Things left undone || Stydia

11.

Non molto lontano da dove si trovava Stiles, una piccola bambina varcava le soglie del Beacon Hills Hospital. Allison era sicura di non essere mai stata in quel bianco, enorme e pulito edificio, e se c'era stata, era sicura di non ricordarlo. Un passo alla volta, e cercando di destare meno sospetto possibile, varcò la soglia dell'ospedale, ritrovandosi nella sala d'aspetto.
Sinceramente non sapeva nemmeno lei come fosse arrivata lì, o meglio, non sapeva il perché fosse lì. Forse la verità stava in un'unica persona: sua madre.

La mattina stessa, senza che nessuno se ne accorgesse, Allison aveva sentito il discorso tra suo padre e suo nonno. Stiles stava parlando della cagnolina di Lydia, Prada. Così la bimba aveva deciso di stare ferma ad ascoltare ciò che i due stessero dicendo, non pensando a ciò che sarebbe uscito in seguito.
La sua mamma era viva. Viva e vegeta.

Le sue emozioni, in quel momento, erano pronte ad esplodere. Non riusciva a crederci, e non capiva neanche come e dove sua madre fosse sparita per ben undici anni. Ma tralasciando le mille domande che le frullarono velocemente nella testa, la prima cosa che le venne in mente era che, finalmente, avrebbe potuto conoscerla. Avrebbero parlato e avrebbero fatto tutto assieme: Allison le avrebbe raccontato le sue giornate, i suoi pensieri, le sue ambizioni e anche i gossip della sua classe. Si sarebbero messe lo smalto a vicenda, avrebbero giocato a nascondino e sarebbero andate nel posto speciale assieme a suo padre.

E poi avrebbero portato la mamma al mare.

Allison sognava tanto andare in spiaggia, osservare l'oceano e magari anche fare qualche nuotata. Ma sognava ancora di più andarci con i suoi genitori. Sapeva che suo padre sognava una vacanza al mare più di lei, forse era anche per questo che si voleva trasferire appena fuori da New York, dove il mare non distava moltissimo, oltre alla scusa della promozione. Ma adesso che la mamma era tornata, era sicura che suo padre non si sarebbe mai più mosso da Beacon Hills. Lei, per lo meno, non se ne sarebbe andata così facilmente. A Beacon Hills c'era tutta la sua vita: i suoi amici, suo nonno, lo zio Scott e la zia Malia, oltre a tutti gli altri, ovviamente. Non aveva intenzione di abbandonarli tutti. Stiles le aveva promesso che sarebbero tornati durante le vacanze, ma tra Beacon Hills e New York c'erano troppi chilometri di distanza.

«4.437,3 chilometri di distanza, per l'esattezza.» aveva risposto Allison, appena appresa la notizia del trasferimento.

«Sono quaranta ore di distanza papà. Quaranta.» ripeté la bambina.

«Ma prenderemo l'aereo. E poi non ho intenzione di vendere la casa. Passeremo qui tutte le vacanze, te lo prometto.» aveva ribattuto Stiles, che nel mentre stava sistemando la cucina.

Ma la bambina mise il broncio per tutta la giornata, per poi non parlare a suo padre. Solo il nonno riuscì a farla ragionare: quantomeno era dispiaciuto quasi quanto lei.

Così, dopo essere stata sicura che suo padre fosse a lavoro e suo nonno a casa, alla fine delle lezioni aveva approfittato della professoressa Jhons per farsi accompagnare in palestra e, dopo aver usato una scusa per allontanarla, era scappata dalla porta posteriore della scuola.
Ad Allison, però, non piaceva l'idea di dire che era scappata: preferiva ammettere a sé stessa di essere dovuta andar via per forze maggiori che richiedevano assolutamente la sua presenza. Come la sua mamma, ad esempio.

Immersa nei suoi pensieri, non si rese conto di dove fosse diretta fino a quando non le si presentò davanti un grande pannello con sopra scritte delle informazioni: Ambulatorio, Neurologia, Rianimazione, Chirurgia, Ufficio prelievi, Ufficio informazioni... insomma, quanti nomi! Come avrebbe fatto a trovare sua madre?
Ma quasi come se qualcuno avesse ascoltato i suoi pensieri, un'infermiera la notò. Vedendo il suo faccino confuso e disorientato della bimba si avvicinò per capire meglio cosa ci facesse da sola in ospedale.

«Sono venuta a vedere la mia mamma.» rispose Allison.