Capitolo 9

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Il rumore del tagliaerba mi sveglia.
Mi sono sempre chiesta come i giardinieri riescano a svolgere un lavoro tanto assordante, chissà se utilizzano dei tappi per le orecchie. Mentre i primi raggi di luce della giornata attraversano le mie iridi, mi accorgo che qualcosa non va. Di non essere al posto giusto.
Ma dove sono?
Appena realizzo di non trovarmi nel mio letto, sobbalzo seduta sulle lenzuola bianche.
Il tempo è cambiato, il colore cupo e spento delle nuvole prevale nettamente sull'azzurro del cielo, che allo stesso tempo cerca di resistergli instaurando una sorta di lotta tra atmosfere.
La testa è pesantissima, sembra che qualcuno mi abbia appeso un mattone al collo. Socchiudo gli occhi ancora stanchi e non del tutto riposati, così capisco immediatamente e con gioia di trovarmi nella stanza di Giorgia.
Il mio respiro di sollievo viene interrotto proprio dall'irruzione della mia amica nella sua camera.
- Ce l'hai fatta, principessa!- Starnazza lei come se volesse aumentare il mio mal di testa.
Rispondo afferrando il cuscino e mettendolo sopra la mia testa per nascondermi mentre lei si siede sul letto accanto a me, già vestita, truccata e impeccabile come sempre.
-Ti senti meglio? - Mi chiede.
Sarei tentata di rispondere che sto bene, ma di sfuggita riesco a guardarmi nello specchio a fianco all'armadio e i miei capelli da leone e il colorito smorto dicono il contrario. Faccio comunque cenno di si.
- Mi spieghi che diavolo è successo ieri sera?- continua l'interrogatorio.
Ho bisogno di un bicchiere d'acqua. Non sono pronta a dire ad alta voce quel che ricordo, potrei aver sognato tutto e voglio essere sicura di ciò che dico alla mia migliore amica.
-Ti prego non adesso Gio, non riesco a pensare con questa emicrania. - Dico sincera, ma non troppo.
- Ok.- Inizia. - Ma non pensare che non mi preoccupi per te. Ieri sera mi hai fatto spaventare a morte quando sei apparsa dal buio di corsa e mi hai supplicato di andare a casa.-
Dannazione. Allora non mi sono inventata tutto. Ho davvero avuto quella conversazione con Matteo. Mi ha davvero detto quelle cose. E davvero ci siamo quasi baciati. Perché non è considerabile un bacio quello, giusto?
Alle parole di Giorgia un magone mi assale e i sensi di colpa si fanno strada nel mio corpo assieme alle domande.
- Dov'è il mio cellulare?- Chiedo a Giorgia con un senso di ansia inspiegabile.
Lei mi indica il comodino e con la velocità di un bradipo lo raggiungo.
Due chiamate perse da Mamma.
Cinque chiamate perse da Michael.
Un nuovo SMS.
Cazzo, sa tutto. Come faccio adesso?
Come glie lo spiego che mi sono ubriacata e che non riesco ad essere me stessa con l'alcol in circolo?
La mia faccia deve essere davvero terrorizzata, perché Giorgia si alza di scatto e si avvicina al mio cellulare per vedere il display con la forza, non badando ai miei lamenti acuti. La sua espressione è confusa e quasi dispiaciuta dopo aver visto le chiamate perse.
- Che cosa ti frulla nella testa Serena?- Fa una pausa. - Sono tua sorella, parla con me, ti prego. - Dice fissandomi con il viso pieno di tristezza.
Socchiudo gli occhi, e mi siedo accanto a lei, rassegnata al fatto che nella vita non potrò mai nasconderle nulla. Affondo le mani sulla trapunta a fiori lilla e turchesi, come se potessero darmi coraggio ma come sempre con Giorgia le parole mi escono spontanee e di getto come il flusso di un fiume interrotto da una diga e poi liberato.
Inizio a raccontarle tutto, dal primo incontro con Matteo alla fontanella fino a ieri sera. La sua espressione è impassibile ma è questo ciò che adoro di lei, non mi giudica mai. Noto però che sgrana gli occhi quando scendo nei particolari di ieri sera ma si ricompone subito quando vede la mia espressione semi disperata.
- Pensi di dire a Michael che Matteo, quel Matteo, è tornato?- Chiede lei, sempre impassibile.
Io rifletto qualche istante, immaginando la scena di come la prenderebbe.
-Certo che glie lo dirò, lo sai che non ho mai nascosto nulla a Michael da quando siamo insieme. - Dico sincera. -Ma ho paura.-
- Paura della sua reazione o paura di non essere più in grado di amarlo ora che c'è Matteo?- Continua pungente e schietta come solo lei sa fare.
- Non dire assurdità! Amo Michael, lui e basta. Sarà sempre così, non riesco ad immaginare una vita senza di lui.-
Sono irritata dalle sue parole, ma anche stupita, credevo avrebbe cercato di lodare Michael perché so quanto lo adori e quanto siamo uniti io, lei e i nostri rispettivi ragazzi, i fantastici quattro.
- Giusto.- Fa lei un po' indecisa. - Serena forse dovrei dirti una cosa. - Continua, ma adesso quella impaurita sembra essere lei.

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