Appena vedo Matteo sgrano gli occhi e come sempre mi rendo conto di non essere in grado di nascondere il mio stato d'animo.
Ci avevo quasi sperato, cazzo. Cazzo, ho detto una parolaccia senza un buon motivo.
Evidentemente si è accorto della mia reazione perché ha stampato sulla faccia il suo sorriso beffardo.
-Le serve una mano signorina?- Mi chiede ridendo.
Cos'è, ora fa il gentile? Prima tronca un rapporto d'amicizia così duraturo e dopo cinque anni tutto come prima?
Arrabbiata faccio una smorfia di disgusto e torno sulla riva. Non riuscirà a rovinarmi la serata.
Mentre torno arrabbiata Giorgia mi vede e fa una risata coprendosi con la mano.
Hanno già montato i tavolini, acceso il fuoco e messo vari asciugamani sulla sabbia e se ci fossero i marshmellow sembrerebbe proprio un falò stile americano.
Tutti si danno da fare affinché la serata sia perfetta, l'odore di arrosticini mi fa venire l'acquolina e io, Giorgia e Flavia ci attacchiamo alle patatine durante l'attesa.
- Wow Serena da te non me lo sarei aspettata!- Dice Flavia indicando la seconda birra che sorseggio nella serata. E ciò quasi mi infastidisce.
-So divertirmi anche io.- Rispondo secca. Ma subito dopo mi pento del tono usato e mi accorgo che l'arrivo di Matteo ha avuto un'influenza inaspettata su di me.
-Scusate.- Continuo io guardando le loro facce interdette e andando verso la console per cambiare musica. Mentre cerco una canzone adatta, sono appoggiata al baule del ghiaccio e quando scorro la mia playlist, lo stomaco brontola facendo un rumore vergognoso. Mi guardo intorno di scatto ma per fortuna nessuno mi ha sentita, quindi decido di scrutare se qualche salsiccia sia già pronta ma quando vedo che intorno al barbecue c'è anche Matteo, subito abbasso lo sguardo.
-Metti qualcosa di Latino-americano, Serena!- Mi suggeriscono le mie amiche da lontano mentre chiacchierano con quelli che penso essere amici di Giulio, mai visti prima. Le accontento e mentre torno da loro mi accorgo quanto la temperatura sia calata, ho la pelle d'oca e istintivamente chiudo le braccia a riccio. Come sempre la mamma aveva ragione, avrei dovuto portarmi qualcosa da mettere sopra, ma avrei impiegato ore a cercarlo nel mucchio sulla mia sedia.
Inevitabilmente il mio pensiero va a Michael, se fosse stato qui mi avrebbe dato il suo caldo maglioncino della Ralph Lauren per scaldarmi.
Bhe, mi scalderò con l'alcol.
Appena mi siedo mi presento agli altri ragazzi e guardando quello vicino a Flavia deduco che entro una mezz'ora lei ficcherà la sua lingua nella bocca di..Lucio mi pare abbia detto.
-Chi vuole della Capivodka?- Chiede Carlo mentre arriva al nostro tavolino con tutto l'occorrente per preparare dei cocktail.
Ma si, un cocktail me lo posso permettere stasera.
Tutti guardiamo meravigliati Carlo mentre tagliuzza il limone e shakera ghiaccio e alcol, sembriamo tanti bambini che osservano la maestra che ci insegna come usare le tempere. Sappiamo che fare il barman è il suo mestiere, ma ogni volta riesce a stupirci e Giorgia ne va così fiera.
Mentre sorseggio la mia Capivodka già brilla, ascolto la conversazione assurda che stanno avendo Flavia e Jennifer.
- Cioè, capisci? Ma come si permette di sbattergli il culo in faccia proprio davanti a me! - Dice Jennifer guardando verso il suo ex che sta ballando con Jess, Miss gambelunghe. Effettivamente Jess è sempre molto provocante nei suoi movimenti.
- Che gran puttana.- La consola Flavia.
- Ci siamo lasciati appena una settimana fa, che stronza! - Continua Jennifer sul punto di piangere e cercando conforto anche verso di me.
- Quanto hai ragione.- Dice Flavia in modo stranamente serio, poi si gira verso di me per cercare anche lei il mio supporto.
