Ciò che successe la notte del rapimento di Lydia, per la seconda volta, rimase ancora un mistero.
Malia era ancora incosciente per parlare e per di più sotto i ferri, attaccata alla vita con tutte le sue forze. Mentre Lydia non era presente per poterlo raccontare.Il gruppo di amici si mise a fare discussioni e ipotesi su come, dove e chi avesse potuto rapirla: era avvenuto tutto con troppa facilità, probabilmente dallo stesso che l'aveva rapita undici anni prima, ma di ciò non potevano essere altrettanto sicuri. La ragazza era stata presa senza troppa fatica, spaventata e confusa, per poi essere svenuta subito dopo, a causa di una forte botta in testa. Il che poteva essere pericoloso: già non era in uno stato di perfetta salute mentale, subendo ulteriori danni poteva aggravare una situazione già delicata. Ma Lydia era forte, o almeno è quello che pensavano i suoi amici, il suo Stiles, la sua bambina. Già, lei aveva una figlia.
«Lydia.»
Una voce lieve e dolce sussurrò alcune parole, ma l'unica che riuscì a capire in quel momento fu solo quella.
«Lydia.»
La voce richiamò nuovamente la sua attenzione, questa volta più decisa, ma sempre con quel tono innocente. Che fosse Allison a chiamarla?
Provò a guardarsi attorno, ma vi era solamente ombra e oscurità che la circondavano. Ad un certo punto si girò nuovamente e si trovò in un corridoio. Uno di quelli di una scuola liceale. Guardandosi, notò anche di indossare un vestito, di quelli da ballo, e guardandosi meglio attorno notò che il corridoio era tutto adornato di striscioni e palloncini e tutti con un tema in comune: il ballo scolastico."Venite al miglior ballo dell'anno!" "Iscrivetevi se volete diventare il futuro re o la futura regina della Scuola!" "Beacon Hills High School: prom 2011"
Lydia era sorpresa di tutto ciò. 2011? Che ci faceva vestita così? E soprattutto, perché proprio durante il ballo scolastico di oltre vent'anni prima?
Da quel momento, capì di star sognando (o di non essere mentalmente lucida). Comunque rimaneva ancora il mistero di chi la stesse cercando.Si guardò ancora attorno, cercando la persona che aveva invaso la sua mente. Ma non vi era nessuno, tranne lei.
«Un tempo, tutto questo era il tuo mondo. Adoravi essere eletta regina del ballo, e adoravi ancora di più avere tutti gli occhi addosso.»
La voce tornò appena lei iniziò a camminare per trovare un uscita. Quando la sentì, si bloccò di colpo e si girò. Davanti a lei, ma a qualche metro di distanza, vi era una ragazza alta e dai lunghi capelli corvini, raccolti in una coda che scendeva su una spalla. Anche lei indossava un vestito da ballo, però argenteo rispetto a quello di Lydia, che era rosa confetto.
Lydia non riuscì a vederla bene in viso, così cercò di avvicinarsi.
«Chi sei?»
Alla domanda della rossa, la ragazza rise, per poi avvicinarsi anche lei. Quando finalmente riuscì a vederla in viso, il cuore fece un sobbalzo. Non sapeva come o perché, ma era certa di una cosa: quella doveva essere stata una persona davvero importante per lei.
«Sai, mi sei mancata.»
La frase della ragazza la fece sentire meglio, anche se non capiva il perché. E soprattutto non sapeva il perché della sua risposta, dato che non si ricordava proprio di quella ragazza.
«Anche tu.»
«Ora, però, devo aiutarti.»
«Aiutarmi? Perché?»
«Devi svegliarti. E devi farlo al più presto. Non voglio che la mia migliore amica faccia la mia stessa fine. Non è ancora arrivato quel momento.»
«Che intendi? Io...io non capisco.»
Lydia era frustrata: non ne poteva più di non capire o di non ricordare.
Ad un certo punto, la ragazza dai capelli corvini guardò il vestito di Lydia, che di colpo si macchiò di un enorme macchia rossa su un fianco, spaventandola.
«Oh mio dio.» disse la ragazza, toccandosi il fianco, per poi trovarsi le mani piene di sangue.
«Sto morendo, non è così?»
«Devi svegliarti. Non puoi rimanere.»
«Ma non sento dolore. Sento...sento di non volermi svegliare.»
«Non è ancora arrivato il tuo momento. E non puoi abbandonare tutti coloro che ti amano in questo modo. Io l'ho fatto, e non è stato piacevole.»
La ragazza le prese una mano, stringendola a sé.
«Ci vedremo ancora, te lo prometto.»
Dopo che i loro sguardi si incrociarono, la ragazza misteriosa si allontanò da Lydia.
«Devi promettermi che ti sveglierai, e subito.»
La rossa guardò la ragazza. Sebbene nel suo cuore volesse rimanere qui, la mente le diceva di tornare, di stare con la gente che amava e di combattere. Così annuì, per poi essere abbracciata dalla ragazza che aveva di fronte, felice della decisione presa da Lydia.
Dopodiché si allontanò, andando dalla parte opposta di dove si trovava la Banshee, che rimase immobile, ancora stupita di quell'abbraccio di cui non aveva avuto il tempo di ricambiare.Sentiva di voler fare così tante domande a quella ragazza, forse perché sentiva che lei aveva tutte le risposte.
«Aspetta!»
La ragazza si voltò un ultima volta verso Lydia e, come se le avesse letto la mente, rispose:
«Non ti preoccupare, ti ricorderai di me presto. Anzi, ti ricorderai tutto presto. Perché in realtà tu sai già tutto: devi solamente trovare qualcuno che ti accenda di nuovo. E tu, amica mia, sai già chi è.»E poi, come per magia, la ragazza scomparve. Che fosse stata una visione? Un'allucinazione? Un sogno? Per ora non poteva saperlo, sebbene le sembrasse tutto così reale.
Ad un certo punto sentì un dolore atroce alla testa, quasi come se volesse esplodere da un momento all'altro. Il dolore era quasi insopportabile.
La ragazza si prese la testa fra le mani, e iniziò a girarsi da una parte all'altra, cercando di trovare una via di uscita. Ma, quasi come se qualcuno l'avesse ascoltata, iniziò ad accorgersi che tutto attorno a lei stava sparendo in una nuvola di fumo, mentre il dolore le tartassò sempre di più la mente. Cercò di resistere, auto incoraggiandosi, ma ad un certo punto cedette e cade a terra, ancora cosciente. Poco dopo, il dolore alla testa si affievolì, iniziando però a sentire altre sensazioni: si sentì gelare, bagnata e con una grande fitta al fianco e dietro la testa.
Riaprendo gli occhi, si accorse di essere tornata nella realtà, e si accorse anche di ricordare.
Ora sapeva chi era quella ragazza che le era apparsa, e sapeva anche perché l'aveva aiutata, e poteva solamente ringraziarla per questo.Quasi come se stesse annegando, iniziò nuovamente a respirare. Le parole che le uscirono dalla bocca, lievemente sussurrate, furono il nome della ragazza. Una ragazza a cui ricordò di tenere moltissimo. Una sua amica, la sua grande migliore amica.
«Allison. Lei mi ha salvata.»
STAI LEGGENDO
Things left undone || Stydia
Fanfiction- Secondo libro (e sequel) della dilogia Stydia - Trascorsi undici lunghi anni dopo l'incidente di Lydia, Stiles crede di essersi ripreso: ha superato il dolore, e la perdita della sua amata è ormai un ricordo lontano. Ora ha solo un obbiettivo in m...