- A Giulio, che possa essere un bravo medico anche se lui stesso avrebbe bisogno di una bella cura al cervello!- Dice Carlo sbeffeggiando il festeggiato con il calice di prosecco in alto.
-Auguri!- Tutti gridiamo in coro brindando con risate e altre battutone annesse. Non sapevo che gli studenti di medicina avessero l'aula tesi all'interno degli ospedali dove fanno tirocinio, ed è stata una gran sorpresa rientrare in questo ospedale dopo tanto tempo. Il San Matteo è immerso nel verde e ogni reparto prevede un suo giardino ben curato dagli addetti. Oggi è una giornata così soleggiata che sembra appena sbocciata la Primavera e i pettirossi sembrano voler festeggiare con noi accompagnando le congratulazioni con i loro cinguettii. Sentendo il profumo delle orchidee mi torna alla mente quando venivo a trovare mia madre che aveva appena partorito. Mi piaceva venire a leggere "Madame Bovary" in queste piccole oasi di piacere poiché erano un modo per scappare da tutto quel cemento grigio e sopratutto da una realtà così nera mentre i miei genitori speravano invano di salvare il piccolo neonato. Arrivai solo a pagina venti.-Bravo Giulio!- Urlano i ragazzi del gruppo andandolo ad abbracciare energicamente per buttarlo a terra ridendo.
- Se anche tu sei diventato dottore c'è speranza per tutti!- Esclama Carlo.È stato veramente bravo con la sua tesi, anche se credo nessuno degli invitati abbia capito una parola sul ruolo della frequenza cardiaca nella mortalità prematura, tutti i professori si sono congratulati con lui. È la prima volta che assisto ad una laurea poiché Giulio è il più grande del gruppo e uno dei pochi che conosca che si sia laureato in tempo. Era così sicuro di sé mentre parlava di fronte alla commissione, così adulto che quasi mi veniva da ridere a pensare al cambiamento di identità adolescenziale che subisce quando esce con noi. Lo ammiro molto, in realtà ammiro tutti quelli che raggiungono questo traguardo, io quel giorno credo che vomiterò, come feci per l'esame di maturità, per quello di terza media e perfino quando andai in gita la prima volta alla fattoria.
-Lo bevi quello?- Mi chiede Flavia arrivando a braccetto con Giorgia e indicando il bicchiere.
Sono rimaste più a lungo dentro l'aula tesi per salutare gli altri compagni di Giulio, ma io ho preferito uscire subito fuori da quel luogo.
-Fai pure.- Le rispondo con aria rassegnata e cercando l'occhiata d'intesa con Giorgia, che però sembra assente.
- Non fare la gelosa Giorgia, anche tu riceverai tutti quei regali l'anno prossimo.- Le dico intuendo l'attacco di gelosia che sembra avere. Sono sempre stati fratelli competitivi, ma ho l'idea che sia proprio la loro competività a renderli i migliori in tutte le discipline.
Giorgia mi sorride nervosa mentre Flavia mi sfila il bicchiere dalle mani.
-Graziee!- Esclama per poi filarsela. Se inizia così già alle cinque del pomeriggio non oso immaginare cosa combinerà stasera, ma ho troppo caldo per sgridarla.Le temperature estive non si decidono a scendere e questa cintura che mi stringe il vestito mi sta stritolando. Fortunatamente ho impiegato due ore a legarmi i capelli con uno chignon, e ho incastrato Michael a mettermi circa una ventina di forcine, ero sicura che non avrei sopportato la mia chioma voluminosa sulle spalle. Mentre cerco di allargarmi la cintura con disinvoltura Michael mi becca in flagrante e ride di gusto per i seguenti due minuti.
-Ma perché non te la togli?- Mi consiglia ridendo ancora.
- Perché il vestito è meglio così!- Rispondo arrabbiata. Soffrire per la moda, è quello che ho imparato dalla mia migliore amica.
-Ma tu sei bellissima uguale.- Mi dice Michael stringendomi forte tra le guance e baciandomi sulla fronte. Sa sempre come farmi calmare.
- Ti sei salvato in calcio d'angolo.- Gli riferisco, sorridendo e baciandolo.
In quel momento scorgo da lontano una figura conosciuta dal camice bianco e i capelli neri corvino che si avvicina con passo svelto. Sapevo che sarebbe potuto succedere, ma Michael sembra avere un'aria tranquilla mentre la donna si avvicina; del resto continua a vederla ancora anche se raramente. A volte dimentico che questo posto sia molto più tragico per me, che per lui.
-Salve dottoressa Jenny.- Saluta Michael educatamente.
- Buona sera ragazzi, che ci fate qui?- Ci chiede la dottoressa con aria interrogativa. - Non hai già fatto gli accertamenti un paio di mesi fa Michael?- Continua con aria preoccupata.
- Siamo qui per la laurea di un nostro amico.- Rispondo io sorridendo il più possibile e cercando di tagliar corto la conversazione. So quanto Michael ancora si vergogni di ciò che gli è capitato cinque anni fa, anche se non ne ha motivo e lo sa benissimo.
-Oh, che sbadata, non mi ricordavo che questo mese fosse tra quelli della sessione per laurearsi, ho così tanto a cui pensare che ho la testa tra le nuvole.- Si scusa la dottoressa indicando un gruppo di ragazzi che la aspettano più avanti.
L'espressione di Michael nel vedere quei ragazzi calvi mi spezza il cuore, deve ricordargli il periodo più brutto della sua vita e istintivamente gli stringo la mano. Anche se sono parecchio distanti da noi, si nota il viso scavato e gli occhi pieni di speranza, gli stessi che aveva Micheal la prima volta che lo vidi. Fortunatamente per lui era diverso, già sapeva di avere molte più possibilità degli altri ragazzi grazie alla benignità del suo tumore e alla compatibilità risultata con il padre.
- Non si preoccupi dottoressa, la capiamo. Arrivederci. È stato un piacere rivederla. - Mento io mentre lei si allontana.
Micheal si guarda intorno per accertarsi che nessuno abbia notato la conversazione con la dottoressa, ma tutti ancora brindano e mangiano i pasticcini portati da Giulio.
-Tutto bene?- Gli domando io cercando un contatto visivo.
-Certo Serena, ma fa sempre un certo effetto tornare quì. - Mi rivela Michael guardandomi negli occhi. La pioggia di ricordi continua e stavolta ripenso a tutte le volte che ero costretta a vederlo tramite il vetro del reparto che lo isolava dal resto del mondo. Ma lui sorrideva lo stesso e senza che me ne accorgessi quel sorriso mi fece innamorare in pochissimo tempo.
-Già, anche a me.- Rispondo secca.
- Ma quello che ho avuto mi ha portato fatuamente a te, quindi ne è valsa la pena.- Fa una pausa. -E poi è tutto finito. - Riprende stringendomi al petto come se avesse paura che scappi.
Vorrei rispondere lo stesso, ma io ho dovuto perdere un fratello per conoscerlo. Ricambio l'abbraccio per nascondere gli occhi arrossati ma fortunatamente il richiamo potente di Giulio mi riassesta.
-Piccioncini staccatevi un po', si parte!- Urla lui eccitatissimo.
-Arriviamo! - Rispondo io, ma poi mi ricordo che purtroppo Michael non verrà.
-Mi dispiace non venire, ma ti divertirai ugualmente, fai la brava e per una volta goditela anche tu. - Dice premendomi forte un bacio sulle labbra e andando a salutare gli altri.Mentre rifletto sulla sua frase e decido di dargli ascolto, penso che tutti questi ricordi tristi mi hanno completamente fatto dimenticare che oggi sarebbe dovuto esserci anche Matteo. Scruto bene tra gli invitati e mi guardo intorno senza destare sospetti ma senza trovarlo. Faccio un lungo sospiro di sollievo senza capire il motivo della sua assenza mentre seguo la massa che procede verso il parcheggio. Raggiunte le auto, Giulio insiste perché vada in macchina con lui e io accetto a patto di scegliere la musica.
Il viaggio dura circa due ore ma la mia musica solo quindici minuti poiché Morfeo mi richiama tra le sue braccia facendomi risvegliare direttamente con la vista del tramonto sulla spiaggia. Appena ci fermiamo, lo spettacolo è mozzafiato e mentre tutti fanno delle foto con i loro cellulari io scendo dalla macchina e corro verso la spiaggia per vedere quella meraviglia più da vicino. Come una bambina che vede per la prima volta il mare sono agitatissima e vorrei saltellare come un canguro sulla sabbia; quasi mi vergogno per quanto basti poco per farmi felice. Parecchie ragazze mi seguono mentre lasciamo che i ragazzi scarichino le casse con cibo e bevande per un esercito, pur essendo noi solo una ventina.-Abbiamo scelto la spiaggia perfetta.- Dice Carlo mentre accende il falò insieme a Stefano e un cugino di Giulio mai visto prima.
Questa volta abbiamo scelto con cura un posto isolato visto che la scorsa abbiamo rischiato di prendere una multa salata a causa di alcuni anziani del posto probabilmente infastiditi più dalla nostra musica che dal falò stesso. Decido che è arrivata l'ora di sciogliermi i capelli e Giorgia mi aiuta a togliere le forcine una ad una mentre qualche ragazzo si tuffa in acqua. Il mare è calmo nonostante sulla riva ci sia una brezza che fa muovere i miei capelli come se stessi in una pubblicità per shampoo.
- Il sole è praticamente calato del tutto ragazzi, chi va a prendere i faretti per il barbecue?- Chiede Carlo anche se il fuoco è quasi acceso. È lui l'addetto ai lavori manuali solitamente.
- Vado io!- Esclamo mentre rubo una birra da una cassa prima che Flavia se le finisca.
Fortunatamente le macchine sono parcheggiate a due metri dalla spiaggia e mentre cammino provo un immenso piacere sentendo la sabbia sotto i piedi e non più quei tacchi chic ma estremamente scomodi; non so come faccia Giorgia ad andarci in giro così spesso.
Apro lo sportello della macchina di Carlo e dopo aver preso i fari cerco di sbrigarmi prima che mi cadano dall'unica mano libera, ma mentre chiudo lo sportello sento il rumore di un'auto e istintivamente alzo la testa. Una macchina nera dando un colpo di clacson si parcheggia esattamente davanti a me e capisco di aver fatto quel sospiro di sollievo troppo presto. È arrivato anche lui.

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LOST KISSES
RomanceSe doveste scegliere tra passato e presente, voi cosa scegliereste? Michael è un presente fiabesco e perfetto, Matteo un passato scottante e un amore mai nato del tutto. "Nell'ordine della mia totale confusione, avevo la certezza che avrei sempre a...