I due erano ormai in silenzio da troppo tempo.
A Stiles non piaceva quella situazione. Lo metteva in imbarazzo. Mentre il signor Stilinski cercava solo di capire, ma lo stesso momento non voleva aprire delle ferite dolorose, ormai rimarginate da anni, con troppe domande.

Quando sembrava che Stiles volesse continuare, ecco che una piccola bimba di undici anni arrivò saltellando in quella che prima era una silenziosa cucina.

«Buongiorno!» disse Allison tutta contenta, per poi sedersi a capotavola dove il suo latte e cacao l'aspettavo.

«Buongiorno tesoro,» rispose Stiles, per poi stamparle un bacio affettuoso in fronte.

«Come mai siamo così allegre stamattina?»

Il sorriso raggiante della bambina si spense tutto d'un colpo.

«Ma come papà.» disse la bambina «Non dirmi che ti sei già dimenticato.»

Stiles guardò prima suo padre e poi sua figlia, ignaro di ciò a cui Allison si riferiva.

«Penso proprio di non ricordare.»

A quel punto Allison incrociò le braccia.

«Avevi promesso.»

«Che cosa ti aveva promesso, tesoro?» domandò il nonno.

«Aveva promesso che se andavo bene a scuola mi comprava un cane. E, dato che la pagella è arrivata ieri, pensavo che oggi andassimo a comprarlo.»

«Ah si? E a quanto era il patto?» domandò l'ex sceriffo.

«Dovevo avere C in tutte le materie. Ma ho preso B in tutte, tranne in matematica. La professoressa, in quella, mi ha dato una A.» disse, con un sorrisetto fiero.

A sentire quelle parole Stiles ebbe un flashback di Lydia. Lei adorava la matematica, ed era una delle ragazze più intelligenti della sua età. Ricordava anche quando gli passava gli appunti e quanto si sbattesse per aiutarlo nelle difficoltà scolastiche. Allison aveva proprio ereditato l'intelligenza Martin.

Stiles si mise la mano in fronte.

«È vero! Scusami. Scusami davvero. Mi sono dimenticato.»

Intanto, l'ex sceriffo non era d'accordo.

«Posso parlarti?» mormorò l'uomo.

Stiles guardò suo padre, poi si girò verso sua figlia.

«Vai a prepararti, io ti aspetto in fondo alle scale. Okay?»

Allison scattò in piedi.

«Va bene papà.» per poi dirigersi in camera sua.

Dopo che Allison uscì, Stiles e suo padre si misero a sistemare la cucina. Dopodiché si spostarono in corridoio. Lì Stiles aspettava sua figlia, proprio in fondo alle scale.

Al padre sembrò il momento giusto per parlare.

«Ma cosa ti è venuto in mente? Hai quasi litigato con Ali per l'orso di peluche che voleva anni fa perché continuavi ad insistere che di sicuro non l'avrebbe più guardato dopo due giorni, e ora le vuoi comprare un cane?»

Il ragazzo guardò suo padre, un po' deluso dalla sua reazione.

«Ha sempre voluto un animale. E poi abbiamo lo spazio per poterlo tenere. Non sarà un cane enorme, vedrai.»

«Di un cane bisogna prendersene cura. E poi mi sembra che tu abbia avuto già abbastanza a che fare con animali fino a qualche anno fa, non trovi?»

In effetti avere come migliore amico un lupo e una ex ragazza come coyote mannaro non era proprio nella normalità. Per non parlare di tutto quello che avevano passato in cinque anni di liceo. Doveva ammettere a sé stesso, però, che quei anni, gli mancavano. Gli mancava soprattutto vedere una rossa biondo fragola che passava nel corridoio come se fosse la regina suprema, sebbene lo ignorasse.
Ora non si sentiva più così, si sentiva peggio.

«Papà, me ne prendo la totale responsabilità. La casa è mia e poi non sono più così irresponsabile, non trovi?»

L'ex sceriffo gli lanciò un'occhiata da "non sei cambiato per niente dal liceo" per poi avviarsi alla porta d'ingresso. Gli sembrava così strano che tutto d'un tratto sua nipote chiedesse una cosa così responsabile e lui accettasse subito, senza ripensamenti. Doveva esserci sotto un'altra motivazione. E proprio mentre si domandava quale fosse, Stiles iniziò a parlare.

«In realtà.» iniziò il moro, obbligando suo padre a fermarsi.

«Mi ha chiesto un cane perché ha scoperto che Lydia ne aveva uno.» sospirò.

Il signor Stilinski ripercorse tutto il corridoio, mentre Stiles si sedette sulle scale.

«Intendi Prada?» domandò.

Stiles annuì.

«Penso che glielo abbia detto Kira al suo compleanno. Non l'ha fatto apposta, anche perché da quello che mi ha detto Malia stavano chiacchierando normalmente. Però quando sente parlare di sua madre perde il senso del mondo.»

Stiles abbassò lo sguardo, ripensando a quell'orribile palla di pelo bianca che Lydia teneva come se fosse il suo tesoro. In effetti lo era. Ricordava ancora il giorno in cui Lydia portò Prada dal veterinario per sedarla. Aveva riscontrato un tumore incurabile e l'unica cosa da fare era abbatterla, altrimenti avrebbe solo sofferto. Stiles era presente.
In quel periodo stavano diventando qualcosa di più di semplici amici, e Lydia non voleva essere sola.

«Stiles, sei davvero sicuro?» domandò il padre.

«A lei manca sua madre. Anche se è viva sappiamo benissimo che non tornerà mai più quella di prima. Melissa mi ha già detto di prepararmi al peggio, per cui voglio ricordare Lydia per quello che era.»

Stiles lo guardò dritto negli occhi.

«Una volta pensavo di non amarla più, che dopo tutti questi anni fossi riuscito a superare la cosa. Ma ora mi rendo conto che non è così. E credimi se dico che era meglio pensare che fosse morta piuttosto che averla accanto e vedere che ha paura di me, che non riesce manco più a guardarmi. Ha dimenticato qualsiasi cosa, qualsiasi ricordo di noi due, qualsiasi avventura e giornata passata assieme. Non proverà mai più le stesse emozioni che ha provato un tempo. Mentre io, ogni volta che la vedo, provo le stesse sensazioni di quindici anni fa.»

La testa del signor Stilinski era un treno che andava ad alta velocità.
Stiles era uscito anche con altre donne in quegli anni, ma non aveva mai parlato così profondamente di Lydia da prima dell'incidente.
Era felice che finalmente suo figlio non soffrisse più, invece aveva appena scoperto che continuava a soffrire, ma che gli andava comunque bene.
Anche solo dire ciò che stava pensando gli sembrava così confuso.

«Allora, dopo tutto questo tempo, hai continuato ad amarla.»

Noah faticava perfino a mettere insieme i pezzi.

«Ogni singolo momento della mia vita. E non credo che smetterò mai.» mormorò Stiles.

Things left undone || StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora