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Dopo aver accompagnato Allison a scuola, Stiles andò a lavoro.
La piccola Prada era seduta davanti, con la cintura allacciata. Stiles era consapevole che non era così che bisognava portare in macchina un cane, e che se l'avessero fermato probabilmente non l'avrebbero lasciato andare solo con qualche domanda. Ma, per venti minuti di strada, pensò che fosse la soluzione migliore. Avrebbe pensato al resto una volta tornato dal lavoro.

Arrivato a destinazione fermò la Jeep e scese, dimenticandosi completamente del piccolo labrador nero, che iniziò subito ad abbaiare. Stiles si voltò e vide il piccolo cucciolo cercare di uscire dalla macchina per seguirlo.

«Oh no.» mormorò Stiles: si era dimenticato di portarlo a casa.

 «Va bene piccola peste.» disse, per poi prenderlo in braccio «Penso che per oggi dovrai venire con me.»

Entrando, si ritrovò davanti Parrish, il nuovo sceriffo di Beacon Hills.

«Stilinski.» disse il capo «Già qui? Di solito non siamo mai così puntuali.»

«Quando si ha una figlia si tende a migliorare.» disse, cercando di riprendere fiato nel mentre.

Parrish sorrise. Stiles gli stava a cuore: si conoscevano da anni, e avevano condiviso l'amore per Lydia. Lo sceriffo non l'aveva mai ammesso a sé stesso, ma sapeva che infondo aveva sempre sperato che la biondo fragola lo notasse, accorgendosi dei sentimenti che provava per lei. In compenso, Parrish era stato l'unico a non accusare Stiles per quello che successe a Lydia. Certo, anche lui soffrì molto. Ma sapeva che Stiles non era colpevole. Era una vittima.

Parrish scosse leggermente la testa, cercando di togliersi dalla mente i pochi ricordi che aveva insieme a Lydia. Quando, poco dopo, notò Prada. Il piccolo cucciolo si era accoccolato nelle braccia possenti di Stiles, che nel mentre la cullava dolcemente cercando di farla addormentare. Sapeva che se avesse schiacciato un pisolino di sicuro non avrebbe creato scompiglio in ufficio.

«E lui?» domandò Parrish, cercando di far ricordare a Stiles che gli animali non potevano stare in ufficio.

«Lei.» disse, per poi posarla su una sedia «E' il regalo di compleanno di Allison. Purtroppo non ho fatto in tempo a riportarla a casa. Mi faresti un gran favore se me la lasciassi tenere qui. Solo per oggi.»

Parrish all'inizio non rispose. Poi, dopo aver fissato attentamente la cagnolina, rispose con un semplice «Va bene. Ma è sotto la tua responsabilità.»

Stiles tirò un sospiro di sollievo. E anche Prada era sistemata.

Passarono le ore, e finalmente arrivò il pomeriggio inoltrato. Stiles continuava a fissare ossessivamente l'orologio, sperando che le lancette andassero più veloci. Desiderava ardentemente tornare a casa. A lavoro non era successo nulla di interessante, se non di fare qualche commissione d'ufficio, mentre Prada aveva dormito praticamente tutto il giorno. Solo ora la piccola cagnolina si stava svegliando, ma molto lentamente.

Quando scattarono le tre, il moro si alzò, prese Prada, le chiavi della macchina e al volo si diresse verso la scuola di Allison. La giornata si sarebbe rivelata piuttosto impegnativa: la piccola bimba, infatti, aveva lezioni di nuoto il lunedì e il giovedì (dalle sette fino alle otto e mezza) aveva lezioni di danza al martedì e al mercoledì (dalle cinque fino alla sette) e lezioni di ginnastica al venerdì, al sabato e a volte anche la domenica (dalle quattro fino alle sei). Quel giorno era un venerdì, e Stiles sapeva di avere solamente un'ora per portarla a casa, farla cambiare e riportarla nella palestra della scuola, dove si allenava arduamente con le sue compagne di squadra.

Mentre si dirigeva verso la scuola di Beacon Hills, i suoi pensieri erano rivolti alla figlia. Stiles era un suo grande sostenitore, ed Allison era cresciuta con il motto e la caparbia di non arrendersi mai. Adorava fare nuove esperienze, infatti non c'era sport che lei non avesse provato o praticato almeno una volta. Era il suo modo di esprimersi, di sentirsi libera. E a Stiles andava bene: adorava vederla danzare per il suo piccolo palcoscenico, vederla roteare e compiere acrobazie durante le sue gare di ginnastica e fare degli incredibili tuffi dalla piattaforma della piscina.
Stiles era un uomo veramente presente nella vita di sua figlia, e Allison non poteva fare altro che ringraziarlo per questo.

Ma tornando a quel pomeriggio, Stiles arrivò finalmente a scuola. Era appoggiato sul cruscotto della sua vecchia jeep, mentre con una mano teneva il guinzaglio di Prada, che finalmente era piena di energie e pronta a girovagare nel giardino della scuola.
La campanella era suonata già da qualche minuto, infatti si poteva assistere a una folla di bambini che cercavano i propri genitori, pronti a raccontare come fosse andata la giornata scolastica. Molti vennero vicino a Stiles, chiedendogli gentilmente se potevano toccare il cagnolino. Stiles annuiva e accennava un sorriso, dicendo che non c'era nulla da temere: Prada era un cucciolo molto piccolo, ma si rivelò molto presto una grande amante delle coccole.
Passati quasi venti minuti dal suono della campanella, Stiles vide la migliore amica di Allison, Meredith, venirgli incontro. In compenso, di sua figlia, neanche l'ombra.

«Ciao Meredith.»

«Salve, signor Stilinski.»rispose la bambina.

«Per gli amici sono Stiles.» disse, sorridendogli.

La bambina ricambiò il suo sorriso.

«Sta cercando Allison?» domandò.

«Sì, per caso sai dove è finita? Oggi abbiamo un impegno e siamo già in ritardo.» disse Stiles, per poi guardarsi attorno: ormai erano rimasti pochi bambini, ma Allison ancora non si vedeva.

Meredith lo guardò, un po' dubbiosa e incredula.

«Ma come, non lo sa? Non è qui.»

Things left undone || StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora