando nella mia stanza mentre ero stesa sul letto a riflettere, era l'unico che conoscessi ad avere un così forte accento siciliano.
Lo guardai molto, in pochi giorni con lui avevo avuto meno paura di tutti i mesi con Vito.
In fondo avevamo gli stessi demoni da combattere.
"Che cosa devo fare, Pietro?"Chiesi, tristemente.
Lo vidi crucciarsi come se si stesse preoccupando.
La sua abbronzatura perenne mi dava fastidio agli occhi, lo rendeva innaturale.
Inoltre aveva sempre un minimo di barba in volto, che la sera prima mi confessò usasse per mascherare la sua identità quando serviva.
Così nel momento del bisogno bastava lasciarla crescere per cambiare completamente identità.
Mi venne un'idea.
Mi alzai dal letto e corsi in bagno, sentii che Pietro mi era alle spalle ma feci finta di nulla.
Presi una lama dal suo stipetto e le forbici e tagliai quanti più capelli possibili.
Dal vetro del mobiletto bagno vidi Pietro appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate: sorrideva.
"Potevamo anche chiamare un parrucchiere eh"Mi fece notare poi.
Lo guardai attraverso il vetro ed entrambi scoppiammo a ridere.
Lo vidi avvicinarsi e stringermi da dietro, odorava di muschio e pino, notai solo allora che aveva le scarpe sporche di fango.
Una sensazione familiare mi bloccò lo stomaco.
"Chi hai ammazzato oggi?"Chiesi, il più naturalmente possibile, come se stessi chiedendo del tempo.
Lui strinse più forte la mia vita e solo dopo un lungo attimo si apprestò a rispondere.
"Un trafficante. Voleva vendermi la droga a un prezzo più alto del dovuto."
Vito non me lo avrebbe mai detto, riflettei.Con Pietro era semplice, entrambi sapevamo di avere l'anima corrosa dalla vendetta, Vito invece mi considerava solo una ragazzina da proteggere e usare.
Mi decolorai i capelli e le sopracciglia e chiesi a Pietro delle lentine azzurre.Lui sparì poco dopo quella richiesta così ebbi il tempo di asciugarmi i pochi capelli rimasti.
Ero pronta per andare da mio padre.🔸
Pietro fece molta attenzione a non farmi scoprire, del resto se mi fossi bruciata avrebbe dovuto uccidermi, senza sapere nessuno, dei segreti di Vito.
Mi misi lontano dalla folla, attorniata alla tomba di Giacomo Bonaccorso, l'uomo che aveva più fan da morto che da vivo.
Dov'erano tutte le persone presenti al funerale quando non mangiavamo da giorni?
Dov'erano quando lui tornava ubriaco e senza un centesimo nelle tasche?Pietro mi osservò, come per scorgere qualche emozione, ma sono sicura che non notò nulla, perché non provavo alcuna emozione.
Né dolore, né frustrazione, né odio.
In quel momento tutto il livore e la vendetta erano affievoliti, per lasciar spazio alle anime di quel cimitero che urlavano con voci senza suono.
Notai Vito solo alla fine della funzione e tutto il livore tornò a galla, insieme a qualcosa d'altro.Sembrava stanco e dovetti mettere a tacere il mio istinto protettivo, altrimenti l'avrei raggiunto senza esitare.
Strinsi invece la spalla di Pietro che mi mise una mano intorno alla vita, sussurrandomi qualcosa che, distratta com'ero, non sentii nemmeno.
Per un momento Vito si girò verso di me, quella strana alchimia ancora presente tra noi due ci impedì di muoverci, mentre pregavo con tutta me stessa che non mi riconoscesse.La funzione fu breve e dignitosa e ringraziai il signore che almeno mio padre avesse avuto degna sepoltura.
Da quel giorno in poi Giacomo Bonaccorso non fu più menzionato, rimase solo serbato nel cuore.🔸
"Tu non eri la sua puttana, vi amavate, vero?"
Il camino acceso, un bicchiere di vino e un divano comodo.
Pietro seduto per terra a piedi nudi, che cercava foto di sua sorella da farmi vedere.
"Non mi va di parlare di lui, ti prego."Implorai.
"Mi avevi promesso grandi segreti ma fino a ora sono stato solo io ad aver parlato."
Concordai, ma ugualmente evitai il discorso Caruso.
"Non stasera."
Infatti dissi, scivolando dal divano fino in terra, accanto a Pietro.
Da sempre pensavo che i mafiosi avessero tutti lo stesso stampo malvagio ma Pietro aveva smentito giorno dopo giorno ogni mio pregiudizio.
Forse perché aveva il dolore per la morte della sorella ancora così vivido davanti agli occhi, o forse perché ero io che ora vedevo le cose diversamente.
Sta di fatto che l'atmosfera e il vino contribuirono in modo decisivo al mio avvicinamento a Pietro e al mondo dei Basile; la mia nuova casa.*NOTE*
Più ci avviciniamo alla fine e più aumentano gli spazi autrice.
Sono così entusiasta di questa storia, così grata.
In questo capitolo in particolare, ho scritto con il cuore, più che con le mani.
Spero davvero che abbiate apprezzato.
-cartesparse.
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Respiro.
Mystery / ThrillerSicilia, anni '80. Sophie è solo una ragazzina quando decide di mettersi tra suo padre e le avversità della vita. Questa volta il demone di Giacomo non è l'alcool o le scommesse nei locali malfamati, ma ha un volto e un nome: Vito Caruso. La ragazz...