Mi ritrovai, tra una cervogia e l'altra, a rifletter su una questione a dir poco spinosa.
Dire o non dire agli Autori che recensisco le loro storie?
Afflitto dal dilemma, corsi a cercare aiuto presso la Quercia Sacra nel giardino del castello, e in tal loco di fede e antichi spirti mi giunse presta molto una risposta che sul momento, tuttavia, mi lasciò confuso e sorpreso...
Fastidious Notes
Queste le parole che apparvero sulla superficie della polla limpida, ai piedi della Quercia. Che razza di risposta era mai quella?! Anziché dissipare i miei dubbi come foschia nel sole mattutino, li aveva moltiplicati sino a renderli selva oscura nell'animo mio.
Vagai per giorni nelle mie stanze, dilaniato; vani i tentativi dei Maestri di riportarmi alla ragione; come un Orlando, anche il mio senno era andato perso: tra i libri della biblioteca reale, in cui m'affannavo a cercar risposte.
Ogni speranza pareva ormai perduta. Il regno era destinato a sfaldarsi, alla mia dipartita; già mi pareva di cogliere all'orizzonte il lucor sanguigno delle lance nemiche, esaltate dal sol crepuscolare; e quelle due parole, a rintronarmi nelle tempie e farmi gridare nella notte, tormentando i miei sogni, levandomi la fame, la sete, il respiro stesso!
Fu allora che giunse lo straniero.
Un uomo alto, dalle spalle dritte e fiere; bardato in un mantello che un tempo doveva esser stato nero, ora sbiadito a un grigio sporco, segnato da anni di viaggio nelle terre fuori del regno; tutto della sua figura era celato, tranne gli occhi: certo opera degli antichi dei, poiché nessun umano avrebbe potuto mai foggiar simili gemme, come di grano acerbo al sole del mezzogiorno, incastonate nel volto che s'intravedeva bronzeo.
"Cavalier Scalogno" chiamò, senza inginocchiarsi davanti alla mia figura assisa in trono. Tossii e feci per alzarmi, ma ricaddi senza forze; già sentivo le dita gelide della Signora Morte carezzarmi languide la nuca.
"Come fate a conoscere il mio nome?" risposi fiocamente.
"Oh, io conosco tutto, Cavaliere..." mormorò lui, il sorriso a rivelarsi in quegli occhi così belli...
"Dite, chi siete voi, tanto arrogante?"
Per tutta risposta infilò una mano guantata nella bisaccia che portava al fianco, e ne trasse un cartiglio che gettò ai miei piedi. "Lì troverete la risposta che cercate."
"Aspettate!" lo richiamai quando mi diede le spalle. "Chi... chi siete?"
Si fermò, senza tuttavia girarsi. "Molti nomi mi han dato, negli anni, ma solo uno ho scelto da me e solo uno confido a chi reputo degno."
Allora riprese a camminare e io tacqui, amareggiato al pensiero d'esser reputato indegno del suo nome, celato dietro alle gemme verdi. Quale fu la sorpresa quando, una volta giunto al portone della sala, lo straniero si volse a farmi dono del suo sguardo.
"Chiamatemi Internet."
E se ne andò.
Incredulo raccolsi il cartiglio, ne ruppi il sigillo e lo svolsi con mani tremanti, il pensiero ancora fisso agli occhi verdi che mai più avrei visto.
*
Quindi sì, ho deciso di applicare la filosofia di Fastidious Notes (se non lo conoscete, CORRETE A GOOGLARE PRESTO), ergo informerò gli Autori delle mie Recensioni Stronze, sia quelli già recensiti che quelli a venire.
Brace yourselves, winter is coming.
STAI LEGGENDO
Storie Stronze
HumorLa ghigliottina personale della Cavaliera Scalogna, per sbudellare le storie stronze ed esporle al pubblico ludibrio. Presenza di dialetto marchigiano, parolacce e umorismo becero senza freno. [SÌ SONO UNA RAGAZZA. La cosa di me maschio era partit...