Io alzo le sopracciglia e abbozzo un sorrisetto alzando le spalle poiché non so proprio come aiutarla, ma dopo una lunga pausa sono costretta a dire la mia.
-Secondo me- Dico schiarendomi la voce. -Forse dovresti prendertela con lui più che con lei..- Dico cercando accuratamente le parole per non essere la causa del pianto sfrenato di Jennifer.
-Dico solo che alla fine tu eri fidanzata con lui, non con Jess. Dovresti arrabbiarti con lui.- Continuo io, e Flavia sorride dandomi subito ragione.
- Giusto Serena!- Esclama battendo la mano sul tavolo come se avessi vinto una causa in tribunale.
Per non sentire la risposta della povera sfortunata in amore decido di andare a prendere altro ghiaccio, anche se sto ancora morendo di freddo.
Arrivata al bauletto del ghiaccio lo apro e scopro che non è per nulla facile centrare il bicchiere con la paletta visto che la spiaggia inizia a girare lentamente intorno a me.
D'un tratto la sensazione di freddo è svanita e prima di rendermene conto ho una felpa sulle spalle e una mano prende il mio polso facendomi girare di scatto . Ho il cuore in gola e non so perché.
La giravolta appena fatta non ha aiutato l'alcol che ho già in corpo, ma appena riesco a connettere il cuore riprende il suo normale battito.
Davanti a me c'è Giulio, con la sua camicia ancora bianca candida che sembra voler esplodere a causa dei suoi pettorali definiti. Come sempre si preoccupa di non farmi prendere un raffreddore.
- Grazie Giulio.- Gli dico ridendo.
-Sei la solita tonta Serena, sai che andremo sulla spiaggia e non ti porti un giacchetto?- Dice lui facendomi una finta ramanzina.
-Hai ragione, scusa dottore.- Gli rispondo io sforzandomi di fare la faccia di un gattino indifeso appena lasciato sul ciglio della strada.-
-Ma finiscila.- Sorride. E un secondo dopo mi prende per le spalle tirandomi a sé per abbracciarmi. Io ricambio dolcemente essendo talmente abituata al suo affetto, anche se l'alcol sta iniziando a circolarmi in corpo così velocemente che stavolta l'abbraccio sembra durare di più.
Mi sembra di avere degli occhi puntati addosso, quindi mi guardo intorno ma questi fari non emanano la luce che speravo, ne tanto meno il falò.
-Serenaaa! Vieni c'è la nostra canzone!- Urla Giorgia appena sente le note di Shakira.
Appena capisco di quale canzone si tratti mi avvicino alla console per raggiungere la mia migliore amica lasciando il fratello alla sua corona di alloro.
Tirare dritto sembra ancora più complicato di prima e la spiaggia non smette di girare fino a quando Giorgia mi sorregge e iniziamo a ballare. Ondeggio i fianchi a destra e sinistra accompagnando il movimento con la testa che è diventata davvero pesante. Le braccia sono sollevate e vedendoci divertire così molte ragazze si alzano e vengono a ballare insieme a noi con qualche urletto di incitamento. Passano due, tre o quattro canzoni e la spiaggia ormai sta facendo le capriole ma sono abbastanza lucida da intravedere Flavia che limona con il tizio di prima. La prossima volta dovrei scommettere dei soldi.
La musica è sempre più alta e mi piace la sensazione di spensieratezza che sto provando. Sarebbe tutto perfetto se solo questa dannata cintura non mi bloccasse il respiro. Tutte le ragazze cantano in coro e credo che da lontano i ragazzi si stiano godendo lo spettacolo perché ho ancora quella tremenda sensazione di occhi puntati su di me.
Basta devo levarmi questa diavolo di cintura.
Punto primo: trovare la borsa per mettercela dentro.
Dove l'avevo messa?
Pensa Serena.
Certo che quel cocktail era davvero buono. E se mi avessero drogata?
Ma che cosa pensi Serena, concentrati.
Ma su cosa dovevo concentrarmi?
Ah si, la borsa.
Ma ho mai preso la mia borsa?
Non mi sembra. Quindi è in macchina ancora.
Procedo verso l'auto e la musica piano piano si allontana, ma io sento comunque le orecchie pulsare.
Mi chiedo se stia effettivamente camminando dritta, ma l'importante è che sia quasi arrivata alla macchina. Con grande gioia mi slaccio la cintura e la levo con veemenza riprendendo felicemente a respirare. Il mio vestito celestino adesso ricade in maniera più morbida ma è comunque parecchio corto arrivandomi ben sopra al ginocchio. Dopo qualche momento di pausa decido che invece di inoltrarmi alla ricerca della borsa, lascerò la cintura sul sedile posteriore. Mentre penso che forse dovrei cercare il cellulare, sento dei passi sulla sabbia e mi volto lentamente. Non credo che riuscirei a far nulla in modo repentino con tutto l'alcol che ho in corpo. Appena vedo chi ho di fronte la gola si secca e non riesco a dire nulla.
Matteo non mi dà nemmeno tempo di capire che sia lui e come se non riuscisse a controllarsi mi afferra per i fianchi affondandovi le sue mani e mettendomi seduta sul cofano della macchina. Le palpitazioni del mio cuore sono impazzite e improvvisamente non ho più freddo, anzi. Non appena il mio fondoschiena batte sul cofano, una sua mano scivola dai fianchi sulla mia gamba e passando per la coscia si ferma sul ginocchio premendolo forte, come se volesse assicurarsi che io non cada, o forse che non me ne vada. Matteo si trova in mezzo alle mie gambe ma non riesco a vederlo completamente in viso perché i fari sono ben lontani, so solo che il profumo mielato dei suoi capelli è inconfondibile.
Io confusa sgrano gli occhi ma non ho la forza di controbattere ciò che sta accadendo, sarà l'alcol che mi fa sentire così pesante ma rimango incollata su quest'auto. Quando si assicura che io abbia compreso chi sia lui e quale sia la situazione, si avvicina verso di me e quel movimento sembra non finire mai. Sembra che voglia darmi un bacio sulla guancia destra e invece si avvicina al mio orecchio. Prima che apra la bocca sento il suo respiro affannoso che soffia sul mio lobo, eppure sono quasi sicura che non abbia ballato. Continua il silenzio e se è possibile i battiti delle mie vene sembrano impazziti, è un martellare continuo, tanto da aver paura che tutti mi sentano.
- Possibile che mi manchi così tanto, cazzo. - Mi sussurra Matteo nell'orecchio lentamente e in tono tanto dolce quanto incazzato.
Queste parole si aggiungono al soffio gentile del suo respiro sulla mia pelle e ciò da' il via ad un brivido che attraversa completamente la mia schiena. Mentre si tira indietro le nostre guance si toccano per qualche secondo e quando penso che si stia ritirando completamente, rimane faccia a faccia con me. Siamo troppo poco distanti l'uno dall'altro per guardarlo negli occhi. I nostri nasi si toccano e credo di non aver mai parlato con una persona così da vicino. O forse si, una volta, dejavu.
Le nostre fronti premono l'una su l'altra e sento la sua mano andare dietro la mia testa per poi rivederla subito dopo con il mio fermaglio. I capelli ricci si sono sciolti immediatamente quasi se cercassero la liberazione dal tocco di Matteo e adesso ricadono sulle mie spalle coprendomi entrambi i lati del viso
- Voglio averti così tanto Serena.Ora. - Dice tremando, ma comunque in modo deciso. Sono così ubriaca che quasi non riesco a capire se mi abbia baciata. Abbiamo entrambi gli occhi chiusi e siamo così vicini che le sue parole premono sulla mia bocca al posto delle sue labbra, ma un vero contatto non c'è. Una sensazione straziante si forma nel mio basso ventre così che istintivamente chiudo le gambe che fin ora sono state aperte nonostante indossi un vestitino di raso. La pelle d'oca continua, ma stavolta non è il freddo.
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LOST KISSES
RomanceSe doveste scegliere tra passato e presente, voi cosa scegliereste? Michael è un presente fiabesco e perfetto, Matteo un passato scottante e un amore mai nato del tutto. "Nell'ordine della mia totale confusione, avevo la certezza che avrei sempre a...