26.

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Scott fu il primo ad entrare in casa. La dimora era completamente sotto sopra: il divano della sala quasi ribaltato, alcuni quadri dondolavano, mentre altri erano a terra assieme a mille pezzi di vetro; le lampade spostate, vasi, piatti, e molto altro sparsi a terra. Il lupo mannaro era sconvolto alla vista della casa del suo migliore amico ridotta in quello stato. Ma chi poteva essere stato? E perché?

Subito dietro, Stiles e Jackson osservarono il corpo di Scott irrigidirsi.

Il moro si avvicinò al ragazzo «Scott che succede?»

Riuscì a finire a malapena la frase, anche lui sorpreso da tanto caos.

«Oh mio dio» aggiunse.

Jackson si avvicinò, per poi aggiungere subito dopo uno sguardo quasi preoccupato.

«Scott.»

Il ragazzo si girò verso Jackson, con aria interrogativa.

«Lo senti anche tu questo odore?» mormorò Jackson.

All'inizio Scott non ci fece caso. Poi, annusando meglio ciò che lo circondava, se ne rese conto: l'aria ne era impregnata.

«Paura.» disse, infine.

Jackson annuì.

«Non solo. C'è anche un forte odore di rabbia, quasi come se qualcuno avesse cercato di lottare.»

Così, Stiles e Scott si guardarono in faccia, per poi capire di aver pensato alla stessa persona.

«Allison.» mormorarono i due ragazzi, per poi precipitarsi tutti di sopra, urlando il nome della bambina.

Cercarono ovunque: nei bagni, in cucina, in giardino e infine nelle camere. Stiles fu il primo ad entrare nella sua cameretta, ancora perfettamente in ordine. Ma lei non c'era.

Ad un certo punto arrivarono anche Scott e Jackson. Bastò uno sguardo da parte loro per capire che la bambina non era da nessuna parte.

Allison era sparita, di nuovo.

«Qualcuno chiami lo sceriffo.» mormorò Jackson.

«Manderanno delle pattuglie in sua ricerca. Non può essere andata troppo lontana.»

Stiles guardò Jackson uscire dalla stanza, per poi fissare Scott. Il lupo avvertiva che, questa volta, le cose non sarebbero andate così bene come era già capitato in passato. E lo stesso pensava Stiles.

«L'hanno presa. Non so chi e non so il perché, ma questa volta non è andata via di propria volontà.» disse, per poi agitare nervosamente la mano e continuare a far saettare gli occhi a destra e a sinistra.

«Non ce la faccio senza Allison non posso perderla.»

Scott si avvicinò al ragazzo, per poi posargli una mano sulla spalla.

«Chiunque l'abbia presa non la passerà liscia. E in men che non si dica Allison sarà a casa. Sana e salva.»

Stiles alzò lo sguardo, ma non osò pronunciare una parola. E se l'avessero ferita per portarla via? Se le avessero fatto del male? Se le stessero facendo proprio in quel momento del male? E se la picchiassero? Cercò di scacciare via quei pensieri, assieme ad un promettente attacco di panico, che però seppe gestire.

«E' una ragazzina forte. Come i suoi genitori, che faranno di tutto per salvarla.» aggiunse Scott.

Il moro lo guardò, per poi mormorare un «Grazie.» sincero al suo migliore amico.

«Vado ad aiutare Jackson. Magari assieme troviamo qualche traccia dei rapitori.» disse ad un certo punto il licantropo, come per usare una scusa e lasciarlo da solo. Nella sua intimità.

Stiles annuì, per poi veder uscire anche Scott dalla stanza. Mentre lui rimase lì, ad osservare ogni minimo dettaglio di quella piccola minuscola camera: i peluche, che lei adorava tanto; il suo letto, i suoi libri, i suoi piccoli oggetti alla quale teneva tantissimo, e l'album di foto.
Alla fine aveva deciso di regalarlo a sua figlia, facendosi promettere di tenerlo molto accuratamente, poiché Stiles teneva veramente tanto a quell'album.

Il moro si alzò dal letto e prese in mano quell'enorme quaderno rosso, per poi passare con l'indice sopra le varie decorazioni che lo abbellivano, e per giungere, alla fine, alla scritta incisa sulla copertina: "Mieczyslaw Stilinski e Lydia Martin". Leggendo quella scritta, si ricordò del loro felice e lieto matrimonio.
Posò delicatamente l'album e prese il cellulare, per controllare che giorno fosse. Poi, realizzò una cosa: tra poco sarebbe stato il loro ventesimo anniversario di matrimonio.

Il ragazzo appoggiò i gomiti sulle sue ginocchia e si mise il viso tra le mani, con un misto di disperazione e rabbia. Poi, senza neanche accorgersene, pestò con il piede qualcosa, che automaticamente sembrò rompersi.
Alzando velocemente il piede, notò un quadretto dal vetro rotto, con all'interno una foto. Il moro fece attenzione a non tagliarsi, per poi prendere in mano la foto: erano lui e Allison, la prima volta che l'aveva portata allo zoo. Lui la teneva vicina a sé, mentre cercavano di scattarsi una foto, ma lei era troppo entusiasta nell'osservare tutto ciò che la circondava. La piccola rossa si era divertita così tanto quel giorno, e anche Stiles si era divertito a guardare le facce di sua figlia mentre osservava animali più grandi e alti di lei.

Un sorriso comparve sul volto dell'uomo, che ormai sembrava dieci anni più vecchio. Quel sorriso, però, venne immediatamente susseguito da una lacrima, che gli rigò il volto.

Era a pezzi, veramente a pezzi: prima Lydia, poi Allison, e adesso entrambe. Sebbene volesse risultare forte e si mascherasse dietro a rabbia e frustrazione, il ragazzo non ne poteva più. Stava per lasciarsi andare. Stava finalmente per scoppiare in un pianto disperato degno di essere chiamato tale, ma di botto Scott entrò nella stanza, con uno sguardo tutt'altro che tranquillo e rassicurante.

Il ragazzo alzò in piedi per lo spavento, facendo cadere nuovamente a terra la foto e asciugandosi velocemente la lacrima dal viso.

«Devi venire subito.» disse Scott, per poi essere seguito dall'amico verso il retro della casa.

«Stavamo cercando di scoprire qualcosa in più su chi potesse essere la persona che ha rapito Allison.» iniziò a dire Scott, mentre si dirigevano nel punto in cui Jackson li stava aspettando.

«Quando Jackson ha trovato qualcosa.» disse, per poi fermarsi poco prima di arrivare a destinazione.

«E' scritto con il sangue.»

Con quest'ultima affermazione, Stiles spostò l'amico per poi dirigersi verso Jackson, ancora intendo a leggere il messaggio lasciato sul muro retrostante di casa.

Non poté credere ai suoi occhi. A pochi metri da lui, una scritta enorme, intrisa nel sangue, diceva:

Stai subendo ciò che meriti. Non le vedrai mai più.

Things left undone || StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora