22.

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Passarono tre mesi, dopo quel bacio. Tre mesi rivoluzionari. Stiles cominciò a fare quello che avrebbe dovuto fare da anni: indagò sulla scomparsa di sua moglie. Iniziò una routine pesante e faticosa: si alzava presto, andava a lavoro e vi rimaneva fino a tardi, arrivando addirittura a portarsi lavoro da casa. Per fortuna in quel periodo non c'era molto movimento in centrale e suo padre si occupava di Allison, sempre più preoccupata per gli orari improponibili che suo padre faceva. A volte raccontava alle amiche che suo padre era talmente bravo nel suo lavoro da averlo visto non dormire finché non risolveva un caso. Il che era vero, ma solo in parte. Era vero che si stava dando da fare cercando di trovare qualcosa di utile per la sua ricerca come indizi, impronte e tanto altro, ripercorrendo ciò che successe ben dieci anni fa. Ed era anche vero che Scott e tutto il resto del branco lo stavano aiutando in tutti i modi possibili.
Anche Lydia cercava di dare una mano, a suo modo. Si era offerta di andare con Malia nel bosco dove il moro aveva sostenuto di averla vista anni prima, e Liam e Hayden l'avevano portata negli edifici in cui, a quel tempo, aveva passato la maggior parte del suo tempo.

Molte volte i ragazzi si erano riuniti, cercando di collegare varie opzioni, teorie e possibilità alle loro indagini. Stiles e Lydia si erano visti più volte, ma mai da soli come quella volta, e mai più si erano parlati o guardati come quella sera. O, per lo meno, a Stiles sembrava che Lydia non ricordasse manco di averlo baciato: sembrava così tranquilla e determinata nello scovare il suo rapitore, da non pensare al resto. E Stiles cercava di fare lo stesso. Ma, sebbene non volesse darsi delle speranze, il moro non aveva smesso di pensare un attimo a quel bacio. Nella sua testa trivellarono una decina di domande, che finalizzavano tutte ad un'unica conclusione: perché l'aveva fatto?

Ma tornando a quella sera. Lydia lasciò Stiles fuori casa, ancora immerso nei suoi pensieri e nel suo mondo. Poco dopo, però, il freddo aveva iniziato a farsi sentire, costringendolo a tornare in macchina e a dirigersi verso casa a fare sogni tranquilli. O almeno a provarci. Lydia, invece, rimase ferma davanti alla porta per i minuti successivi. Gli occhi strabuzzati, le labbra tremanti e la pelle d'oca su tutto il corpo. Il suo fisico, e anche la sua mente, davano segni evidenti di aver gradito il bacio con Stiles, e anche segni di shock per quel colpo di scena improvviso.

Perché? Perché l'aveva fatto?  Voleva ricordare, ecco il perché. Se veramente era stata innamorata così tanto di Stiles, se veramente lo era da morire addirittura per lui, allora voleva vedere se, baciandolo, sarebbe davvero cambiato qualcosa. E quel qualcosa era successo.

Pochi attimi dopo arrivò Natalie, sua madre, a vedere chi fosse entrato in casa. Quando notò una Lydia quasi sconvolta all'ingresso, si fiondò precipitosamente in suo aiuto.

«Lydia, che è successo?» disse la donna, con un tono di voce preoccupato.

«Insomma, dove sei stata? Avevi detto che saresti andata a fare una passeggiata e al massimo che saresti tornata per l'ora di cena. Ma sono le undici passate e...»

«Mamma sto bene.» ribatté, cercando di calmare sia sua madre che sé stessa.

«Non ho dodici anni. E poi non ero da sola, non preoccuparti.»

Natalie Martin la fissò prima con aria confusa, poi capì a chi si stesse riferendo.

«Stiles.» disse, quasi amareggiata.

«Dove siete stati? Lo sai che il dottore ha detto che non devi fare troppi sforzi alla volta.»

«Cerca solo di aiutarmi.»

«Ah si? E noi allora? Siamo i tuoi genitori. Non credi che abbiamo la precedenza?»

La signora Martin sembrava quasi più gelosa che arrabbiata con sua figlia. Forse la voleva tutta per sé, e non aveva neanche tutti i torti.

«Se è per questo lui è ancora mio marito.» ribatté la ormai donna, cercando di non perdere la pazienza.

«Non devi vederlo.» disse infine Natalie, decisa.

«Non devi vedere né lui, né il resto dei suoi amici.»

La biondo fragola non riusciva a credere alle parole della madre: come poteva chiederle una cosa del genere?

«Lo so cosa stai pensando. Ma lo faccio solo per il tuo bene.»

Lydia si sentì delusa.

«No. La verità è che lo fai solo per il tuo, di bene.» mormorò, infine.

Si diresse verso camera sua, ormai più arrabbiata con Natalie che scioccata per quello che era successo con Stiles, per poi sbattere la porta.

All'inizio era così agitata e confusa: perché sua madre non voleva che stesse con i suoi amici? Perché non voleva che stesse con Stiles? Infondo, da quello che gli avevano raccontato tutti, Stiles aveva sempre aiutato la sua famiglia, ed era stato l'unico a non arrendersi mai. Neanche quando tutti gli erano contro. Neanche quando sembrava che Lydia fosse morta.
Calmandosi riguardo a ciò che era appena successo con sua madre, la ragazza biondo fragola iniziò a pensare al ragazzo che dominava nella sua mente per più tempo di quanto volesse ammettere: Stiles.

Ad un certo punto, il suo sguardo iniziò a focalizzarsi su uno dei tanti vestiti che aveva trovato dopo il suo ritorno a casa. Era un vestito completamente color azzurro, ormai sbiadito e con qualche buco. Sembrava quasi una camicia e una gonna, se non fosse stato per il semplice fatto che era un pezzo unico. Quando Lydia l'aveva ritrovato, aveva chiesto subito a sua madre di chi fosse.

«E' tuo. Eri molto affezionata a quel vestito, ma non ho mai capito il perché.» rispose la donna.

Così Lydia aveva deciso di tenerlo, convinta che magari, un giorno, avrebbe capito come mai era così tanto legata a quel vestito ormai vecchio e a pezzi.

La ragazza si avvicinò e prese in mano il vestito, realizzando solamente dopo come mai non se ne fosse mai sbarazzata: era il vestito che indossava quel giorno. Già, quel fatidico giorno in cui baciò per la prima volta Stiles.
Lydia indietreggiò fino a trovarsi nuovamente contro la porta, per poi scivolare fino a trovarsi completamente seduta a terra. Ecco cosa aveva ricordato, ecco cosa l'aveva tanto sconvolta.
Quando, qualche momento prima, aveva baciato nuovamente Stiles, un vortice di emozioni erano scoppiate nel suo corpo, mentre nella sua mente iniziarono ad arrivare tanti, troppi ricordi confusi e quasi inverosimili. Ma tra tutti, solamente uno le rimase ben stampato in testa.

Un lampo di luce accecò la mente e il viso della ragazza, che si ritrovò in cima alle scale. Guardandosi attorno, si accorse di essere circondata da ragazzi che andavano veloci verso le classi, che ridevano o che semplicemente la salutavano. Realizzò solamente dopo dove si trovasse. Era nella sua mente. E la sua mente le stava facendo capire solo una cosa.
Era tornata a scuola.

Things left undone || StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora